coldirettiumbriaCon l’emergenza, problemi aggravati: a rischio produzione, cibo e sicurezza!

(UNWEB) Con gli spostamenti limitati dall’emergenza coronavirus, il problema cinghiali sta assumendo in Umbria una dimensione ancora più grave con razzie e devastazioni nei campi in aumento e presenze dei selvatici a ridosso dei centri abitati. È l’allarme lanciato dalla Coldiretti Umbria, con il Presidente Albano Agabiti che ha scritto all’Assessore regionale all’agricoltura Roberto Morroni, per richiedere il ripristino delle attività di controllo e contenimento della fauna selvatica bloccate causa coronavirus. Una forte preoccupazione della quale sono stati messi a conoscenza anche la Presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, il Prefetto di Perugia Claudio Sgaraglia e il Prefetto di Terni Emilio Dario Sensi, per trovare soluzione utili a imprese e comunità.

Con un territorio meno presidiato crescono i danni nelle campagne - afferma Agabiti - specialmente per le colture primaverili appena seminate come mais e girasole che diventano un ottimo pasto per i cinghiali. È necessario quindi, nel rispetto delle misure di sicurezza che l’emergenza richiede, attivarsi al più presto per tornare a porre un freno alle devastazioni dei cinghiali su tutto il territorio regionale. Per questo - spiega Agabiti - chiediamo che gli enti competenti adottino tempestivamente quelle azioni volte a tutelare l’attività degli imprenditori e l’incolumità pubblica. Occorre ora più che mai, infatti, difendere le produzioni agroalimentari del territorio, diventate ancora più preziose in questo momento di emergenza sanitaria, insieme alla sicurezza e alla salute dei cittadini, tutelando così un comparto alle prese già con molte difficoltà.

Sono quotidiane - ricorda Agabiti - le segnalazioni che riceviamo da imprenditori agricoli e cittadini, tanto che circolano vari filmati che riportano i “saccheggi” dei cinghiali nei campi, ma anche la loro pericolosa presenza sulle vie di comunicazione.

La conferma arriva direttamente da Gabriele Giovannini, imprenditore agricolo di Narni. “Solo qualche giorno fa mentre stavo seminando il mais - riferisce Gabriele - dietro di me circolavano liberamente una decina di cinghiali che in massima tranquillità lo raccoglievano, distruggendo e mandando in fumo i lavori appena effettuati”.

A livello nazionale - sottolinea il Direttore regionale Coldiretti Mario Rossi - con l’emergenza coronavirus sono saliti a oltre due milioni i cinghiali che circolano senza freni per campagne e città danneggiando i raccolti e mettendo a rischio la sicurezza stradale e l’Umbria è sicuramente tra le realtà più colpite. In pericolo - denuncia Rossi - non ci sono solo le produzioni agricole necessarie per soddisfare la domanda alimentare dei cittadini ma anche la sicurezza delle persone. A preoccupare sono anche i rischi per la salute provocati dalla diffusione di malattie come la peste suina.

Occorre quindi - prosegue Rossi - il massimo impegno da parte di tutti gli organi ed attori interessati al problema, per evitare che il comparto agricolo locale, già in grave sofferenza economica per le conseguenze del coronavirus, subisca un’ennesima batosta da cui difficilmente riuscirebbe a risollevarsi. Un settore - conclude Rossi - alle prese tra l’altro con le ormai sempre più consuete anomalie climatiche, che influiranno sui prossimi raccolti sui quali pesa quest’anno pure l’incognita della disponibilità di manodopera come forza lavoro nelle campagne.