DeLucaIl consigliere Thomas De Luca (M5S) interviene sul Piano regionale integrato per la non autosufficienza criticando la Giunta per aver presentato ad associazioni e sindacati “solo alcune slide, con decisioni già prese”. Per De Luca “l’assessore Coletto ha scelto di non confrontarsi con le persone con disabilità, mandando avanti dei funzionari ad esporre decisioni già prese”.

 

(UNWEB) Perugia,  - “Ieri, in un surreale incontro sulla questione del Piano regionale integrato della non autosufficienza, la Regione Umbria si è presentata dinanzi alle associazioni e alle sigle sindacali senza uno straccio di documento mostrando alcune slide in cui si annunciavano decisioni già prese”. Lo dichiara il capogruppo M5S a Palazzo Cesaroni, Thomas De Luca, evidenziando che l’assessore alla Sanità, Luca Coletto “sceglie quindi di non confrontarsi con le persone con disabilità e manda avanti i funzionari per comunicare decisioni calate dall’alto dalla giunta Tesei. Si ripete una procedura già attuata nel Comune di Terni mesi fa, che ha portato al caos dei voucher con i quali ancora oggi si stanno vivendo disagi e disservizi”. 

Per il consigliere regionale di minoranza, si tratta di “proposte fallimentari senza adeguate risorse, senza mettere al centro la presa in carico globale e il progetto individuale, che porteranno inevitabilmente allo smantellamento e alla ‘badantizzazione’ dei servizi. Una modalità che ci riporta indietro di 20 anni che e ci allontana dall’obiettivo di una vera libertà di scelta. Non solo, quanto enunciato è in contrasto con il decreto legge del 5 febbraio 2020 che prevede equipe multidisciplinari, ma non è stata spesa mezza parola sugli  strumenti di valutazione che useranno le equipe multidisciplinari per fare i progetti individuali”.

Secondo De Luca “le cifre dell'assistenza vengono fornite non rispetto ai bisogni alla base del progetto di vita, ma in base all'isee e al carico familiare. Inoltre dai dati emersi si evince uno smantellamento dei centri semi-residenziali e di altri servizi in cambio di cifre irrisorie che vanno dai 400 fino agli 800 euro. Per i gravissimi si scende dai 1200 agli 800 euro. Resta anche il nodo di comprendere, come avviene in altre regioni, se l’accesso a questa forma di assistenza diretta precluda l’accesso ad altri tipi di assistenza in toto o in parte. Per quanto ci riguarda - conclude - siamo già sul piede di guerra per dare battaglia dinanzi l’ennesimo atto di prepotenza di un centrodestra che dimostra ancora una volta come sono finte le rivoluzioni annunciate in campagna elettorale”.