DSC 8762(UMWEB) In occasione di 2018 Anno del Cibo Italiano, evento promosso congiuntamente dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e finalizzato a valorizzare l’intreccio tra cibo, arte e paesaggio, il Comune di Perugia e Munus, società concessionaria dei servizi museali impegnata in un progetto di valorizzazione del Museo Civico di Palazzo della Penna, della Cappella di San Severo e del Complesso Templare di San Bevignate, presentano Italia a Tavola 1860 – 1960.

La Cultura Enogastronomica nelle Fotografie Storiche e nella Grafica Pubblicitaria. La mostra, allestita a Palazzo della Penna e alla Cappella di San Severo dal 27 luglio fino al 16 settembre, racconta, attraverso una ricca selezione di fotografie e locandine pubblicitarie storiche, cento anni di tradizioni, abitudini, gesti pubblici e privati; un documento sull’enogastronomia italiana e sulla cucina d’Italia, sulla produzione alimentare e il suo commercio, relativi ad ogni regione, provincia e città del Bel Paese.
A Palazzo della Penna si è tenuta, nella mattina di giovedì 26 luglio, l’anteprima per la stampa, a cui hanno partecipato, in rappresentanza del Comune di Perugia, il Presidente del Consiglio Leonardo Varasano, il responsabile di Munus Lorenzo Soave e il curatore della mostra Alberto Manodori Sagredo.
“La mostra ha un singificato particolare –ha detto il Presidente Varasano- perché parla di noi, della nostra storia, che passa anche attraverso il cibo e le abitudini culinarie, lo stare a tavola fa parte della nostra tradizione. Come diceva il sociologo Roberto Michels –ha concluso Varasano- la musica e il cibo non fanno una nazione, ma contribuiscono a cementarla. Per questo mi auguro che in tanti possano venire a visitarla, ritrovandovi il gusto della tradizione.”
La mostra, che va ad arricchire l’offerta di Palazzo della Penna, dove è in corso anche la rassegna dedicata a Emma Dessau, sarà inaugurata ufficialmente alle 18 di giovedì 26 luglio e resterà visitabile fino al 16 settembre.
FOTOGRAFIA
La macchina fotografica è la prima e vera macchina del tempo, capace di fissare l’attimo fuggente sia della grande storia come di quella famigliare e privata. Non c’è situazione, gesto, volto che sia sfuggito ai fotografi, professionisti o amatoriali. Tutto con la fotografia è registrato e trasmesso attraverso il tempo e quindi conservato negli archivi delle maggiori istituzioni come nei cassetti di ogni famiglia. Le fotografie sono quindi una testimonianza indiscutibile dell’identità alimentare italiana, che è identità culturale, fatta di memorie storiche, di ricordi famigliari, di riconoscimenti sociali. Nelle fotografie degli italiani a tavola ritroviamo i segni riconoscibili della sua storia alimentare, le differenze e le condivisioni di modi e comportamenti, di ricette e di gusti, di gesti conviviali, che hanno segnato il cammino dell’alimentazione italiana, sia regionale che nazionale, dalla metà del secolo XIX a tutto il XX e quindi a questa prima parte del XXI. La storia della cucina in Italia, della sua produzione alimentare e del suo gusto, che è piacere e storia insieme, è conservata per sempre nelle immagini fotografiche di questa raccolta, proveniente dall’Archivio Manodori Sagredo. Si tratta di una serie di immagini fotografiche, che vanno dal 1860 ai giorni nostri, nelle quali appaiono scene d’osteria dell’Ottocento come banchetti nei ristoranti dei grandi alberghi della nuova Italia, tavole imbandite per riunioni politiche o per festeggiare matrimoni e anniversari, scampagnate o colazioni all’aperto in montagna o al mare, il cibo scarso nelle città italiane segnate dalla Seconda Guerra Mondiale, i brindisi degli artisti in trattorie storiche e quelli degli innamorati, le balie e le mamme che danno da mangiare ai bimbi e le tavole modeste dei collegi, quanto quelle disciplinate delle caserme militari, i tavoli all’aperto delle gelaterie e delle pizzerie. E ancora: i forni e i fornai, i pescatori con il pesce nelle barche e le pescherie, i contadini che trasportano frutta e verdura in città, prima su carri e poi su furgoni, i negozi che espongono i prodotti a buon mercato e quelli più esclusivi, dalle antiche “pizzicherie” e “norcinerie” alle pregiate pasticcerie, ai ristoranti alla moda come alle “fraschette” dei Castelli Romani o i “bacari” a Venezia. Le regole del cucinare e le sue ricette, il disporre la tavola, sia povera che fastosa, il portare o lo stare a tavola e quindi tutta la storia della cucina dell’alimentazione in Italia è visibile e riconoscibile nelle immagini fotografiche, le sole che legano il mondo dei ricordi all’esperienza contemporanea. La storia d’Italia, come insegnò il grande Pellegrino Artusi con il suo capolavoro “La Scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene”, passa per la cucina e la tavola.
In mostra cento scatti che condurranno i visitatori in un viaggio lungo la penisola, dagli albori della fotografia nella seconda metà dell’Ottocento e fino alla “Dolce Vita” negli anni ’60 del Novecento che, sviluppata cronologicamente, racconterà gli italiani a tavola documentando usi, costumi, tradizioni, momenti storici tra rivoluzione industriale, guerre, rinascita economica, ricchezza e povertà, famiglia e lavoro.
GRAFICA PUBBLICITARIA
Grazie ad un importante prestito del Museo Nazionale Collezione Salce di Treviso, la mostra racconta, attraverso cinquanta locandine pubblicitarie, l’evoluzione della comunicazione con riferimento alla cultura alimentare in Italia: i brand divenuti “storici”, come Barilla, Campari e Martini; i prodotti del consumo di massa che entrarono nelle case degli italiani, come i cibi in scatola e le bevande gassate; i manifesti propagandistici e i primi esempi di sensibilizzazione sulle tematiche nutrizionali. L'ambito alimentare è tra quelli maggiormente rappresentati, per l'intera cronologia cui i manifesti Salce afferiscono (1844/1962); e la qualità delle proposte pubblicitarie del settore è talora tale da fissare veri caposaldi della storia della grafica illustrata: basti pensare in tal senso all'impegno del futurista Fortunato Depero per la Campari. Tra le opere selezionate per la mostra si annoverano pezzi di grande valore: l'elegante Filippo Omegna per Ferrarelle, per esempio, che in una scena tipicamente belle époque del primo decennio del 900 testimonia di un logo, tuttora esistente, già perfettamente definito; il seduttivo Martini & Rossi di Marcello Dudovich, ancora, scelto tra un consistentissimo novero – si tratta dell'artista più rappresentato in Collezione – che spazia dal Liquore Strega al Cordial Campari alla Colomba Alemagna alla Birra Pedavena; l'esuberante Cirio di Leonetto Cappiello, declinazione tutta mediterranea dell'invenzione del “personaggio idea”; il geniale Barilla di Erberto Carboni, che fissa il logo e i colori aziendali facendo della pasta all'uovo un indimenticabile divertissement.
Interessante poi la pubblicità di regime, con la sua valenza educativa: Raffaele Francisi esorta al consumo di pesce con la forza della grafica incisa e dei contrasti cromatici mentre Giaci Mondaini, nel suo Bevete latte, innova tecnicamente il linguaggio pubblicitario servendosi, tra i primi, della fotografia (forse della piccolissima figlia Sandra, come anche nelle coeve campagne antitubercolari).
Una nota di merito specifica va riservata alle creazioni di Armando Testa, vero dominatore della pubblicità illustrata degli anni '50 e capace di invenzioni indelebilmente fissate nella memoria di tutti noi, per Paulista e Punt & Mes non meno che per Carpano o per la Simmenthal.
L'annotazione conclusiva è infine per il Bacio Perugina di Federico Seneca, il primo vero art director aziendale della storia pubblicitaria italiana nella Perugia dei Buitoni e degli Spagnoli. La sua giovanile (1922) invenzione per il famoso cioccolatino alla nocciola prendeva in verità le mosse da un amore clandestino e si ispirava alle atmosfere tenebrose dei Baci/Vampiri di Munch; ma, seppure edulcorata nei colori e illuminata da stelline inserite successivamente nel cielo di fondo, l'immagine sopravvive integra e immutato è, soprattutto, il geniale lettering della grande B, morbida e sensuale come il prodotto che la ispira.
OGGETTI E ATTREZZATURE D’EPOCA
La mostra sarà arricchita da un campionario di oggetti (antichi ricettari, menù delle navi da crociera, confezioni e scatole di prodotti alimentari, macchine fotografiche, ecc.), che darà modo al visitatore di fare un tuffo nel passato delle tradizioni e di scoprire gli originali attrezzi del mestiere e gli oggetti che hanno popolato le case degli italiani nell’arco di cento anni.
La mostra, promossa e organizzata da Munus e patrocinata dal Comune di Perugia, è organizzata in collaborazione con il Polo Museale del Veneto, il Museo Nazionale Collezione Salce di Treviso, curata dal Prof. Alberto Manodori Sagredo e inserita tra gli eventi di 2018 Anno del Cibo Italiano.
SCHEDA INFORMATIVA
Titolo: Italia a Tavola 1860 – 1960. La Cultura Enogastronomica nelle Fotografie Storiche e nella Grafica Pubblicitaria
Sedi: Museo Civico di Palazzo della Penna, Via Prospero Podiani 11, Perugia
Cappella di San Severo, Piazza Raffaello, Perugia
Inaugurazione: Giovedì 26 luglio, ore 18,00
Museo Civico di Palazzo della Penna,
Via Prospero Podiani 11, Perugia
Periodo mostra: 27 luglio – 16 settembre 2018
Orari: Museo Civico di Palazzo della Penna: Luglio 10.00-19.00, chiuso il lunedì; Agosto 10.00-19.00, aperto tutti i giorni; Settembre 10.00-19.00, chiuso il lunedì
Cappella di San Severo: Luglio 10.00-18.00, chiuso il lunedì; Agosto 10.00-18.00, aperto tutti i giorni; Settembre 10.00-13.30 e 14.30-18.00, chiuso il lunedì
Ingresso: Museo Civico di Palazzo della Penna: Biglietto Intero € 6,00 €, Biglietto Ridotto A € 3,00, Biglietto Ridotto B € 2,00
Cappella di San Severo: Biglietto Intero € 5,00, Biglietto Ridotto A € 3,00, Biglietto Ridotto B € 2,00
Biglietto Cumulativo: Museo Civico di Palazzo della Penna + Cappella di San Severo + Complesso Templare di San Bevignate: Biglietto Intero € 10,00, Biglietto Ridotto A € 7,00, Biglietto Ridotto B € 5,00

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