polizia 640x405(UMWEB) Perugia.Gli agenti del Commissariato P.S. di Assisi hanno eseguito pochi giorni fa l’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Perugia nei confronti di un cittadino albanese che si era reso responsabile nei mesi scorsi del reato di maltrattamenti nei confronti della moglie in presenza dei due figli minori della coppia.

All’uomo, al quale è stato imposto di abbandonare la casa familiare ex art 282 bis c.p.p., è stato prescritto altresì il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalle vittime, di mantenere una distanza di almeno 500 metri dalle persone offese nonché di comunicare con essi con qualsiasi mezzo anche con strumenti informatici o telematici.

La vicenda risale all’aprile scorso quando la Volante del Commissariato di Assisi interveniva su richiesta della moglie che era stata poco prima picchiata con calci e pugni in volto dal marito che l’aveva altresì minacciata di morte.

Gli agenti riuscirono a portare in salvo la donna e a bloccare e ad arrestare l’uomo per resistenza a pubblico ufficiale in quanto in casa aveva gettato benzina sugli agenti bagnando le loro divise e minacciando di dare fuoco a tutto e tutti con un accendino.

È dalla denuncia però fatta l’indomani dalla donna che la storia di maltrattamenti si sarebbe svelata in tutta la sua tragicità, una storia decennale, fatta di continue vessazioni fisiche e psicologiche subite in silenzio per proteggere i figli che intanto assistevano alle violenze, il clima di terrore nella quale la donna era ormai abituata a vivere nel cercare di contenere quell’aggressività del marito che, senza lavoro e dedito all’alcool, trovava sfogo sulla moglie.

La donna dopo l’ultimo grave episodio di violenza a seguito del quale il marito le procurava la frattura delle ossa nasali decideva con i figli di lasciare la casa e trovare rifugio presso l’abitazione di amici.

Prontamente interveniva anche il Tribunale per i Minorenni di Perugia per sospendere la potestà genitoriale dell’uomo nei confronti dei suoi due figli che unitamente alla madre venivano affidati ai Servizi Sociali di Assisi perché venissero collocati successivamente in una struttura protetta.


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