Menichelli Il Porporato: «Peccaminoso aver smarrito la parola fratello e aver adottato la parola straniero. Maria ci esorta a recuperare il vero senso della parola servo, cioè essere soci di Cristo».

(UNWEB) Spoleto. I festeggiamenti in onore dell’Assunta, patrona dell’archidiocesi di Spoleto-Norcia, sono iniziati la sera del 13 agosto 2019 nella Cattedrale di Spoleto con una veglia di preghiera mariana presieduta dal cardinale Edoardo Menichelli, arcivescovo emerito di Ancona-Osimo. Dinanzi all’altare maggiore era stata sistema la Santissima Icone. Ha animato nel canto la Cappella Musicale del Duomo. Accolto dall’arcivescovo Renato Boccardo e dai Canonici, il card. Menichelli ha proposto una significativa catechesi sul tema “Maria, discepola e serva del Signore”.

Maria attenta alla vita delle persone. «La vocazione di Maria – ha detto il Cardinale - è personale, irripetibile, misteriosa. Eppure lei è una testimonianza da imitare nelle modalità delle nostre singole vocazioni. Per passare dalla contemplazione alla imitazione tento di leggere il brano del Vangelo delle nozze di Cana che abbiamo ascoltato. Sappiamo che a Cana c’è un problema, la festa di uno sposalizio può saltare perché manca il vino. Chi se ne accorge? Lei. Maria è sempre attenta alla vita delle persone. Si accorge che le brocche sono vuote. E fa quell’intervento presso Gesù e lui fa il miracolo, trasforma l’acqua in vino. E generalmente ci fermiamo a questa immagine miracolosa. Però io mi faccio una domanda e la faccio anche a voi: il tempo che viviamo (questo), la cultura in cui siamo dentro (questa), io e voi abbiamo o no qualche brocca vuota? E quando ci sono delle brocche vuote Maria ci dice solo una parola: fate quello che Egli vi dirà».

Le “nostre” tre brocche vuote. «Se dovessi illustrare tutte le brocche vuote che abbiamo – ha detto l’arcivescovo emerito di Ancona-Osimo - dovrei parlare fino a domani mattina. Ne indico solo tre. Prima: siamo in presenza di una forte debolezza di fede. Se volete una parola più chiara, più adatta a questi tempi moderni che inventano anche parole nuove: siamo dentro un qualunquismo spirituale. Lo traduco meglio: conta più la devozione che l’imitazione. E abbiamo messo in gara anche le varie Madonne. Seconda: siamo dentro una pochezza di servizio. Non nel senso che non lo facciamo. Nel senso che ci sta sfuggendo una parola: servo. Siamo caduti dentro una sorta di umanitarismo sociale. Terza: una stanca evangelizzazione. Siamo caduti dentro un mortificante ritualismo».

Come cercare di riempire la brocca vuota della pochezza di servizio. «C’è una parola terribile – ha detto il Porporato - che Maria pronuncia quando le viene annunciato il progetto di Dio: eccomi. È disponibile, divento alleata, è pronta a cambiare interiormente il progetto della mia vita per assumere il progetto di Dio. Lo fa non per la sua gloria, ma a servizio della misericordia di Dio che si realizzerà attraverso l’opera di suo Figlio. Poi, l’ultimo servizio che Maria rende a Cristo è sotto la croce, diventa socia del Figlio. E noi? A volte abbiamo ridotto il servizio a qualcosa di anonimo. Quante sollecitazioni abbiamo: con un sms aiuti l’altro. Ma chi è questo altro? Bo! Gesù non ci ha salvato per sms, si è fatto carne, ha incontrato la povertà dell’uomo. Allora il servizio deve avere la persona davanti, il vicino di casa. Ma c’è di più», si è chiesto Menichelli. «Abbiamo smarrito la parola fratello e abbiamo adottato la parola straniero. Questo è peccaminoso. E vi spiego perché. Se vi domandassi: dove abitate? Mi direste: a Spoleto! Non va. Dove abitiamo noi umani? In un luogo che non è nostro che si chiama creato, che è di Dio. Questo creato è dato all’umanità, ai figli di Dio: e ogni figlio ha diritto di stare dove vuole. E siccome anche quelli che sono poveri e non hanno da mangiare vedono che in un certo Paese che si chiama Italia i cani e i gatti mangiano tranquillamente e fanno anche la cura dimagrante vogliono venire. Voi che fareste? Io che farei? Partirei. Figlioli non cadiamo nel tranello di derubare il Vangelo. Dio nel suo amore è un essere in relazione con tutti noi, è un Padre che include e non esclude. Escludere non è servizio».

Giovedì 15 agosto solenne pontificale: alle 11.30 l’arcivescovo Renato Boccardo presiederà il solenne pontificale in Cattedrale. Al termine, benedizione ai fedeli adunati in Piazza Duomo e alla Città dalla loggia centrale della chiesa madre di tutte le altre chiese.