sala mensa stanley black decker(UMWEB) Perugia. Non è stata casuale la scelta del luogo dove ieri si è tenuto il convegno promosso dall'Associazione Lavoro&Welfare dal titolo "Cgil, Cisl, Uil e Confindustria: una svolta nelle relazioni industriali?" sull'accordo firmato il 28 febbraio scorso e che segna una svolta nella contrattazione collettiva.

Per parlare del "Nuovo patto per la fabbrica" la scelta è caduta sulla Sala mensa della Stanley Black&Decker a Ellera di Corciano, provincia di Perugia, che sforna più di 1000 pasti al giorno per uso interno ma che serve anche imprese e scuole del territorio. "Un fiore all'occhiello della negoziazione dei lavoratori 40 anni fa - come ha ricordato Massimo Marotta, amministratore delegato di DeWalt Industrial Tools - in quello che ad oggi è l'unico stabilimento rimasto in Europa Occidentale di un'azienda che ha già delocalizzato 15.000 posti di lavoro in India, Brasile, Messico e Repubblica Ceca.

"Una scelta significativa e simbolica, un luogo che rappresenta un pilastro fondamentale per la regione" ha sottolineato nel suo saluto il Sindaco di Corciano Cristiano Betti. Luca Ferrucci e Massimo Bartoli, dell'Università di Perugia, hanno introdotto i temi dell'accordo e il contesto in cui nasce: "Da una parte la crisi economica che ha lacerato i legami sociali della comunità, tra lavoratori e imprese, tra banche e aziende, tra istituzioni e famiglie. Dall'altra la delegittimazione dei corpi intermedi: partiti, mondo associativo imprenditoriale, sindacati. In un contesto sociale in cui prevale l'istinto di sopravvivenza individuale è un accordo importante perchè mette per iscritto la condivisione di alcuni valori come rappresentatività, partecipazione e contrattazione".

A coordinare i lavori Antonello Chianella di Lavoro&Welfare Umbria che ha ricordato "la necessità del paese di marciare insieme". Concetto espresso anche dal Vice Presidente di Confindustria Umbria con delega alle Relazioni Industriali, Luca Tacconi: "Il patto per la fabbrica rappresenta la volontà di 'segnare insieme' che la politica sembra aver smarrito. Gli elementi di questo accordo, che evocano condizioni di un paese moderno dal punto di vista economico e sociale, sono diversi: attività di formazione, sicurezza, aspetto salariale, contrattuale. Restano tanti problemi da risolvere, dalla disoccupazione alla sfida di industria 4.0, ma apprezzo molto queste iniziative così come ho apprezzato l'attività da Ministro del Lavoro di Cesare Damiano, perchè per risolvere i problemi servono soluzioni condivise".

Presenti i segretari sindacali regionali. Vincenzo Sgalla (Cgil Umbria) parla dell'incontro di martedì prossimo con Confindustria e con la Presidente Marini per discutere di Industria 4.0: "La contrattazione può essere la spinta alla crescita. Il progetto economico e la visione sociale che hanno caratterizzato la crescita dell'Umbria dagli anni '70, all'ombra di una certa idea politica, è ormai alle spalle e diventa necessario guardare ad un nuovo orizzonte caratterizzato dalla digitalizzazione". Per Ulderico Sbarra (Cisl Umbria): "Rappresentatività, partecipazione, contrattazione sono stati messi in discussione non negli ultimi 2 anni, ma dagli anni '80. L'interesse comune riguarda sia la competitività ma anche salario equo e sicurezza". Claudio Bendini (Uil Umbria) parla delle condizioni dei lavoratori sotto appalto che sono anche peggiori: "L'Umbria da tanti anni ha indicatori negativi, il reddito medio pro-capite diminuisce e la forbice con la media italiana aumenta".

Conclusioni dei lavori affidate al Presidente di Lavoro&Welfare, Cesare Damiano: "E' un accordo positivo perchè rivaluta la parola 'compromesso'. Compromesso tra capitale e lavoro, compromesso tra ragioni delle imprese e ragioni dei lavoratori. Non era scontato questo accordo, c'erano distanze ed è stato un lavoro lungo e difficile. Il punto focale è la lotta al dumping salariale, che rappresenta un rischio per la contrattazione sindacale. Diritti e doveri devono camminare insieme, non possiamo vivere in un mondo alla rovescia dove i manager che fanno fallire le aziende vengono premiati con buonuscite milionarie. Ci sono tante forme di capitalismo, bisogna rafforzare il valore sociale dei corpi intermedi e andare verso un'orizzonte riformista. Il lavoro viene pagato poco, nel 2018 il salario medio è bassissimo ed il 15% del lavoro dipendente arriva fino a 400 euro al mese".

Prossimo appuntamento con gli incontri dell'Associazione Lavoro&Welfare venerdì 11 maggio ore 17.30 all'Hotel Garden di Terni, quando sarà presentata la Terza Indagine "Il lavoro che cambia" condotta, con Youtrend e l'Università La Sapienza di Roma, sui cambiamenti del mondo del lavoro. Un'indagine da cui emerge l'omogeneità della remunerazione tra lavoro dipendente e lavoro autonomo, e le caratteristiche del lavoro di oggi che è saltuario, intermittente, occasionale. E già nel 2017 il 70% dei lavoratori si dichiarava senza riferimento politico. Un segnale di ciò che sarebbe successo alle elezioni del 4 marzo.


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