ecomusei(UNWEB) Perugia. “Gli ecomusei, in Umbria come in Italia, si impegnano per farsi riconoscere a tutti livelli come vere e proprie realtà culturali, strumenti di sinergia tra territorio, patrimonio e comunità. Un impegno e una volontà che la Regione sostiene e che ci fa ben sperare in una crescita della rete ecomuseale che non sia solo un fatto formale, ma una realtà composta da persone che amano il proprio territorio e che sanno interagire con la popolazione locale e la sua storia”. È quanto ha detto l’assessore regionale alla Cultura, Fernanda Cecchini, intervenendo al secondo Forum degli ecomusei umbri durante il quale i rappresentanti degli Ecomusei hanno illustrato alcune attività e iniziative rappresentative di buone pratiche ecomuseali.

Il Forum è stato aperto dall’assessore Cecchini; a coordinare i lavori Antonella Pinna, presidente del Comitato tecnico-scientifico per gli Ecomusei della Regione Umbria.
La Regione Umbria, con la legge regionale n. 34 del 14 dicembre 2007 intitolata "Promozione e disciplina degli Ecomusei", ha definito gli Ecomusei come territori connotati da forti peculiarità storico-culturali, paesistiche ed ambientali, e li riconosce quali strumenti per tramandare, valorizzare e rafforzare i legami museo-comunità e uomo-territorio. “Di fatto - ha sottolineato l’assessore - non li istituisce bensì li promuove e li disciplina per inserirli organicamente nel quadro normativo e programmatorio regionale, per ricostruire e testimoniare, con il coinvolgimento degli abitanti, la memoria storica, i patrimoni materiali e immateriali, l’ambiente ed il paesaggio, i saperi e le pratiche delle popolazioni locali”.
Gli ecomusei umbri al momento sono otto, di cui sei riconosciuti dalla Regione: l’Ecomuseo della Dorsale Appenninica Umbra, l’Ecomuseo del Paesaggio Orvietano, l’Ecomuseo Geologico Minerario di Spoleto, l’Ecomuseo del Tevere e l’Ecomuseo di Campello sul Clitunno l’Ecomuseo del Paesaggio degli Etruschi. Non ancora riconosciuti sono l’Ecomuseo del Paesaggio del Trasimeno e l’Ecomuseo Colli del Tezio, che stanno procedendo alla redazione dei loro piani di fattibilità preliminari che saranno poi valutati dal Comitato tecnico-scientifico ai fini dell’accreditamento. Aspetto fondamentale per la costituzione di un Ecomuseo è l’integrazione delle proprie attività con quelle dei Centri di Educazione Ambientale (Cea) che sono già operativi nel territorio e che rappresentano un punto di riferimento per la disseminazione della cultura della sostenibilità nella regione.
Il Servizio Musei, Archivi e Biblioteche è l’ufficio regionale per la promozione e la disciplina degli Ecomusei, con al fianco gli esperti chiamati a far parte del Comitato tecnico scientifico.
“Questo Forum – ha rilevato l’assessore – riveste particolare importanza in quanto costituisce una sede di dibattito, di elaborazione di proposte e di scambio tra gli operatori degli ecomusei riconosciuti e non riconosciuti, centri di educazione ambientale ed enti locali. Ed è importante anche per far conoscere le tante ‘buone pratiche’ attuate”.
Per l’assessore Cecchini “un’attenzione particolare va posta al contesto nazionale: oggi sono 12 le Regioni che hanno legiferato, mentre alcune proposte di legge nazionale non sono mai approdate ad un testo definitivo, e gli ecomusei italiani sono un centinaio, sparsi soprattutto nel Centro nord della penisola, rappresentativi di una pratica ormai venticinquennale”.
La rete nazionale degli ecomusei “ha più volte richiamato l’esigenza di avere un quadro normativo generale di riferimento, anche se renderlo compatibile con le diverse leggi regionali vigenti non è cosa di poco conto. C’è insomma la volontà di farsi riconoscere a tutti i livelli, in sintonia anche con il sentire europeo nei riguardi del patrimonio culturale. La Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore dell’eredità culturale per la società – ha portato ad esempio - esprime concetti che sono centrali per gli ecomusei: ‘una comunità di eredità è costituita da un insieme di persone che attribuisce valore ad aspetti specifici dell’eredità culturale, e che desidera, nel quadro di un’azione pubblica, sostenerli e trasmetterli alle generazioni future’”.
“Questa volontà – ha ribadito l’assessore Cecchini - è presente anche nel nostro territorio e noi vogliamo sostenerla; il nostro sistema ecomuseale regionale è una realtà ancora piccola, ma molte sono le attività in cantiere e i soggetti coinvolti e soprattutto alto è l’interesse della popolazione che risponde sempre numerosa alle iniziative proposte sul territorio regionale”.
Nel corso del Forum sono intervenuti Dino Renato Nardelli, Isuc-Istituto per la storia dell’Umbria contemporanea che ha presentato “Memorie di un paese: San Martino in Campo” (Pubblicazioni dell’Ecomuseo del Tevere); Fulvio Porena, Cedrav-Centro per la Documentazione e la Ricerca Antropologica in Valnerina, sullo stato dell’Ecomuseo della Dorsale Appenninica Umbra a seguito dei recenti eventi sismici; Massimo Luciani, Ecomuseo del Paesaggio Orvietano, ha parlato delle Mappe di Comunità come strumento di conoscenza partecipata del patrimonio materiale e immateriale; Mirko Pacioni, Ecomuseo del Paesaggio degli Etruschi, ha presentato la Scuola di Apicoltura dell’Etruria.