136950992 2907061196197566 7060520337560948218 oIl consigliere Paola Fioroni (Lega - vicepresidente dell’Assemblea legislativa) annuncia la presentazione di una interrogazione, firmata con il capogruppo Stefano Pastorelli, per “monitorare l'evolversi complessivo delle procedure nazionali relative al Recovery Plan”. Per Fioroni “il Recovery Plan è poco efficace senza il coinvolgimento delle Regioni”.

 

(UNWEB) Perugia,  “Il Recovery Plan è poco efficace senza il coinvolgimento delle Regioni: gli evidenti ritardi nell’interlocuzione politica tra Governo e Presidenti regionali rischiano di far saltare le progettualità prioritarie sul territorio attivabili nei tempi richiesti dal Ue”. Ad affermarlo è il consigliere regionale Paola Fioroni (Lega - vicepresidente dell’Assemblea legislativa) annunciando la presentazione di una interrogazione, firmata insieme al capogruppo della Lega Stefano Pastorelli, per sapere dalla Giunta “quali iniziative ha assunto e che intende assumere per monitorare l'evolversi complessivo delle procedure nazionali relative al programma Next Generation Eu (il Recovery Plan), al fine anche dell'indispensabile coerenza territoriale del percorso di progettazione nell’ottica di rafforzamento della coesione economica e sociale della nostra Regione”.

“L’Italia - spiega Paola Fioroni - in soli sei anni dovrà spendere oltre 208 miliardi di euro con il programma Next Generation Eu, che diventano 222 miliardi grazie all’inclusione di altri fondi Ue come React Eu e il fondo per lo sviluppo e la coesione sociale. Un importo enorme che vale più di 5 volte la manovra economica di bilancio per il 2021. Tali somme del Recovery Plan, di cui solo 81 miliardi sono a fondo perduto, hanno una condizionalità aggravata che prevede l’erogazione del 90 per cento dei contributi Ue solo al raggiungimento degli obiettivi economici di ciascun progetto concordati in partenza tra il Governo e l’Europa”.

“Una sfida enorme – prosegue Paola Fioroni - per un Paese come il nostro che è storicamente incapace di spendere i soldi dei fondi strutturali Ue. Un Paese che negli ultimi 6 anni ha ottenuto 50 miliardi di fondi strutturali, ma ne ha spesi solo il 42 per cento. Una sfida enorme soprattutto con un Governo che, alle prese con fibrillazioni interne, esclude le Regioni, ovvero un interlocutore in grado di garantire la certezza, la celerità e l’efficacia della spesa delle risorse messe a disposizione dall’Europa, dalle scelte strategiche e progettuali”.

“Indebitare le prossime generazioni fino al 2056 – conclude Paola Fioroni - accettando le regole dell’austerity previste per l’utilizzo del Recovery Plan ci espone al rischio concreto, in caso di crescita insufficiente del Pil nei prossimi anni, di farci imporre nuovi tagli e tasse”.


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