convegno femminicidioQuesta mattina l’incontro a cura di Contaminatio, Siulp Perugia e Osservatorio nazionale sul diritto di famiglia


(UMWEB) Perugia - Si è tenuto questa mattina nella sala del Consiglio della Provincia di Perugia, il convegno a cura di Contaminatio, Siulp Perugia e Osservatorio Nazionale sul Diritto di Famiglia sezione di Perugia, sul tema “Femminicidio e crimini domestici, prevenzione e repressione. Il sistema degli interventi a sostegno delle vittime”.
Tema centrale dell’incontro, in particolare, sono state le misure di tutela e promozione dei diritti degli orfani di femminicidio, di cui si torna a parlare in vista dell’imminente adozione dei decreti attuativi della normativa nazionale che testimonia una nuova solidarietà dello Stato nei confronti loro e delle famiglie affidatarie.
La legge n. 4/2018, in vigore dal 16 febbraio 2018, ha fra i suoi obiettivi quello di semplificare le attività processuali e successorie per gli orfani di femminicidio. Nell’ottica dichiarata, il legislatore nazionale ha previsto di destinare fondi agli orfani di crimini domestici, sollecitando per la prima volta tutele a loro sostegno. La legge ha disciplinato diverse forme di intervento, quali l’accesso al gratuito patrocino, l’assistenza medico-psicologica, la sospensione della pensione di reversibilità all’omicida, la possibilità di modificare il cognome, l’estensione agli orfani di crimini domestici dei fondi per le vittime di mafia nonché fondi per le “famiglie affidatarie”.
I decreti ministeriali disciplineranno l’erogazione dei fondi e delle risorse, sbloccandoli, e daranno corso a nuove iniziative a favore degli orfani di crimini domestici e delle famiglie affidatarie.
E‘ stato lo stesso Raffaele Cannizzaro, già Prefetto di Perugia, oggi Commissario per il Coordinamento delle iniziative di solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso e per i reati intenzionali di tipo violento, a presentare in anteprima i lavori relativi ai regolamenti attuativi della legge nazionale in via di emanazione a favore dei cd “orfani bianchi”.
Oltre al nuovo regolamento sull’aggiornamento degli indennizzi, che dovrebbe vedere la luce a giorni e che ha decuplicato l’indennizzo per questo tipo di violenze, passato da poco più di 7mila euro a oltre 60mila, si prevedono tutta una serie di nuove misure finalizzate ad una maggiore cura della crescita degli orfani e delle famiglie loro affidatarie. “Un pacchetto di interventi possibili –ha spiegato Cannizzaro- che sono cumulabili tra di sé e che si vanno ad aggiungere agli interventi già previsti da comuni e regioni.”
Tra questi interventi sono previste borse di studio per gli orfani, basate non sul merito ma sulla frequenza, che coprono dalla scuola dell’obbligo all’università e ai centri di studio di alta formazione, estendendo peraltro l’età del beneficiario fino a 30 anni. Sempre in ambito di formazione e sostegno al lavoro si ipotizza di prevedere fondi ulteriori per le regioni, competenti in materia, vincolati allo scopo e aiuti alle imprese che assumono orfani bianchi, con un contributo dello stato pari al 50% degli oneri sostenuti per tre anni. Infine, sono previsti aiuti alle famiglie affidatarie per le quali si è ipotizzato un assegno familiare di 300 euro/mese per minore, da adeguare poi di anno in anno.
“E’ necessaria, tuttavia, - ha concluso il Commissario - una maggiore informazione al riguardo nei confronti delle famiglie e delle donne, se consideriamo che ad oggi sono solo 30 le domande pervenute all’ufficio per richiedere gli indennizzi previsti.”
Un numero decisamente basso se si considera che nel 2017 nel nostro paese sono stati 319 gli omicidi, di cui 137 di donne e circa 400 i suicidi di adolescenti, mentre da un’indagine del 2015 su 231 comuni italiani di media e piccola grandezza risultavano essere circa 100mila i bambini e ragazzi presi in carico dai servizi sociali per violenze e abusi.
Se, da un lato, si assiste, dunque, ad un incremento dei reati, vi è però anche un aumento delle denunce e anche ad un incremento dei provvedimenti restrittivi a disposizione delle forze dell’ordine, in un’ottica di interazione e condivisione delle responsabilità tra istituzioni e forze dell’ordine di fronte alle fragilità sociali, al fine di prevenire le violenze domestiche.
All’incontro –coordinato dall’Avv. Maria Grazia Luchetti e moderato dall’Avv. Francesco Gatti- hanno preso parte anche l’attuale Prefetto Claudio Sgaraglia, il Questore Mario Finocchiaro, quindi l’assessore comunale per le Politiche sociali, Famiglia, Diritto alla casa, Pari Opportunità e Servizi Civici, Edi Cicchi, che ha sottolineato l’attività del comune di Perugia, in attuazione del protocollo unico regionale. “I Centri Anti Violenza –ha spiegato Cicchi- sono uno snodo fondamentale nel sostegno alle donne vittime di violenza, ospitate con i propri figli per potersi allontanare in maniera sicura da un compagno violento. Ad essi si aggiungono gli appartamenti di semiautonomia e le case rifugio per poter riappropriarsi di una vita propria e autonoma e, non ultimo, il Pronto Intervento Sociale, oggi considerato un servizio di livello essenziale. Il Comune di Perugia –ha spiegato ancora Cicchi- ha destinato ai minori circa 5 milioni, ovvero un terzo del bilancio sociale, per interventi di affido, adozione, incontri protetti, centri diurni e altro. Ma è fondamentale –ha concluso- che si possa fare rete tra istituzioni e forze dell’ordine per aiutare donne e bambini vittime di violenza e per prevenire questi episodi.” Che, come ha sottolineato l’avv. Gemma Bracco, già Consigliera di parità della Provincia di Perugia, nell’80% dei casi, sono il culmine di episodi reiterati e ricorrenti di violenza contro i quali si può e si deve intervenire per tempo. La prof.ssa Maria Pia Serlupini, già Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione dell’Umbria, ha sottolineato l’importanza del sostegno agli orfani, che se non diventano adulti disfunzionali, si trovano comunque ad affrontare problemi seri di ossessioni, paure, incertezze e alle famiglie affidatarie, a cui spetta un compito non facile, considerato anche il fatto che spesso si tratta di famiglie che devono, anch’esse, elaborare il lutto. All’incontro sono intervenuti anche il dott. Giovanni Giudice, dirigente della Divisione anticrimine della Questura di Perugia, la Prof.ssa Stefania Santarelli dell’Università degli Studi di Perugia, il Prof. Franco Ciufo, Professore Straordinario Link Campus University, e il Dott. Giovanni Rossi Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni.