DSC 3942Cerimonia di consegna del “Pellegrino di Pace” nel Santuario della Spogliazione

L’artista commossa ha visitato il Museo della Memoria e il luogo dove sono stati salvati gli ebrei

(UMWEB) ASSISI – “Questo premio è importante soprattutto in tale momento storico che è un periodo buio. È un incoraggiamento a un lavoro costante sulla pace”. Lo ha detto la cantante israeliana Noa in occasione della cerimonia, che si è tenuta venerdì 21 dicembre al Santuario della Spogliazione, durante la quale le è stato consegnato il premio “Pellegrino di Pace” istituito dal Centro internazionale per la pace fra i popoli di Assisi. “Sono rimasta molto colpita dal vostro Museo della Memoria, dall’operato dei francescani nel salvataggio degli ebrei – ha sottolineato la cantante - e dalla frase di Gino Bartali che le medaglie vanno impresse sul cuore e non sulla giacca”.
Parole che unitamente all’esibizione dell’artista hanno incantato il pubblico per il profondo messaggio di pace. Il premio è stato consegnato dal direttivo e dal presidente del Centro pace, Caterina Costa, insieme al vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, al sindaco di Assisi, Stefania Proietti, alla presidente del Consiglio comunale Donatella Casciarri e al Prefetto di Perugia Claudio Sgaraglia che ha letto l’elenco dei precedenti destinatari del premio giunto alla sua trentesima edizione.
“Mi piace molto il nome di Pellegrino di pace – ha aggiunto la cantante - perché il pellegrino è qualcuno che è sempre in viaggio. Per me viaggiare portando questo messaggio è una missione, non è né una moda né una destinazione. Io amo molto San Francesco – ha concluso -, per me è un simbolo di vera umiltà”.
Dopo la consegna Noa si è esibita proponendo tre canti, tra cui “Beautiful That Way”, accolta dall’entusiasmo generale, mentre il vescovo Sorrentino ha concluso la cerimonia rafforzando il messaggio lanciato dalla cantante.
“Prima di San Francesco e facendo capo a San Francesco c’è il messaggio del vangelo che in questo luogo si ritrovano. Ho voluto il Museo in questo Santuario – ha precisato il vescovo - per ricordare il filo di luce che si è acceso nella notte della Shoah affinché le generazioni future non siano mai più tentate a qualcosa di così orrendo e incredibile. Proprio in questo Santuario – ha aggiunto – si è rivelato il Francesco più alto e più bello. Quello che ha saputo spogliarsi di sé per essere l’uomo dell’accoglienza, perché non si fa mai accoglienza, pace e unità se non ci si spoglia di se stessi”.
La cantante ha infine ringraziato tutti i presenti e gli organizzatori e ha lodato il maestro Andrea Ceccomori che si è esibito in apertura di cerimonia.