Sergio Cammariere QuintetyEsegue al Morlacchi per il “Round Midnight” di giovedì 19, il Sergio Cammariere Quintet con Sergio Cammariere al pianoforte e voce ed Amedeo Ariano, Luca Bulgarelli, Bruno Marcozzi, Daniele, Tittarelli. Il tutto per un ristretto pubblico di veri appassionati di Jazz e del pianista cantautore.


(ASI) Perugia. L’ho scoperto al Maurizio Costanzo Show più di venti anni orsono e acquistai subito il suo primo album che ancora conservo, era esponente di un pianismo leggero fresco emotivamente intenso e ricercato. In quella occasione gli fu detto che eseguiva “musica intelligente”, definizione che nell’ambito pratico rendeva bene l’idea di cosa stessa facendo quel giovane artista; ma che a me personalmente non piacque molto. Come apprendiamo dal sito ufficiale: “…ha nella sua anima l’eco delle note dei grandi maestri del jazz, i ritmi latini e sudamericani, la musica classica e lo stile della grande scuola cantautoriale italiana. E soprattutto, una innata predisposizione per la composizione musicale e l’improvvisazione”. Credo che questa sia la migliore sintesi per descrivere musicista e musica. Sergio Cammariere nasce a Crotone nel 1960 ed è il cugino di Rino Gaetano, uno dei migliori cantautori nella storia della canzone Italiana. “Già dal 1992, dopo anni dedicati al grande sogno della musica, compone la sua prima colonna sonora per il film Quando eravamo repressi, di Pino Quartullo poi per Teste Rasate, film di Claudio Fragasso e Uomini senza donne film di Angelo Longoni. Sergio Cammariere è autore anche delle musiche che accompagnano alcuni cortometraggi come Non finisce qui regia di Maria Sole Tognazzi del 1997, La pena del pane di Lucia Grillo e Mattia Preti – Il pennello e la spada regia di Francesco Cabras e Alberto Molinari (Ganga Film). Nel 1997 partecipa al Premio Tenco e vince il Premio IMAIE come “Migliore Musicista e Interprete” della Rassegna, con voto unanime della Giuria. Nel gennaio 2002 esce il suo primo album “Dalla pace del mare lontano” e inizia la collaborazione di Roberto Kunstler per i testi. Prodotto da Biagio Pagano per Via Veneto Jazz è un disco di grande impatto sonoro che vanta la partecipazione di Pasquale Panella per un omaggio a Charles Trènet (Il mare). La partecipazione al Festival di Sanremo nel 2003 con “Tutto quello che un uomo”, con la collaborazione di Roberto Kunstler per il testo, gli regala il terzo posto oltre al “Premio della Critica”, il Premio “Migliore Composizione Musicale” e due Dischi di Platino. Il curriculum artistico è poi ancora molto lungo (Miglior Artista Emergente e la prestigiosa “Targa Tenco” 2002 per la “Migliore Opera prima”, Premio come “Migliore Live dell’anno” assegnato da Assomusica, ecc.). Ieri sera al Morlacchi il pubblico, ha dimostrato di gradire ancora molto la modalità espressiva di questo artista e dei suoi musicisti collaboratori. Abbiamo assistito ad un “pianista che si accompagnava cantando”, completo e raffinato. Il suo prodotto artistico è ricercato, ha molte tangenze con il genere jazz, con la musica delle orchestre leggere italiane da ballo della prima ora, con quella da cinema, da locale notturno della migliore tradizione ed anche con la musica genericamente definita “classica”. L’introduzione pianistica iniziale è bellissima, caratterizzata dalla sue tipiche armonie. Segue un sapore gitano e di Flamenco e poi giunge la sua voce calda, sommessa. Tutto è molto melodico e trasognato, così come si attendono i suoi estimatori. L’atteggiamento è nettamente romantico. Il repertorio eseguito è suo proprio e i brani molto conosciuti. Tra una canzone e l’altra veri e propri intermezzi pianistici (citerei Mascagni). Gli arrangiamenti sono raffinati e attenti alle percussioni. Gli strumentisti ed il loro affiatamento molto buoni. Il concerto si dipana in “ballate” più che canzoni. Il “feeling” con il pubblico è alto e la padronanza del palco o meglio della scena lo è ugualmente. Un bellissimo concerto, dalle grandi aperture armoniche che restano come forti impressioni uditive. Applausi e bis.
Per ASI, Giuseppe Nardelli

Foto dal facebook di Umbria Jazz