da sinistra Giordano Commodi e Giosuè BustiI futuri sacerdoti: «Restituiamo gratuitamente tutto ciò che gratuitamente avevamo ricevuto»

(UMWEB) Perugia. La Chiesa che è in Perugia-Città della Pieve si appresta ad accogliere due nuovi sacerdoti, Giosuè Busti e Giordano Commodi, che saranno ordinati presbiteri per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria del cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti nel giorno della festa liturgica dei Ss. Pietro e Paolo, sabato 29 giugno, alle ore 18, nella cattedrale di San Lorenzo di Perugia.

Professionisti “chiamati” a servire totalmente Dio e la sua Chiesa.

L’ingresso nel Presbiterio diocesano di nuovi sacerdoti è sempre una ricchezza per l’intera comunità cristiana, che testimonia una Chiesa viva e feconda in un’epoca seppur carente di vocazioni. Entrambi i futuri presbiteri hanno frequentato il Pontificio Seminario Regionale Umbro “Pio XI”, Giosuè è nato ad Assisi il 9 marzo 1988, mentre Giordano a Gualdo Tadino il 23 aprile 1980. Attualmente Giordano presta servizio nel fine settimana nella comunità parrocchiale di San Barnaba di Perugia; mentre Giosuè, che in quest’ultimo anno ha frequentato l’Almo Collegio Capranica a Roma, presta servizio pastorale presso il Carcere di Rebibbia e quando rientra a Perugia nella parrocchia di Montebello e San Fortunato della Collina. Giosuè è laureato in Scienze politiche con indirizzo in Scienze dell’amministrazione e del governo; Giordano ha studiato Chimica e tecnologia farmaceutica e a pochi esami dalla laurea è stato assunto presso un farmacia di Torgiano (Pg) dove ha lavorato per cinque anni prima di entrare in seminario.

La vocazione al sacerdozio.

Giosuè Busti. «Ho scoperto la mia vocazione – racconta Giosuè – durante il percorso universitario, attraverso la Comunità Magnificat nel quartiere Elce di Perugia e il servizio nella Pastorale diocesana giovanile. Durante quegli anni si è radicata sempre più forte nel mio cuore la convinzione che il Signore mi chiamava a donare a Lui tutta la mia vita in modo particolare, a restituire gratuitamente tutto ciò che gratuitamente avevo ricevuto. Così, attirato dalla testimonianza dei sacerdoti che avevo più vicini e aiutato nel discernimento da alcune persone della Comunità Magnificat e dal sacerdote che in Diocesi aveva cura delle vocazioni, dopo la laurea ho deciso di iniziare l'Anno propedeutico presso il Seminario “Pio XI” di Assisi. Gli anni di Seminario mi sono serviti per maturare una scelta più consapevole e mi hanno aiutato nel mio percorso di maturazione umana, oltre che nella conoscenza sempre più profonda della bellezza e delle difficoltà della vita sacerdotale. Dopo aver trascorso sei anni di formazione ad Assisi ed essere stato ordinato diacono nel settembre 2018, quest'anno sono stato alunno dell'Almo Collegio Capranica a Roma, dove ho avuto la possibilità di proseguire gli studi, frequentando il primo anno del corso di Licenza in Diritto Canonico presso la Pontificia Università Gregoriana».

Giordano Commodi. «Ho trascorso gran parte della mia infanzia a contatto con i frati Cappuccini del convento dedicato alla Madonna del Divino Amore, vicino casa mia – racconta Giordano –, ma nell’età adolescenziale mi sono completamente distaccato da qualsiasi percorso di crescita spirituale. Ho iniziato a riavvicinarmi a Dio durante gli studi universitari, nel frequentare il cammino su “I Dieci Comandamenti” presso il convento dei frati Minori di Monteripido di Perugia. Al termine di questo cammino è cresciuta la necessità di trovare un posto nella Chiesa. Importanti sono state le esperienze dei campi estivi e invernali con i ragazzi del dopo cresima, l’attività del “Gr.Est.”, i pellegrinaggi mariani e in Terra Santa, la catechesi per gli adulti. Gradualmente è cresciuto sempre più in me il desiderio di donarmi, di spendere totalmente la mia vita per gli altri, e mi accorgevo di quanto più mi donavo tanto più ricevevo. Ho vissuto quattro anni pienamente inserito nella vita della parrocchia di Castel del Piano, anni in cui sono stato guidato, corretto e incoraggiato da un parroco che si è messo al mio fianco mostrandomi il volto del sacerdozio. Nel silenzio, nella preghiera e nell’Adorazione il Signore ha parlato e il mio cuore ha risposto con un forte “eccomi”, consapevole delle mie fragilità e dei miei limiti, ma ancor più convinto e fiducioso della Sua fedeltà».


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