20181205 120332"Nonni per le città", presto al via il progetto in alcuni Comuni dell’Umbria

Ex artigiani a disposizione delle città per ripristinare l’arredo urbano

(UMWEB) PERUGIA - "Nonni per le città": un progetto nazionale per riqualificare le città rendendole più belle e più sicure. Tanti ex artigiani ed ex artigiane, oggi pensionati, potranno mettere a disposizione esperienze, competenze e il "saper fare" per ripristinare l'arredo di una piazza, riqualificare immobili abbandonati o, più semplicemente, adottare un'aiuola, falciare un prato o riparare una panchina. Tutto questo sempre insieme ai giovani e alle reti associazionistiche e del volontariato già presenti e attive nelle città. E' questo l'ultimo progetto ideato da Cna Pensionati e che sarà attivato in Umbria, prima regione d'Italia dove è stato presentato.

Tutti i dettagli dell'iniziativa sono stati illustrati durante un convegno che si è tenuto martedì 4 dicembre presso il ristorante Le Fontanelle di Perugia. Sono intervenuti: Roberto Giannangeli, direttore regionale Cna Umbria, Giuliano Sorcio, presidente regionale Cna Pensionati Umbria, Jacopo Basili, Cna Pensionati nazionale, Monia Burani, responsabile regionale Epasa Itaco. Prenderà parte ai lavori, coordinati da Giancarlo Fucili, anche Giovanni Giungi, rispettivamente, vice presidente e presidente nazionale Cna Pensionati. L'iniziativa è stata organizzata da Cna Pensionati Umbria in collaborazione con Cna Umbria e con il patrocinio di Epasa Itaco.

"Centri abitati più puliti e curati, luoghi accoglienti e strappati al degrado, quartieri riqualificati, sono ingredienti fondamentali per far crescere la sicurezza", ha spiegato Giovanni Giungi, presidente nazionale di Cna Pensionati. "Nonni per le città - ha proseguito - ha inoltre l'obiettivo, importantissimo, di far tornare a vivere di nuovo le piazze e i quartieri, di tornare al contatto umano e alla socializzazione in un mondo in cui l'isolamento fisico, accresciuto anche da un uso distorto delle piattaforme digitali e dei social network, è diventato un problema per tutti. Vogliamo fare comunità e riscoprire le virtù del lavoro artigiano, stando insieme e riacquistando il valore della solidarietà partendo proprio dai nostri associati".

Jacopo Basili, invece, ha spiegato che il progetto partirà in Umbria perché "è un'esperienza positiva in controtendenza rispetto alla dinamica nazionale. Con l'attuale andamento entro pochi mesi supererà l'area metropolitana di Roma per iscritti a Cna Pensionati". I numeri parlano chiaro. Il tesseramento nazionale al 31 dicembre 2016 vedeva iscritti 232.161 pensionati (in Umbria 6.163), al 31 luglio 2018 invece 229.695 (in Umbria 6.549). In meno di due anni il numero di associati è diminuito di 2.466 unità (- 1,1%) a fronte di un aumento nella regione di 386 (+ 6,3%). Ma non solo. L'Umbria è una delle poche d'Italia - sono 8 in tutto - dove c'è già una legge regionale per promuovere "l'invecchiamento attivo" ed inoltre già 7 Comuni (Perugia, Narni, Orvieto, Città della Pieve, Terni, Arrone e Todi) hanno approvato un regolamento "sulla collaborazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani" mentre altri 2 (Castiglione del Lago e Gubbio) hanno avviato l'iter amministrativo per adottarlo.

Giancarlo Fucili, vice presidente nazionale Cna Pensionati, ha spiegato che come prima cosa sarà firmato un accordo con l'Anci Umbria per poi sottoscrivere delle convenzioni con i singoli Comuni.

Giuliano Sorcio, presidente regionale Cna Pensionati Umbria, invece, si è detto onorato che tale progetto sia presentato in Umbria e ha sottolineato la sua importanza quale "modello di vivibilità ed inclusione sociale nella fase intermedia dal pensionamento al momento della 'non autosufficienza'".

L'incontro è stato chiuso da Roberto Giannangeli, direttore regionale Cna Umbria, che ha espresso parole di soddisfazione per i risultati raggiunti in termini numerici non solo relativamente alla sezione pensionati ma anche a quella legata al mondo delle imprese. Negli ultimi 10 anni, infatti, le aziende iscritte a Cna Umbria sono aumentate: nel 2008 erano 6.500 mentre nel 2018 sono 8.500. "Abbiamo avuto - ha detto Giannangeli - un incremento di 2.000 imprese, nonostante alcune chiusure a causa della crisi". Per il direttore regionale questo risultato è stato raggiunto principalmente grazie a due fattori su cui si è lavorato: competenze e squadra.