occident 1 ok(UMWEB) Umbria. Torna nella nostra regione la produzione del Teatro Stabile dell’Umbria OCCIDENT EXPRESS, di Stefano Massini, con Ottavia Piccolo e l’Orchestra Multietnica di Arezzo, diretta da Enrico Fink.


Lo spettacolo che sta ottenendo un grandissimo successo nei più importanti teatri italiani sarà mercoledì 21 novembre al Teatro Concordia di Marsciano, venerdì 23 novembre al Teatro Mengoni di Magione, sabato 24 novembre al teatro Caporali di Panicale, per poi proseguire nel mese di dicembre martedì 11 al teatro della Filarmonica di Corciano, giovedì 13 al teatro dell’Accademia di Tuoro e sabato 15 al Teatro Torti di Bevagna.
In scena Ottavia Piccolo e i musicisti dell’orchestra multietnica a evocare una migrazione vissuta realmente da una donna anziana, Haifa, in fuga dalla guerra, insieme con la nipote bambina, che attraversano la Terra, dalla città fantasma di Mosul, in Iraq, fino al gelo del Mar Baltico. 5.000 chilometri di cammino: una storia dei nostri giorni, che, nella scrittura di Stefano Massini, risuona come un’epopea.
Occident Express è la cronaca di un viaggio. È il diario di una fuga. Occident Express è l’istantanea su un inferno a cielo aperto. Ma soprattutto è una storia vera, un piccolo pezzo di vita vissuta che compone il grande mosaico dell’umanità in cammino. Occident Express è un frammento del nostro tempo. Ci sono cose che fai senza sceglierle, sono semplicemente loro che scelgono te. Così Haifa non sceglie di mettersi in cammino: qualcosa di più grande decide per lei, obbligandola a lasciarsi tutto alle spalle. Una donna coi capelli bianchi costretta a tagliare il filo della sua esistenza, mettendosi alla ricerca. Di cosa? Chissà. Di una meta. Di un approdo. Forse solo di un posto dove fermare le gambe. Un tempo sua sorella le diceva «Tu Haifa sei nata per star ferma», e lei faceva sì col mento. Adesso fuggire è tutto.
Dalle terre aride di Hulalyah, nel nord dell’Iraq, risalendo l’Europa fino ai ghiacci del mar Baltico, Haifa strappa coi i denti una tappa dopo l’altra, ogni volta morendo, ogni volta nascendo, ogni volta scoprendo qualcosa degli altri e di sé. Un’odissea del Terzo Millennio. Un racconto spietato fra parole e musica, senza un solo attimo di sosta: la terribile corsa per la sopravvivenza.
Stefano Massini ci introduce così a questa vicenda: “Nel 2015 una donna anziana di Mosul si mise in fuga con la nipotina di 4 anni: ha percorso in tutto 5.000 chilometri, dall’Iraq fino al Baltico, attraverso la cosiddetta ‘rotta dei Balcani’. Questa è la sua incredibile storia.
Conobbi la storia di Haifa Ghemal nel marzo 2016.
Un importante quotidiano europeo mi propose di scrivere un pezzo sul suo viaggio al tempo stesso agghiacciante e formidabile. Il contatto con questa cronaca fu in effetti impressionante: un concentrato inaudito di violenza, tenerezza, terrore e umanità, in un crescendo senza fine. Trovai che nella storia di questa anziana donna ci fosse molto del nostro tempo: la gratuità del male, l’onnipotenza del danaro, l’irrompere sulle nostre strade di una forza incontrollabile per lungo tempo sconosciuta all’occidente: la lotta per la vita. Haifa si mise in viaggio con niente di più che una bambina al collo, intercettando sul suo cammino le esistenze di altri forzati nomadi del 2015, in primo luogo i figli di un pastore e una ragazza sfregiata, tutti come lei sospesi come a un filo su un abisso ingordo. E come nei grandi cicli epici, anche in questa storia si guarda più volte in faccia la morte, al punto da imparare perfino a conoscerla, trovando nei suoi agguati la cifra – segreta eppure esplicita – della bestialità umana. Dalla storia di Haifa Ghemal ho tratto quindi questo racconto, trattando la realtà dei fatti come un terreno fertile da cui far sorgere la pianta verde di un’epica moderna. Come i cantastorie di un tempo, ho usato la cronaca per costruirvi sopra un edificio, affinché una piccola storia divenga il paradigma di un’epoca intera. La mitologia è questo, in fondo. E il viaggio di Haifa si aggiunge, credo, a quella lista di miti davanti a cui ogni Omero chinerebbe la testa: sono leggende già pronte, impossibile non dargli forma scritta.”
Si può prenotare telefonicamente, al Botteghino Telefonico Regionale del Teatro Stabile dell’Umbria 075/57542222, tutti i giorni feriali, dalle 16 alle 20. I biglietti prenotati vanno ritirati mezz’ora prima dello spettacolo, altrimenti vengono rimessi in vendita.
E’ possibile acquistare i biglietti anche on-line sul sito del Teatro Stabile dell’Umbria www.teatrostabile.umbria.it.