Romizi(ASI) Perugia - La frammentazione del voto locale nelle sei liste di maggioranza che sono riuscite a superare la soglia prevista per l'ingresso a Palazzo dei Priori ha consegnato un quadro piuttosto definito della prossima maggioranza chiamata a comporre l'esecutivo cittadino, che vede la figura di Andrea Romizi ulteriormente rafforzata a discapito delle singole forze politiche e civiche che lo hanno sostenuto.

Questa situazione indubbiamente ne garantirà l'autonomia, sia in questi giorni di scelta che nei prossimi cinque anni di amministrazione, ma al contempo costringerà il giovane sindaco perugino ad un lavoro complesso e delicato per determinare la squadra che andrà a formare la nuova giunta, fra vecchi e nuovi assessori, considerando che almeno quattro dei nove complessivi dovranno essere appannaggio di candidate donne.

A complicare ulteriormente lo scenario ci sono anche le elezioni regionali, ormai sempre più vicine e incombenti, dopo le definitive dimissioni della presidente Catiuscia Marini e la chiusura anticipata della legislatura. Il favoritissimo centrodestra deve paradossalmente fare i conti con i tempi strettissimi a disposizione, in vista di un voto che nessuno avrebbe immaginato sino ad un mese e mezzo fa. Una serie di figure, già candidate al Comune, adesso, sebbene elette, potrebbero decidere di abbandonare entro l'estate Palazzo dei Priori per puntare direttamente a Palazzo Cesaroni o Palazzo Donini in autunno.

In ogni caso, se il voto dei cittadini è sovrano e sintesi i delle richieste provenienti dai territori, il Sindaco non potrà non tenere in considerazione l'esito elettorale di domenica scorsa.

 

Un mosaico complicato

Nel frattempo, come tanti Proci, i perugini guardano con scontato interesse ad Andrea Romizi, moderna Penelope impegnata a tessere la sua tela. Le voci e le indiscrezioni si inseguono in città al ritmo delle variazioni climatiche di questo anomalo mese di maggio.

C'è subito da sciogliere il nodo relativo alla Lega, partito da mesi molto temuto in città, non solo a sinistra ma anche fra i moderati di centrodestra e gli ambienti clericali. Nonostante una prestazione di più contenuta rispetto al successo delle europee, che ha visto il partito di Salvini più che dimezzare i voti nel confronto fra le due tornate all'interno dello stesso territorio comunale (31,5% alle europee, 15,05% alle comunali), la Lega è comunque il primo partito della coalizione vincente e questo avrà indubbiamente un peso.

Più che la poltrona, ben poco incisiva, di vicesindaco, come inizialmente ipotizzato dal senatore leghista Luca Briziarelli, i salviniani locali si impegneranno presumibilmente a richiedere un ruolo diretto in tema di sicurezza, ambito in cui andrebbe praticamente creato quasi dal nulla un assessorato dedicato che, fin'ora, diversamente da altre città italiane, a Perugia non si è mai visto.

Potrebbero poi essere confermate due pedine esterne, fuori dagli elenchi elettorali ma molto importanti nell'ultima legislatura, ovvero Michele Fioroni (Sviluppo Economico e Marketing Territoriale, a cui si è aggiunta la delega all'Urbanistica nell'ultimo anno) e Cristina Bertinelli (Bilancio), ma non necessariamente negli stessi ruoli.

Se non andrà ai Lavori Pubblici, avvicendando l'uscente Francesco Calabrese, al Bilancio, infatti, potrebbe finire anche Otello Numerini, già consigliere delegato al Degrado, che con le sue 856 preferenze è risultato il terzo più votato di Progetto Perugia - la lista civica dei moderati che ha conteso fino all'ultimo alla Lega il primato all'interno della coalizione - alle spalle di Edi Cicchi (1.042), probabile riconfermata al Welfare e alle Politiche Sociali, e di Leonardo Varasano (934), quasi certamente destinato alla Cultura, al posto dell'uscente Teresa Severini.

Dai banchi di una debole ma presente Forza Italia, dove è rimasto escluso il veterano Massimo Perari, il giovane medico Giacomo Cagnoli - 28 anni ancora da compiere - pretenderà chiaramente un ruolo di rilievo, forte delle sue 378 preferenze, di cui ben 110 (pari al 29% del totale) fra la natia Ponte Valleceppi, Ponte Felcino, Pretola e Casaglia.

La "quota rosa" obbligata lascia aperta la porta di Palazzo Grossi ad una serie di nomi forti femminili usciti dal voto del 26 maggio: l'assessore uscente alla Mobilità, al Commercio e all'Artigianato, Cristiana Casaioli, che con 704 preferenze è stata la quarta più votata di Progetto Perugia, e Clara Pastorelli, delegata uscente allo Sport, con 530 preferenze in Fratelli d'Italia, seguita dall'imprenditrice Fotinì Giustozzi, a quota 446. Se lo Sport - come pare - dovesse andare alla Lega, verso quale altra materia potrebbe migrare la Pastorelli? La necessità di portare a compimento il PUMS, riapprovato a marzo al termine della procedura obbligatoria di valutazione ambientale strategica, potrebbe portare alla riconferma della Casaioli? Tutti interrogativi al momento senza risposta.

 

La cittadinanza attende al varco

Intanto, i perugini aspettano risposte concrete su vari fronti. Nonostante i luoghi comuni sul crollo dell'empatia verso la politica in Italia, i cittadini del capoluogo umbro sembrano aver recepito molto bene l'ampia progettualità presentata da Andrea Romizi negli ultimi mesi del suo primo mandato, come il metrobus e il tram-treno, per connettere parti della città al momento fra loro scollegate, attraverso nuovi e più comodi sistemi di trasporto pubblico sostenibile, o gli stessi lavori di riqualificazione e nuova pedonalizzazione a Fontivegge. Il mandato che i perugini gli hanno conferito con il 59,8% dei consensi al primo turno evidenzia l'ampia fiducia accordata al giovane primo cittadino, chiamato ora a ripagarla coi fatti.

Rimane irrisolta, per ora, la questione legata alla sicurezza. L'operato dell'Amministrazione uscente sul tema del degrado resta uno dei pomi della discordia all'interno del centrodestra e fra i residenti. «Non siamo soddisfatti della situazione a Fontivegge perché ci sono ancora troppe presenze indesiderate sul territorio», sostiene Giulietto Albioni di Progetto Fontivegge, uno dei due comitati attivi nel problematico quartiere perugino, che nel 2016 aveva raccolto quasi 1.500 firme per richiedere l'apertura di un posto fisso di Polizia in zona. «Moderata soddisfazione per l'apertura del nuovo ufficio Polfer sul fronte piazza, ma attendiamo l'integrazione di ulteriore personale della Mobile che possa intervenire anche fuori dal perimetro della stazione», prosegue Albioni, aggiungendo che «fin quando non verrà operata una stretta generale su criminalità e degrado, sarà improbabile che il quartiere possa attrarre investimenti».

Gli fa eco il collega di comitato, Lorenzo L'Episcopia, che parla di «accelerazione sulla sicurezza avvenuta soltanto negli ultimi tempi, dopo quattro anni dedicati quasi esclusivamente alla stesura e al finanziamento di progetti di riqualificazione urbanistica». «Se in numerose sezioni della zona di Fontivegge la lista più votata è quella della Lega - prosegue L'Episcopia - significa che i residenti chiedono non solo maggior sicurezza ma anche persone di riferimento a livello istituzionale con cui poter interloquire direttamente, senza dover perdersi per mesi fra enti e tecnici per poi non concludere niente».

Anche da Ferro di Cavallo e Ponte Felcino, zone vittime di un degrado forse meno visibile in orario diurno ma pericolosamente latente, arrivano richieste precise in termini di sicurezza e di regolamentazione di un'immigrazione incontrollata che, nel corso degli ultimi anni, ha portato droga, crimine e prostituzione sulle strade di questi quartieri. Senza contare i numerosi parchi sempre più difficili da frequentare con tranquillità come la Verbanella a Fontivegge, il Pietro Aretino in zona Pallotta, il Sant'Anna in zona Via dei Filosofi, il CVA dei Rimbocchi in zona Elce, il Cuparella in zona Cupa o il Chico Mendez in Via Cortonese.

 

Nodo Lega e sicurezza

È chiaro che c'è ancora insofferenza se in diverse sezioni elettorali attorno a Fontivegge, come Via Birago, Via Magnini, Via Sicilia o Case Bruciate, i cittadini hanno premiato la Lega di Matteo Salvini, magari anche senza individuare un preciso candidato consigliere di riferimento in una lista trainata in prevalenza dal simbolo ed effettivamente poco incisiva, tanto da raccogliere solo 6.038 preferenze sulle 25.626 a disposizione dei 12.813 elettori leghisti perugini.

Spiccano per mole di consensi il pediatra Gianluca Tuteri, fondatore dell'Istituto Pediatrico Sant'Anna e promotore della più recente Accademia di Pediatria, piuttosto noto in città, che raccoglie 439 preferenze, confermandosi al primo posto fra gli eletti della Lega, e l'outsider Lorenzo Mattioni (386), vicepresidente del Movimento per Perugia di Carla Spagnoli, che al netto di qualche picco fra Ponte San Giovanni (42), Prepo (36), San Sisto (17), Via Leonardo Da Vinci (14), Via Alfieri (11), Via Birago (10) e Via Simpatica (10), raccoglie consensi sparsi in quasi tutte le zone del territorio comunale.

I primi due eletti del Carroccio sono seguiti a discreta distanza da Roberta Ricci (339) e Luca Merli (311), entrambi già candidati per il Comune di Corciano nelle file del centrodestra a trazione berlusconiana (PDL e Fratelli d'Italia). I due avrebbero dalla loro rapporti politici già consolidati con l'area del centrodestra perugino, ma ovviamente il più basso numero di preferenze dovrebbe teoricamente metterli in secondo piano rispetto a Tuteri e Mattioni.

Sulla sicurezza e sul territorio ha puntato molto anche Federico Lupatelli, candidato per Fratelli d'Italia, finora poco citato ma capace di raccogliere 523 preferenze, concentrate soprattutto nella periferia nord-orientale del Comune: fra Piccione, Colombella, Bosco, Ramazzano, Casa del Diavolo, Resina, Solfagnano, Sant'Orfeto, Ponte Pattoli e Ponte Felcino, infatti, il giovane candidato del partito di Giorgia Meloni ha inanellato ben 251 preferenze, ossia il 48% del suo totale. Era stato lo stesso Lupatelli a segnalare in un comunicato pubblicato da Umbria Notizie Web di voler portare in Comune le richieste di sicurezza provenienti in particolare da Perugia Nord, ovvero la fascia compresa fra Ponte Felcino e Solfagnano che nel corso degli ultimi anni ha visto peggiorare il livello di vivibilità sotto i colpi di furti, rapine e spaccio.

Per competenze ed esperienza professionale, un altro nome che potrebbe incarnare il ruolo - tutto ancora da designare - di assessore alla Sicurezza Urbana è quello di Massimo Pici, secondo eletto della lista Perugia Civica con 572 preferenze, dietro Nilo Arcudi (1.030). Operatore della Polizia di Stato, molto noto in città anche per il suo impegno nel volontariato e nello sport, Pici è segretario provinciale del SIULP e potrebbe essere preso in considerazione da Romizi per un ruolo di primo piano.

Redazione Umbria Notizie Web