ORD SACERDOTATLE BENEDETTINO BASILICA S PIETRO PG F3(UNWEB) Perugia. Per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria del cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, il monaco benedettino dom Elias Candelaria Garcia (Osb) è stato ordinato presbitero nella basilica abbaziale di San Pietro di Perugia, il pomeriggio del 12 dicembre. Concelebranti il vescovo ausiliare mons. Marco Salvi e gli abati benedettini Roberto Dotta, Isidoro Catanesi e Giustino Farnedi.

E’ stata una celebrazione vissuta con gioia e gratitudine a Dio da parte della famiglia monastica benedettina di San Paolo Fuori le Mura di Roma e di San Pietro di Perugia, dove don Elias ha maturato la sua chiamata al sacerdozio ed oggi, venerdì 13 dicembre, il neo sacerdote celebra le sue prime S. messe nella basilica di San Pietro di Perugia (in mattinata) e nella basilica di San Paolo FlM di Roma (nel pomeriggio).

E’ stato il cardinale Bassetti, nell’omelia, a parlare dei motivi di questa «gioia» vissuta tra le mura millenarie dell’abbazia di San Pietro, «una gioia che ci riempie il cuore – ha detto il porporato –. Per prima cosa, per la venuta del Signore: Egli è vicino! Torna a visitare il suo popolo, in questo Natale che ricorda a tutti il Dio fatto uomo, la sua venuta nella carne, nella povertà umana; piccolo tra i piccoli; amato e disprezzato; portatore di salvezza eterna». Inoltre, ha aggiunto, «dopo tanto tempo, assistiamo in questa insigne chiesa abbaziale all’ordinazione presbiterale di un figlio di san Benedetto: dom Elias Candelaria Garcìa, nato a Leòn in Messico nel 1984, entrato nell’ordine benedettino nel 2016, dopo una lunga e meditata formazione in Messico, negli Stati Uniti e in Italia».

Il cardinale Bassetti, nel rivolgere il suo saluto anche ai familiari di dom Elias giunti dal Messico, ha ricordato che «oggi (il 12 dicembre, ndr) per i messicani è una giornata particolare. È la festa della Madonna di Guadalupe, patrona dell’intera America Latina. Certo, dom Elias, non potevi scegliere giorno migliore per la tua ordinazione. La Santa Vergine, carissimo, ti sia sempre madre e custode premurosa!».

«La Parola di Dio, scelta per questa sacra ordinazione – ha commentato il presule –, è un invito alla gioia ma anche alla responsabilità. Sentirsi figli Dio, scelti per una missione particolare, rallegra il cuore, ci fa intonare un canto di lode e di ringraziamento al Signore, ma fa scorrere dentro di noi anche quel brivido di santa inquietudine che ci sprona ad impegnarci con maggior slancio e passione nello stile di vita e nel servizio cui siamo chiamati. L’ordine sacro si inserisce, nel tuo caso, carissimo Elias, nella già maturata e convinta adesione alla vita monacale, fatta di rinunce, di condivisione e di donazione totale alla volontà di Dio e alla disponibilità verso i confratelli. Lo Spirito che opera nei nostri cuori ci aiuta ad aprirci alla grazia, che modella la vita e ci rende adatti per la missione... La missione del consacrato non ha confini, e si esplica in tanti modi. Ce lo ricorda san Paolo nella lettera ai Romani».

«San Benedetto, nella sua Regola – ha evidenziato il cardinale –, ha parole precise per il monaco sacerdote: “Il monaco ordinato si guardi dalla vanità e dalla superbia e non creda di poter fare altro che quello che gli ordina l'abate, tenendo sempre presente che d’ora in poi dovrà essere maggiormente sottomesso alla disciplina. Né col pretesto del sacerdozio trascuri l’obbedienza alla Regola o la disciplina, ma anzi progredisca sempre più nelle vie di Dio” (Regola, Cap. LXII)».

Il cardinale Bassetti, rivolgendosi a dom Elias, ha ricordato la sua formazione «a carattere internazionale» che «ti aiuterà ad avvicinare tanti fratelli a Perugia o a Roma, ed essere per loro testimone dell’insegnamento di Gesù».

«La fedeltà alla Regola, agli impegni comunitari e anche alla vita diocesana – ha concluso il porporato – sia per te quel “giogo soave” che unisce a Cristo Signore e ci fa suoi discepoli. Noi, carissimo, ti ricorderemo nelle nostre preghiere e ti saremo vicini nel ministero. Anche tu ricordati di noi nell’orazione. Ricorda la tua comunità, l’abate, il vescovo, a cui sei stretto da vincoli di fedeltà e di carità, e tutto il popolo di Dio, per annunciare e testimoniare la via della santità. Essa sia per tutti, quel cammino di fede che fa intravvedere l’orizzonte della vita nuova in Dio».