carmina burana(ASI) Perugia. Posti già tutti esauriti al Teatro Morlacchi di Perugia, domenica 8 febbraio alle 17 per CARMINA BURANA.
Considerato dal pubblico e dalla critica uno degli spettacoli di danza più belli degli ultimi anni, lo spettacolo è messo in scena dalla Compagnia Spellbound Contemporary Ballet, fondata e diretta da Mauro Astolfi, una delle identità più interessanti tra le strutture di produzione italiane, espressione di vivacità culturale, ma anche di un modello imprenditoriale e creativo dinamico e in costante rinnovamento. Forte di una cifra stilistica inconfondibile, esaltata da un ensemble di danzatori considerati tra le eccellenze dell'ultima generazione, Spellbound si colloca nella rosa delle compagnie italiane maggiormente competitive anche sul piano internazionale.


I Carmina Burana vengono fatti risalire per la maggior parte al secolo XIII, precisamente alla tradizione tedesca goliardi, o più propriamente clerici vagantes, letterati girovaghi, studiosi della tradizione poetica greca e latina, cantori del vino, delle donne, del vagabondaggio e del gioco.
Poesia burlesca, impudente, sovversiva: si parla senza troppi veli del corpo e della sua quotidiana avventura, se ne esplicano con gioia le funzioni, non si guarda all'altrove. "Venere mi ha colpito con una freccia d'oro, che mi è penetrata nel cuore": il corpo non è mai detto animale, basso, 'sozzo', bensì viene innalzato, liberato e goduto, come nei versi di Ovidio, Marziale e Catullo. Da questo curioso magma di scurrilità plebea e raffinatezza cortigiana Mauro Astolfi trae – o per meglio dire, deduce in piena libertà, senza alcuna intenzione filologica – una coreografia tutta giocata tra 'larghi' e 'sfrenatezze' , divisa essenzialmente in tre momenti che scandiscono un crescendo liberatorio: si passa da una brutale aggressione sotto il cupo rombare della pioggia battente a una parte irriverente e grottesca che allude alle giullarate, per culminare infine nell'incendium cupiditatum, lo scatenamento delle passioni, che avviene nella taberna (qui anche – come spesso anticamente - bordello), luogo di appagamento degli istinti primari. Carmina burana, dunque, come temerario 'grido' del dissenziente che si pone di fronte all' 'infrazione' senza soverchia paura e al tabù con il palese desiderio di infrangerlo sfidando consapevolmente censure e anatemi, giocando a carte scoperte la quotidiana partita contro la morte, recuperando il caos di Pan attraverso l'armonia di Orfeo, accettando la realtà senza spiritualizzarla, magari sconfinando nella 'trivialità' e nell' 'osceno'.

 

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