CaldaraDomenica 21 ottobre alle ore 16:30. Concerto di chiusura dell’evento internazionale dedicato alla musica classica
Prima esecuzione moderna, a 300 anni dalla composizione,
dell’opera sacra inedita di Antonio Caldara su testi del tuderte Giuseppe Piselli

(UMWEB) Todi, Il Festival Federico Cesi, l’evento internazionale dedicato alla musica classica diretto da Annalisa Pellegrini e Stefano Palamidessi, si conclude anche quest’anno con la sezione Autumn dedicata alla grande produzione di musica sacra. L’impegno del Festival per la chiusura della 11ma edizione, vede la collaborazione con la Diocesi di Orvieto-Todi per la Prima esecuzione in tempi moderni dell’inedita opera sacra “Il Martirio di San Terenziano” composta nel 1718 da Antonio Caldara su libretto di Giuseppe Piselli, originario di Todi. Il manoscritto è stato rinvenuto la scorso anno presso l’Archivio di Stato di Vienna da Don Alessandro Fortunati con l’aiuto del maestro Paolo Centurioni ; si suppone che il Martirio sia stato rappresentato durante la Quaresima dell’anno 1718 presso la Corte degli Asburgo a Vienna, dove Caldara era musicista di corte e Piselli era poeta cesareo.
La eccezionalità dell’operazione culturale proposta è determinata dal pregio artistico dell’opera che esprime una delle vene più felici del Barocco Italiano, testimoniata dall’internazionalizzazione degli autori. Di non poco conto infatti, è l’ importanza del compositore, Antonio Caldara (1670-1736), che è stato uno dei più noti musicisti della sua epoca, applaudito sia come operista che come autore di musica oratoriale e sacra, ancora oggi considerato una delle personalità musicali di maggior rilievo del Barocco Italiano. Importantissimo è stato l’apporto del librettista Giuseppe Piselli, nato a Todi alla fine del ‘600 che, dopo aver dato alle stampe numerosi lavori per importanti personaggi italiani e non, trasferitosi a Vienna nel 1690, divenne Poeta Cesareo come fu poi per Metastasio e Zeno. La prima esecuzione mondiale in epoca moderna del “Martirio di San Terenziano” (allo scadere dei 300 anni dalla composizione) sarà di particolare rilievo per il territorio tuderte, sia in virtù dei natali del librettista Giuseppe Piselli che della fama del compositore Antonio Caldara, i quali già in vita furono riconosciuti in tutta Europa tra i maggiori esponenti del barocco italiano riscuotendo un grande successo in Italia, in Europa e alla corte viennese (dove, verosimilmente, avvenne la prima rappresentazione dell’oratorio). Altro legame importantissimo con il territorio tuderte è costituito dall’oggetto dell’Oratorio. Come riportano le fonti agiografe, San Terenziano fu una figura storica realmente esistita: fu Vescovo di Todi nel I secolo d.C. Testimonianze ne rimangono sul territorio tuderte anche nelle dedicazioni al santo di numerose pievi della Diocesi Orvieto-Todi e nell’esistenza di località geografiche nominate “San Terenziano” ( la cittadina, il castello, ecc..). La trama dell’oratorio è tutta ispirata alla storia di San Terenziano e alla sua conversione e testimonia una conoscenza diretta del librettista che, cercando di dare ancor più concretezza storica agli eventi, introduce tra i personaggi Flacco di cui rimangono oggi tracce nella dedica della chiesa dei “SS Terenziano e Flacco” nel paese di San Terenziano (PG).
L’organico dell’oratorio si compone di 5 solisti, tra cui il protagonista dell’opera, San Terenziano, interpretato dal contraltista Roberto Colavalle. Gli altri personaggi sono l’Angelo, il soprano Annalisa Pellegrini, Flacco, il tenore Roberto Mattioni, Leciano, il baritono Gino Nappo, e Cassio, il basso Stefano Fioravanti. Come già nella prima esecuzione del 1718, ad interpretare alcuni dei personaggi sono stati chiamati cantanti tra i più virtuosi da anni in servizio presso la Cappella Musicale Pontificia Sistina di Roma. L’oratorio prevede anche un ensemble strumentale e vocale, che per l’occasione sarà il CivicAntiqua Ensemble, già noto al pubblico per le collaborazioni con la famosa soprano barocca Emma Kirkby, di cui il primo violino concertatore stabile è Gabriele Benigni.
La trascrizione in notazione moderna è stata curata dal compositore Luca Mancini, già curatore delle edizioni moderne di Mazzocchi. Il coordinamento di questa prima esecuzione è di Don Alessandro Fortunati, delegato episcopale per la cultura della Diocesi di Orvieto-Todi. Il “Martirio di San Terenziano” è patrocinato dalla Regione Umbria, dalla Diocesi di Orvieto-Todi, da tutti i comuni sede degli eventi del Festival e sostenuto dall’ETAB Consolazione di Todi.


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