FORA(UNWEB) Perugia. Nel corso della sessione di Question time della seduta di oggi dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, i consiglieri Andrea Fora (Patto civico per l’Umbria) e Tommaso Bori (Pd) hanno chiesto “quali azioni straordinarie ed immediate si intendano a assumere per consentire che, nel più breve tempo possibile, siano saldate dal Fondo di proprietà della Nuova Monteluce, le trenta imprese (tra affidatari diretti e indiretti delle opere e fornitori) che hanno effettuato i lavori nel cantiere e che, da mesi, non ricevono alcun compenso, mettendo così a rischio oltre 200 posti di lavoro. ”

Illustrando l’atto in Aula Fora ha detto di ritenere “fondamentale che i cittadini di Perugia e dell’Umbria possano conoscere qual è il disegno strategico della Regione per il rilancio del progetto complessivo della ‘Nuova Monteluce’ considerando che fin dall’inizio era chiaro che l’operazione poteva essere sostenibile a patto che in gran parte di quegli immobili vi fossero allocati anche attività e servizi di interesse pubblico ad iniziare dalle società ed enti strumentali della Regione. Attualmente molte aree recentemente costruite ed incustodite, versano in stato di abbandono e degrado. Il fondo versa in una grave situazione di crisi in quanto molti immobili non sono stati né affittati né venduti con il rischio di un flop economico ed urbanistico. È notizia di questi giorni che 30 imprese (distinte tra affidatari diretti delle opere e loro subappaltatori e fornitori di materie prime) coinvolte nei lavori della nuova Monteluce attendono di riscuotere dal 2018 oltre 3 milioni di euro, versando perciò in gravi difficoltà e che addirittura 3 di queste sono già state costrette a chiedere il concordato preventivo, ma il rischio è che presto anche altre siano costrette a ricorrervi con pesanti e drammatiche ricadute occupazionali, sociali ed economiche.

L’assessore Michele Fioroni ha ribadito che si tratta di una “operazione con molte ombre e poche luci, figlia di una stagione politica in cui lo Stato e le istituzioni avevano deciso di avere una velleità imprenditoriale facendo propri anche strumenti di finanza, spesso creativa, che hanno portato a distogliere l’attenzione su quello che doveva essere l’oggetto di una riqualificazione di un’area chiave per la città di Perugia. Le economicità di certe operazioni non possono basarsi soltanto su una chiusura del cerchio del pubblico che fa propri una serie di edifici, togliendoli da dinamiche di mercato, e che ha manifestato tutte le sue debolezze. Questa Giunta non si vuole esimere dal cercare di aiutare a definire una strada indispensabile per Perugia perché altrimenti si aprirebbe una lacerazione profonda nel tessuto sociale, ma anche per le imprese che, insieme ai cittadini,  di quella scellerata stagione politica di rinnovato statalismo, rischiano di pagarne un prezzo pesantissimo. Come Giunta stiamo dunque cercando di attivarci con l’obiettivo di costruire una nuova visione di Monteluce, che solo in parte può basarsi sul ruolo del pubblico. Su  Monteluce andava rivisto il piano finanziario, andava ripensata l’area e non portarla avanti con lo stesso schema che si era già dimostrato fallimentare  e che richiedeva un adeguamento costante dei piani finanziari. Nuove visioni, nuove forme di investitori immobiliari, nuovi strumenti di finanza ‘più paziente’ con maggiori obiettivi di natura sociale invece che che speculativa. Su queste basi tratteremo la questione, cercando di riportare sul mercato l’operazione, cercando di costruire una visione nuova nel tentativo di trovare investitori che possano acquistare l’intera area, fermo restando che il pubblico farà la sua parte. Stiamo interagendo su vari tavoli, sia con le banche che con i fornitori, per estendere innanzitutto la moratoria fino a giugno per cercare di trovare una strada”. 

Nella replica, Fora ha definito “esauriente” la risposta dell’assessore invitandolo a “ben presidiare la questione”.