angsa 2 (UMWEB) Perugia– “Spesso, nell’ambito sanitario e sociale i servizi che vengono garantiti ai cittadini, sia dalle strutture pubbliche che private, sotto un profilo ‘aziendalistico’, certificando il valore ‘quantitativo’ e non anche ‘qualitativo’.

Cioè di quanto i servizi incidono nel miglioramento della qualità della vita dei cittadini che ricevono tali servizi. Per questo trovo molto interessante, ed importante, il lavoro di ricerca che avete effettuato e che ‘misura’ in un certo modo il valore sociale creato dall’attività de ‘La Semente’, voluta ormai più di sette anni fa da ANGSA Umbria (Associazione nazionale genitori soggetti autistici)”. E’ quanto affermato dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, che ha partecipato questa mattina, a Perugia, a Palazzo Donini, alla presentazione del lavoro di ricerca per la valutazione “SROI” (Ritorno sociale degli investimenti) del centro diurno “La Semente” di Spello, nell’ambito di un tirocinio formativo concordato con il Dipartimento di Economia e Finanza dell’Università degli Studi di Tor Vergata (Roma). Un progetto, quello de La Semente, nato dall’esigenza dei tanti genitori di ragazzi autistici che si sono interrogati sul futuro dei propri figlie e figlie dopo le scuole dell’obbligo.
La presidente Marini ha quindi sottolineato come lo studio rappresenti anche “una iniziativa pionieristica, essendo uno dei primi studi che effettua questo tipo di valutazione, e che mi auguro possa essere utilizzato come modello anche in futuro da altri soggetti”.
“E’ quindi molto significativo poter constatare, come emerge dalla ricerca, che il ‘ritorno sociale’ dell’attività svolta è notevole e ci dice in che misura si migliora a qualità della vita dei ragazzi con disturbo autistico, del nucleo familiare e del benessere, anche economico, degli stessi operatori. Dunque, oggi possiamo verificare concretamente la qualità del lavoro svolto da La Semente, e possiamo valutare meglio non solo cosa fa, ma come lo fa”.
“Altrettanto interessante è il lavoro scientifico che avete svolto rispetto all’impatto della riforma del ‘terzo settore’ che da sempre di più un nuovo protagonismo a soggetti come ANGSA che operano nell’ambito del settore sociale, integrandosi pienamente con la programmazione regionale, offrendo un proprio positivo, autonomo e distinto contributo nell’ambito delle strategie del servizio sanitario pubblico”.