3decoNel 2016 eseguiti 66 interventi in pazienti inoperabili

(UNWEB) Perugia. Alla vigilia di un convegno di esperti provenienti dai più importanti centri di cardiologia italiani (“ Il trattamento non chirurgico delle cardiopatie valvolari : a che punto siamo in Italia ed in Umbria”, in programma martedì 6 Dicembre alla Posta dei Donini ), il direttore della struttura complessa di Cardiologia dell’Azienda Ospedaliera di Perugia Claudio Cavallini ha riunito i suoi collaboratori per un incontro sulla attività svolta nell’ultimo anno nello specifico settore.

"Il trattamento non chirurgico delle valvole cardiache, già attivo nella nostra struttura da più di 5 anni, ha eseguiti 200 interventi, di cui 150 all’aorta e 50 alla valvola mitrale – sottolinea il Dr. Cavallini-, ma è stato nell’ultimo anno che sono stati conseguiti risultati superiori alle aspettative, grazie anche ad una nuova apparecchiatura, che ora ci permette una diagnosi ancora più precisa nei pazienti inoperabili o con elevato rischio operatorio, per riparare una valvola cardiaca mal-funzionante (mitrale o aorta), ovviando così alla necessità del classico e più rischioso intervento a torace aperto". L’apparecchio in questione è un ecografo 3D di ultima generazione, acquisito dall’Azienda Ospedaliera di Perugia grazie anche al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio, che ha permesso di eseguire negli ultimi 12 mesi, presso il Laboratorio di emodinamica, 66 procedure su pazienti complessi e ad alto rischio. “ Sono state effettuate 45 sostituzioni percutanee della valvola aortica (TAVI) e 21 riparazioni della valvola mitralica (Mitraclip), con tempi di esecuzione sensibilmente ridotti rispetto ad un recente passato – aggiunge il Dr. Cavallini -. L’intervento consiste nella introduzione, attraverso una vena periferica dell’inguine, di sofisticati dispositivi miniaturizzati che vanno adeguatamente posizionati all’interno del cuore, per sostituire o a rimodellare la valvola degenerata, eliminandone così il difetto. La perfetta riuscita dell’intervento - conclude il direttore della Cardiologia del S. Maria della Misericordia- è legata al corretto posizionamento di questi dispositivi, con l’ ecografo tridimensionale che permette di analizzare il cuore ricevendo una visione completa e facilitando così l’attività dell’operatore, rendendo la procedura più agevole e sicura”.


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