Ubria(UNWEB) Riceviamo e pubblichiamo. Ho notato con piacere che la Regione comincia ad attivarsi per rilanciare il turismo nella nostra bella Umbria. Il videoclip pubblicato oggi rappresenta senz'altro un primo passo per ridestare i comprensori locali dal torpore cui l'epidemia li aveva costretti nei due mesi di confinamento e distanziamento sociale (lockdown).               

Eppure, ancora una volta, devo appuntare che le nostre istituzioni umbre, proprio come ai tempi del Partito Democratico, cadono nella stessa trappola del vecchio sterile policentrismo. In quegli anni, per evitare l'insorgere di risentimenti antichi, radicati in un provincialismo quasi feudale, si tendeva a sminuire spesso il ruolo di Perugia, parificandolo artificialmente a quello di altre città minori, sebbene di grande valore storico e culturale.        

Il capoluogo diventava così uno dei tanti centri della regione, addirittura elencato a metà o in fondo alle liste (e non per ordine alfabetico) delle città turistiche dell'Umbria.

In questo caso, nei quindici secondi dello spot destinato al passaggio sui canali televisivi nazionali, Perugia addirittura scompare. C'è posto - e giustamente - per Assisi, Spoleto, Montefalco, la suggestiva cascata delle Marmore e il Lago Trasimeno. Ma non c'è per il capoluogo. Immaginate se la Regione Toscana, la Regione Lombardia o la Regione Sicilia dovessero confezionare un comunicato pubblicitario eliminando - rispettivamente - Firenze, Milano o Palermo dalla carrellata delle immagini. Sarebbe impensabile.

Invece, nella Regione Umbria del cosiddetto "nuovo corso" di Donatella Tesei, questo ahimè accade. Un vero e proprio smacco, anche in virtù del fatto che la Città di Perugia, con i suoi quasi 170.000 abitanti e le sue 438 aziende sopra il milione di fatturato (dati al 2018), è ovviamente il territorio comunale che contribuisce maggiormente al gettito fiscale regionale. Senza considerare poi tutto l'indotto delle due Università (degli Studi e per Stranieri) o di eventi come Eurochocolate, Umbria Jazz e il Festival Internazionale del Giornalismo, che attirano nella nostra regione tantissimi tra giovani e turisti, invogliati a scoprire anche le altre realtà e bellezze del territorio.

L'Umbria è tale se include in modo organico le tante identità e radici che la compongono, facendone il Cuore Verde che tutta Italia ci invidia. Il passato politico di questa regione ci insegna che i piccoli campanilismi, i rancori incrociati e le frustrazioni localistiche, oltre che fuori dal tempo, sono anche estremamente dannosi. E che senza un polo attrattivo, una città-traino unanimemente riconosciuta, qualsiasi territorio è destinato all'anonimato, specie in un'epoca di globalizzazione come questa.

Sarebbe dunque opportuno riformulare quello spot, investendo 4 o 5 secondi video in più non solo per il capoluogo ma anche per altri centri altrettanto rappresentativi ed ugualmente trascurati come l'Alto Tevere, Orvieto, Todi e Norcia.

A.E.

 

 

 

 

 

 

 

 

video nuova campagna comunicazione  https://www.facebook.com/watch/?v=380727492834807