rubinetti a secco(UNWEB) Perugia. “Con la dichiarazione dello stato di emergenza per la crisi idrica, deliberata ieri dal Consiglio dei Ministri, viene assegnato all’Umbria un finanziamento di 6 milioni di euro che consentirà di attuare in tempi brevi il programma di interventi predisposto dalla Regione per potenziare l’approvvigionamento idropotabile nelle aree di maggiore criticità”.

È quanto affermano la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, e l’assessore regionale all’Ambiente e Agricoltura, Fernanda Cecchini, esprimendo soddisfazione per l’accoglimento della richiesta avanzata dalla Regione e supportata da un dettagliato Rapporto sull’emergenza idrica 2017. “È stato riconosciuto dal Governo – spiegano – lo stato di emergenza grave determinato da una eccezionale e prolungata carenza di precipitazioni piovose che ha indebolito i deflussi dei fiumi e i livelli degli invasi, delle falde e delle sorgenti che hanno raggiunto valori di portata molto al di sotto delle medie stagionali. Dei 6 milioni di euro concessi, circa 2,2 milioni di euro saranno destinati a interventi di soccorso tramite autobotte e 4 milioni per interventi strutturali da attuare in 90 giorni”.
“Ad oggi – rilevano Marini e Cecchini – circa l’85 per cento della popolazione umbra, quella che risiede nelle città e agglomerati urbani, non ha problemi di approvvigionamento idropotabile, che potrebbero però presentarsi alla fine dell’estate se persisterà questa situazione di caldo anomalo e di siccità. I problemi maggiori si stanno verificando per il restante 15 per cento degli umbri: sono oltre 120 i centri abitati per i quali i gestori del servizio idrico garantiscono l’approvvigionamento di acqua rifornendo i serbatoi con autobotti. Una situazione pesante, ma che è stata limitata fortemente anche grazie agli investimenti per oltre 200 milioni degli ultimi anni per la tutela e l’utilizzo delle risorse idriche ad uso potabile. Di questi, 120 milioni sono stati investiti per il Piano regolatore degli acquedotti regionali che ha razionalizzato il sistema individuando otto schemi acquedottistici interconnessi, sei dei quali già ultimati e uno in fase di realizzazione, e che contiene inoltre stringenti disposizioni per il risparmio idrico”.
“Un sistema acquedottistico – proseguono - con cui abbiamo fronteggiato le crisi idriche ricorrenti e ha mitigato gli impatti sugli utenti. Basti pensare che durante la crisi idrica del 2001 la situazione era capovolta rispetto a quella attuale: allora, a fronte di un deficit di piogge del 25%, era quasi l’85% della popolazione a subirne gli impatti mentre quest’anno, con un deficit pluviometrico vicino al 40%, gli effetti negativi riguardano fra il 10 e il 15 per cento degli umbri”.
“La situazione più critica – evidenziano – si verifica attualmente nelle periferie, nelle zone montane e collinari servite da acquedotti rurali, con sorgenti dalla portata limitata, il cui collegamento ai sistemi acquedottistici principali richiede ingenti risorse”.
“La dichiarazione dello stato di emergenza nel territorio regionale – sottolineano - mette ora a disposizione mezzi e poteri straordinari per fronteggiare in maniera strutturale le criticità esistenti. Con queste prime risorse destinate all’Umbria dal Governo si potranno cominciare ad attuare il piano della Regione per gli interventi di primo soccorso relativo al rifornimento con autobotti e quello degli interventi a breve termine, che dovranno essere realizzati in novanta giorni, per l’interconnessione dei sistemi acquedottistici minori e per la messa in esercizio, dove necessario, di potabilizzatori in modo da integrare ed aumentare la portata delle acque immesse in rete”.
Gli interventi, in particolare, riguardano il completamento dello schema acquedottistico Perugino-Trasimeno con il raddoppio del tratto di acquedotto tra Civitella Ranieri e il sollevamento Raggio che consentirà di immettere maggiori portate (115 litro al secondo) dall’acquedotto di Montedoglio nel sistema perugino, e un nuovo impianto di potabilizzazione in località Borghetto di Tuoro, in grado di trattare una portata di circa 50 litri al secondo prelevandola dalla condotta irrigua proveniente dalla diga di Montedoglio e l’interconnessione con l’acquedotto del lago Trasimeno. Altri investimenti riguardano acquedotti minori dove gli interventi di soccorso sono pressoché quotidiani ed è necessario cambiare radicalmente il sistema di approvvigionamento. Il piano regionale prevede interventi per l’approvvigionamento idrico dei sistemi Quadro-Casemasce-Torreluca e Pesciano-Montenero da Vasciano, un nuovo collegamento del serbatoio di Lisciano Niccone al serbatoio di Monte Castiglione-La Badia in località Gosparini e il rifacimento dell’adduzione dal serbatoio di Frecco al serbatoio di Farneto Casacastalda.
Altri interventi sono legati alla qualità delle acque, in particolare in alcune aree del Ternano, dove non è ancora stato completato l’acquedotto Scheggino-Pentima.
Verrà accelerata la conclusione degli interventi in corso, fra cui la messa in esercizio del potabilizzatore di Citerna, con una maggiore portata di acqua che potrà essere utilizzata per rifornire fin da subito, oltre che l’Alto Tevere, il sistema perugino attraverso la condotta che porta ai serbatoi di Monte Pacciano.
La presidente Marini e l’assessore Cecchini ribadiscono l’invito a un “consumo consapevole dell’acqua, bene di tutti che va salvaguardato”.
Prosegue intanto la ricognizione dei danni che la prolungata siccità e le elevate temperature hanno causato alle produzioni agricole. “Gli uffici territoriali delle ex Comunità montane sono a disposizione per raccogliere le segnalazioni delle aziende” ricorda l’assessore Cecchini, che ha già avviato tutte le procedure per la richiesta dello stato di calamità in agricoltura.


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