casciari-300x264(ASI) Perugia– "Interrompere in modo brusco al compimento del diciottesimo anno di età l'accompagnamento dei ragazzi che, non potendo contare sul sostegno dei propri familiari, vengono affidati a comunità per minori, significa, in alcuni casi, vanificare tutto il lavoro degli educatori e i successi raggiunti all'interno di un percorso educativo tutelato": la vicepresidente della Regione Umbria, con delega al Welfare e alle politiche per l'Infanzia, Carla Casciari, difende e continua a sostenere la validità e l'importanza del progetto "18+1", realizzato dall'associazione Fuori dall'Ombra e finanziato con risorse regionali, a favore dei ragazzi in uscita dalle comunità per minori appena raggiunta la maggiore.


"Apprendo con rammarico la notizia secondo la quale il Comune di Perugia avrebbe bocciato il progetto in sede di Consiglio comunale - dice la vicepresidente - La Giunta regionale ha sostenuto e sostiene in diversi Comuni della regione, iniziative sperimentali di sostegno rivolti a ragazzi che, a causa di eventi ed esperienze dolorose legate alla loro infanzia, sono privi di una solida rete familiare e sono quindi affidati a comunità per minori dalle quali uscirebbero al compimento del diciottesimo anno d'età, col rischio di vanificare gli sforzi compiuti. Il progetto "18+1" – aggiunge la vicepresidente - si pone obiettivi che vanno ben oltre il puro assistenzialismo e prevede che i ragazzi neo maggiorenni in uscita dalle comunità, possano risiedere presso un'abitazione tutelata e, grazie al supporto di personale qualificato, di essere avviati verso un percorso di autonomia possibile, che è fatto di conoscenze educative e professionali necessarie per la ricerca di un lavoro, per completare magari il percorso formativo, ma anche di certezze individuali che si acquisiscono essendo parte, e quindi protagonisti attivi, di una comunità".
Casciari ha quindi precisato che "il progetto "18+1" si colloca all'interno del processo di revisione del regolamento regionale di autorizzazione al funzionamento delle strutture residenziali e semiresidenziali per minori nel quale sarà previsto un nuovo articolo inerente proprio la sperimentazione di nuovi servizi e ulteriori tipologie di accoglienza a minore intensità assistenziale".
Di conseguenza secondo la vicepresidente Casciari, "la bocciatura del Comune di Perugia, non solo inficia la buona riuscita del progetto per i giovani che già sono ospiti della struttura, ma preclude la possibilità che altri giovani nelle stesse condizioni possano usufruire delle rete di opportunità che progetti come questi mettono in campo".
Concludendo Casciari evidenzia che "sebbene la Giunta Regionale sia impegnata nel sostenere l'affidamento familiare quale forma alternativa di tutela per i minori, in Umbria, stando agli ultimi dati a disposizione del Cento Nazionale di Documentazione e analisi per l'infanzia e l'adolescenza, ci sono 202 minori ospiti nelle 31 strutture residenziali presenti sul territorio. Di questi, tra i presi in carico, 88 hanno un'età compresa fra i 15 e i 17 anni, mentre quelli appena maggiorenni, con età compresa fra 18 e 21 anni, sono 9. E' proprio per quest'ultime fasce d'età che si rende necessario lo sforzo congiunto delle istituzioni per strutturare percorsi di autonomia, cercando di dare risposte coerenti con l'età e i bisogni, nel rispetto della dimensione umana del ragazzo che si sta avvicinando alla vita adulta. E diciotto anni sono davvero pochi per lasciare un ragazzo in balìa di se stesso".