murro7(UNWEB) "La presente crisi occupazionale, fenomeno comune all'intera Europa e legato a una fase di recessione economica, in Italia risulta aggravata dalla debolezza del cambio e dallo squilibrio della finanza pubblica.

Per far crescere l’occupazione occorre semplificare il nostro mercato del lavoro e incrementare le politiche attive. Fondamentale è anche la formazione permanente dei lavoratori. Per il rilancio e la reindustrializzazione del territorio in aree oggi abbandonate con interventi e adeguamento sulla messa in sicurezza delle infrastrutture al servizio delle aree industriali. Senza dimenticare che il nostro territorio è poco sinergico e poco appetibile per nuovi insediamenti produttivi esogeni poco o nulla all’orizzonte per cambiare lo stato delle cose. Importante è raggiungere un unico obiettivo che prevalga la logica di lungimiranza che possa rimettere al centro i giovani ed il lavoro e che stimoli tutti istituzioni e politica a trovare soluzioni concrete.

Sono 138 i tavoli di crisi aperti al ministero dello Sviluppo Economico, con circa 210 mila dipendenti coinvolti (senza contare l'indotto). Dall’inizio del 2019   questi numeri sul fronte delle crisi aziendali.

Situazioni di difficoltà che ormai caratterizzano molti settori dalla siderurgia all'agroalimentare, con le crescenti difficoltà della grande distribuzione organizzata, e affliggono il territorio senza grandi distinzioni tra Nord e Sud ma con una particolare concentrazione al Centro.

Da diversi anni Spoleto sta subendo una crisi sociale preoccupante soprattutto economica che sta apportando spaventosi valori, molto più consistenti rispetto alla media regionale. La principale preoccupazione riguarda il Lavoro.

Le Sigle Sindacali hanno più volte sensibilizzato le Istituzioni a trovare soluzioni alla crisi industriale e sociale , denunciando l'impoverimento della città causato dai salari più bassi e pubblicando dati relativi ad una disoccupazione in aumento.

Il terremoto del 2016 non ha per nulla favorito Spoleto con una ricostruzione  lenta e farraginosa. Dopo tre anni dal Sisma poco è stato fatto , anche difficoltà nelle procedure istruzioni delle pratiche a questo si aggiungono le difficoltà riscontrate da professionisti

in attesa di riscontri economici.

Dal Comitato dei 138 Sindaci dei Comuni terremotati a seguito di riunioni a Camerino e Roma , le proposte più urgenti: procedere alle modifiche della normativa sulla ricostruzione e velocizzare l’iter sia pubblica che privata. Basti pensare che un edifico con danni di Categoria A , deve affidare ad un tecnico che deve produrre un dossier di oltre 50 pagine e dopo lo studio pagina per pagina attendere circa 1 anno per l’autorizzazione , se poi emergono errori nella compilazione. il dossier costretto a seguire lo stesso Iter ma, in senso inverso.

Servirebbe un’accelerazione e fornire più poteri ai Sindaci del Cratere, una veloce ripresa gioverebbe anche al turismo che fatica a ripartire: Senza posti letto le attività turistiche con le richieste a pernottare non aumentano, meglio un piano applicare un piano di ‘Zona Svantaggiata’ con maggiori agevolazioni alle Imprese , aziende , artigiani e commercianti.

 

Imprese, Artigiani e Commercianti

Appesantiti dalla zavorra di una atavica crisi ma, anche neo settori riconducibili all’Artigianato, Commercio e delle piccole e medie Imprese.

Grazie al Sindaco Umberto De Augustinis e la proposta   di Valeria Severini , Presidente Confartigianato di Spoleto dal mese di marzo fino al 22 agosto gli incontri settimanali presso la gli Uffici della Confartigianato con i titolari Imprese locali e commercianti . Raccolti   suggerimenti e proposte.

Un interlocuzione diretta , attenta,    per conoscere concretamente le esigenze e le difficoltà delle attività produttive stremate dalla perdurante crisi economica.

Aziende: dai Tavoli di Roma (Ministero del Lavoro e Mise (Ministero Sviluppo Economico) , a quelli della Regione Umbria , ecco la situazione:

Hoist -Finance . Ex Maran

“Unica vertenza ad oggi in buona parte risolta - senza trascurare le lacrime e sangue - è stata quella della Maran/R&S dove una multinazionale svedese, la Hoist Finanace - seppur con un taglio di decine di dipendenti e del 15% degli emolumenti per chi è stato trasferito nella Nuova Maran -, è riuscita a "salvare" il salvabile da un fallimento già annunciato e senza fare mai un passo indietro anche quando la Maran manifestò in piazza del Comune a Spoleto e qualche settimana dopo al tavolo del Ministero del Lavoro al termine di complicate trattative, che ho monitorato unitamente al Sindaco De Augustinis.

Oggi la Nuova Maran potrebbe formare nuove opportunità e crescite professionali ma, le

contribuzioni pubbliche non arrivano, intanto i dipendenti ai massimi livelli nella professionalità continuano a lavorare , sarebbe opportuno intervenire subito , a tutti i livelli  quali formazione ed assunzioni agevolate in cui il settore del recupero crediti è stato sempre estromesso . 

 

Quelle Chiuse

 

Isotta Fraschini ex Pozzi: I lavoratori dei comparti Allumino e Ghisa, sono da oltre 4 anni sostenuti dalla CIS (Cassa Integrazione Straordinaria) , in scadenza il prossimo 26 settembre.

Ex Novelli Novelli

Rivestiva una grossa importanza, sia in termini di occupazione, che di fatturato, e

soprattutto per l'eccellente   qualità   dei   prodotti   un azienda riconosciuta quale una delle migliori a livello nazionale nei settori ovicoltura. L’ultima riunione tenuta al Mise (Ministero Sviluppo Economico), no ha fornito sostanziali sviluppi. Oggi , tra rinvii del Tribunale e curatori fallimentari che non trovano un’ accordo , si attendono novità dalla prossima Udienza fissata nel mese di ottobre presso il Tribunale di Terni.

Ex Cementir – oggi Gruppo Colacem di Gubbio.

Forni Spenti. Stabilimento convertito in centro di macinazione con l’obiettivo di ridimensionare il numero degli occupati, a meno della metà degli attuali (75). A rischio sono una quarantina di posti di lavoro.

Ai tavoli istituzionali in   Regione Umbria Assessorato Sviluppo Economico , presenti le sigle sindacali , richiesto ai rappresentanti Colacem , la richiesta un Piano Industriale che può garantire più posti di lavoro, e cercare di scongiurare il trasferimento dei lavoratori in eccedenza in altri Siti di proprietà dell’Azienda di Gubbio.

Non per ultimo, il Teatro Lirico Sperimentale alle prese con il ripiano del deficit pregresso, che egregiamente sta portando avanti grazie alla collaborazione di Istituzioni pubbliche e private tra cui il Comune di Spoleto, si paventa da parte della Regione Umbria un metto taglio ai contributi 2019, se ciò dovesse verificarsi , un altro grave danno , considerato il numero degli occupati all’interno del Sodalizio spoletino.

Occorrerebbe però anche aiutare le realtà già esistenti, e le realtà aziendali che faticano per mantenere inalterati i posti di lavoro: le Imprese locali, gli Artigiani e Commercianti , e quelle aziende che grazie alla loro produzione pubblicizzano nel mondo il Brand Spoleto

Non dimentichiamo , però la scomparsa di enormi realtà aziendali quali la Minerva e la Panetto e Petrelli.

 

 Area di Crisi Industriale Complessa

Terni-Narni , SI , Spoleto NO! E' da troppi anni che la città soffre in maniera pesante. Una sofferenza diventata passiva non solo espressa dai dati matematici.

Sarebbe opportuno ricercare un vero rilancio socio-economico; una delle tante soluzioni , far rientrare anche Spoleto nel limbo delle Aree di Crisi Industriale Complessa una soluzione che riguarda i territori soggetti a recessione economica e perdita occupazionale di rilevanza nazionale con impatto significativo sulla politica industriale, non risolvibili con risorse e strumenti di sola competenza Regionale. Terni e Narni ne hanno beneficiato con 58,4 Ml di Euro con decreto del Ministro dello sviluppo economico 7 ottobre 2016; essa ricomprende i Comuni facenti parte del SLL di Terni: Acquasparta, Amelia, Arrone, Avigliano Umbro, Calvi Dell’Umbria, Ferentillo, Giove, Lugnano in Teverina, Montecastrilli, Montefranco, Narni, Otricoli, Penna in Teverina, Polino, San Gemini, Stroncone, Terni, Avigliano Umbro, Configni , avendo sui propri territori una o più imprese di grande o media dimensione in grave crisi e di uno specifico settore industriale con elevata specializzazione.

 

Spoleto : Subito Area di Crisi Industriale Complessa

 

“Spoleto e la sua crisi è rimasta al palo. La Regione Umbria poteva presentare istanza al Ministero dello Sviluppo economico per il riconoscimento quale area di crisi industriale complessa del territorio spoletino ,  gravato da un debole tessuto economico-produttivo delle sue aziende da anni in sofferenza . Una crisi ai alte dimensioni con interventi della   Regione   solo   con   le   proprie  risorse   al fine di scongiurare lo spettro di una crisi , oggi senza ritorno”.

Lo dichiara Murro coordinatore di Fratelli d'Italia, Delegato delle Aziende in Crisi a Spoleto.