tavolo convegno con Bracco Nistri BertoniPaure, incomprensioni, ma anche ricordi ed esempi di rinascita... Tante le testimonianze delle donne straniere presenti al convegno a loro dedicato, in Provincia a Perugia
La componente femminile è un elemento strutturale dell'immigrazione in Italia e e rappresenta più della metà della popolazione straniera residente. L'incontro è stata occasione per parlare di discriminazione, immigrazione e inclusione sociale

(UNWEB) PERUGIA,   Sentirsi diverse e allo stesso appartenenti ad una terra che non è la tua, questo uno dei sentimenti predominati tra le tantissime donne straniere che hanno preso parte ieri pomeriggio all'incontro a loro dedicato in Provincia a Perugia. Il convegno “Storie di donne in terra straniera” promosso dalla Consigliera provinciale di Parità Gemma Bracco e l'Associazione Asi Umbria, ha visto protagoniste le donne di diverse nazionalità, che hanno raccontato il loro arrivo in Italia, la loro personale esperienza di integrazione e anche le difficoltà che hanno e in alcuni casi ancora incontrano a vivere nel nostro Paese. L'incontro si è aperto con i saluti della Consigliera Gemma Bracco, che ha espresso la sua soddisfazione e interesse nel trattare temi come appunto quello dell'integrazione razziale relativa alle donne che vivono nel territorio perugino. “Non si parla molto di quello che significa vivere in un paese straniero, soprattutto per le donne, o per quanti che per i motivi più vari decidono di lasciare la loro terra per stabilirsi altrove, magari per raggiungere i familiari, oppure per motivi di lavoro o altro - ha detto Gemma Bracco -. Si incontrano difficoltà come la lingua, usi e culture diversi, difficoltà di aggregazione ma anche di comprendere il sistema diverso di vita e il modello del paese Italia rispetto al paese di provenienza. Parlare di tutto ciò oggi, anche alla luce dell’esito delle elezioni americane – ha sottolineato la Consigliera di Parità -, è importante in questo momento storico e ci fa meditare su quello che sarà il futuro di certi concetti: dell’integrazione, del vivere insieme, della commistione di culture, idee, religioni, mentalità diversi e anche di colore di pelle diverse. Noi in Italia non siamo tanto abituati alla multiculturalità se non negli ultimi anni. E io mi auguro che si vada sempre più in questa direzione perché la terra è sì quella dove siamo nati, però anche quella dove abbiano deciso di vivere e di impiantare le nostre radici”.
Il convegno, patrocinato da Inail Umbria e Usl Umbria 1, ha visto tra i relatori anche la dottoressa Lorenza Nistri, Inail – Direzione territoriale Perugia/Terni, che ha riportato alcuni dati relativi agli infortuni lavorativi che interessano proprio le donne straniere in Umbria. “I settori in cui si verificano maggiori infortuni per donne straniere – ha detto la dottoressa Nistri - sono quelli relativi ai servizi, sia domestico che sanitario, e per ultimo anche il settore manifatturiero, in particolare quello alimentare. Le malattie professionali che colpiscono maggiormente le donne, dati riscontrati questi anche nelle lavoratrici straniere, sono per lo più malattie osteoarticolari e muscolo scheletriche. Il dato degli infortuni dei lavoratori stranieri qui in Umbria – ha sottolineato la responsabile Inail - è in linea con i dati nazionali, il 14% per quanto riguarda gli infortuni e il 6% per quanto riguarda invece le malattie professionali. Un'incidenza infortunistica comunque superiore a quella dei lavoratori italiani”.
La componente femminile è un elemento strutturale dell'immigrazione in Italia e rappresenta più della metà della popolazione straniera residente. Negli ultimi anni si è assistito a una immigrazione femminile più marcata rispetto a quella maschile, dovuta soprattutto alle occupazioni legate ai servizi alle famiglie. Le donne straniere che arrivano in Italia da quei Paesi segnati da una matrice culturale e religiosa diversa, si trovano ad affrontare un vero e proprio shock culturale e, come responsabili della cura dei figli devono interagire in modo attivo con il nuovo contesto, entrando in contatto con le istituzioni e le pubbliche amministrazioni. In questo caso, è indispensabile favorire i complessi processi di adattamento alla nuova realtà. Ieri si è parlato anche di come queste donne il più delle volte non sappiano a chi rivolgersi quando sono in situazioni di bisogno, come può essere la malattia o anche in casi in cui esse sono vittime di violenza. A portare la propria testimonianza a questo incontro sono state diverse donne straniere che vivono da anni in Italia e che hanno fatto dell'integrazione e dell'inclusione sociale una loro missione.
Emozionante e toccante è stata la testimonianza di Raja Jouhari dell'Associazione Giovani Mussulmani, seguita da Zahra El Azzab Mustapha e il suo gruppo multiculturale delle YoungAnglesUmbria. A parlare invece della sua esperienza di donna africana in Italia è stata Marcelline Emilie Toutcha dell'Associazione Femmes Solidaires. Jacqueline Vargas ha invece raccontato ai presenti la sua partenza sofferta da Perù, ma allo stesso tempo la sua forte voglia di arrivare in Italia e di integrarsi con questa nuova cultura.
A supporto di queste bellissime storie ci sono poi stati gli interventi di alcuni professionisti e professori che insegnano agli stranieri, come Cristina Gasparri ricercatrice universitaria e Lino Fioretto docente di italiano all'Università di Perugia. A riportare invece racconti e testimonianze di violenze subite dalle donne straniere è stata la scrittrice Antonella Gargiulo, che sta realizzando proprio un libro dedicato alle donne.
Grande successo per la partecipazione della cantante cinese Heidi Li, che ha mostrato ai presenti uno dei suoi video clip musicali in cui canta in diversi dialetti italiani, tra cui anche il perugino.
L'evento di ieri è stato occasione per rileggere il principio di non discriminazione e di affrontare i temi legati all’immigrazione, all’integrazione e all’inclusione sociale delle donne straniere e dei gruppi sociali più vulnerabili.

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