CatiusciaMarini2(ASI) I giornali di oggi, alcuni con titoloni in prima pagina, riportano il gesto arrogante e imbarazzante che sabato, in Consiglio Regionale, ha fatto Catiuscia Marini, che dopo aver dato le dimissioni da presidente della Regione, un mese fa per lo scandalo della sanità in cui è coinvolta insieme con altri esponenti politici, e dirigenti regionali, nel momento di votare le sue dimissioni non solo non si è astenuta, come impone la prassi di bon ton istituzionale, ma ha votato contro le sue dimissioni, che così, con una maggioranza striminzita (11voti) sono state respinte. Per saperne di più leggi anche: La sanità umbra agli arresti, rossa di vergogna e I ringraziamenti alla Marini un oltraggio all’intelligenza dei cittadini. Adesso la Marini avrà altri 15 giorni di tempo per decidere se confermare o meno le dimissioni, ma nel frattempo darà anche altri ghiotti argomenti alle opposizioni in questa vigilia elettorale per il rinnovo non solo del Parlamento Europeo, ma anche di alcuni consigli comunali

. Il gesto della (forse ex) presidente non è solo una macroscopica contraddizione, logica e politica, è un atteggiamento insolente e presuntuoso, una patetica sintesi di questi nove anni di amministrazione. Una sfida ai vertici del Pd, al segretario nazionale Nicola Zingaretti ( “salutatemelo” ha detto con superbia e irriverenza dopo il voto) ma anche contro il presidente del partito, Paolo Gentiloni, il quale aveva ricordato che “se si sceglie di dimettersi lo si fa per tutelare la dignità della propria Regione e l’onore del proprio partito: sono scelte importanti dalle quali, credo, non si debba e non si possa tornare indietro”. Invece la Marini vuole aspettare ancora e “avere l’autonomia e la serenità di fare una valutazione di natura esclusivamente politica”. Sì, ha ragione, perché quella amministrativa, del tutto fallimentare, forse ancora più importante, l’hanno già fatta gli amministrati, cioè gli umbri, che nell’ultimo sondaggio sul gradimento dei presidenti di tutte le Regioni hanno collocato la Marini al penultimo posto. La dimostrazione di come la (forse ex) presidente abbia avuto l’abilità di dilapidare, con ostinazione e tenacia, tutti i consensi di una volta che ponevano l’Umbria tra le prime, addirittura un modello da imitare. Ma l’indignazione generale cresce a dismisura se si pensa che tutto questo avviene mentre il popolo dei terremotati dell’Umbria, per l’ennesima volta, è costretto ad andare a protestare a Roma per lo stato di totale abbandono in cui si trova da circa tre anni. E dire che le Regioni erano state concepite dai nostri padri costituenti proprio per questo, per avere un’istituzione vicina ai cittadini e ai loro bisogni.

Fortunato Vinci -Agenzia Stampa Italia


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