BoriIl capogruppo regionale del Partito democratico, Tommaso Bori, annuncia la presentazione di una proposta di legge che mira a far diventare la Regione Umbria “promotrice dello sviluppo responsabile della nuova economia legata alle piattaforme digitali”. Evidenziando l’importante ruolo svolto dai riders e dagli altri lavoratori della “Gig economy” anche in questa fase di emergenza sanitaria, Bori sottolinea che ad essi è riservato un sistema di garanzie che appare ancora troppo fragile.

(UNWEB) Perugia,  - “In una fase storica in cui è ancora più necessario essere al fianco di chi ha bisogno di tutele, ho deciso di presentare una proposta di legge per far sì che la Regione Umbria diventi promotrice dello sviluppo responsabile della nuova economia legata alle piattaforme digitali, rafforzando, a livello locale, quanto già introdotto dalla legge nazionale al fine di proteggere queste nuove figure professionali, sempre più diffuse e variegate”. Così il capogruppo regionale del Partito democratico, Tommaso Bori, annuncia la propria iniziativa legislativa, mirata a “favorire la tutela della salute e la sicurezza di questi lavoratori, attivare un monitoraggio e una verifica della messa in atto degli strumenti previsti; verificare la predisposizione della tutela assistenziale e previdenziale finalmente diventata obbligatoria; introdurre strumenti operativi, come il portale del lavoro digitale per incrociare i dati e verificare più facilmente l’attuazione delle misure previste, la Consulta dell’economia e del lavoro digitale, organismo permanente di consultazione in relazione alle politiche in materia di lavoro composto non solo dai rappresentanti istituzionali ma anche dalle parti sociali e sindacali; protocolli di intesa con Inps e Inail per l’attuazione e la verifica delle tutele previdenziali e assicurative. Mi auguro - sottolinea Bori - che, con questa legge, dalla terra della Marcia della Pace e dei diritti giunga a questi lavoratori un gesto di attenzione e tutta la stima e riconoscimento che gli è dovuto da tutti noi”.

UN PASSO AVANTI. Il consigliere regionale di minoranza spiega che la legge sarebbe “un enorme passo in avanti nel riconoscimento di nuove categorie di lavoratori, necessario a far fronte ad un contesto radicalmente modificato, in gran parte proprio dalla nuova era digitale chiamata ‘Gig Economy’. A loro, solo di recente, il Governo Conte ha riconosciuto le prime tutele ed alcuni diritti fondamentali al pari di molti lavoratori cosiddetti garantiti. Una retribuzione minima fissata dal contratto collettivo di riferimento, un’indennità integrativa prevista nel minimo, le tutele previdenziali, la copertura assicurativa obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, la tutela antidiscriminatoria, ’introduzione di norme sulla forma del contratto. E l’azione legislativa messa in atto dal Governo si sta rivelando fondamentale per dare a questi lavoratori la dignità e le garanzie che meritano e che hanno atteso per troppo tempo. Siamo ormai tutti consapevoli che lavoratori cosiddetti digitali, come i riders, in situazioni come quella odierna effettuano un vero e proprio servizio pubblico, in molti casi indispensabile, specialmente quando vengono consegnati generi di prima necessità a persone malate, molto anziane, oppure sole, e che non possono uscire né essere aiutate da chi di solito gli dà una mano. Ed è proprio in situazioni così emergenziali e difficilmente gestibili che emerge ancora di più la loro importanza sociale, ma anche tutta la fragilità di un sistema di garanzie, che segna sicuramente un notevole passo in avanti nell’ottica di innalzamento dei livelli di tutele, ma che necessita comunque di strumenti locali che la rendano il più funzionale possibile, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti della sicurezza e della salute sul lavoro oltre che la tutela dai rischi a cui sono esposti”.

‘INFERMIERI DEL BENESSERE’. In questo tempo di preoccupazioni e speranze ci sono tanti piccoli e grandi eroi quotidiani. Mentre una parte del Paese deve rimanere a casa, un’altra lavora incessantemente per assicurare sicurezza, servizi e protezione. Penso al personale medico e infermieristico, in primis, alle forze dell’ordine e al mondo del volontariato, a quello dell’informazione compresi gli edicolanti, ma anche ai tanti che, nonostante la preoccupazione e i rischi di contagio, rimangono al loro posto di lavoro, nelle farmacie, nei supermercati, nelle pompe di benzina, negli uffici o nelle officine. Tra di loro, troppo spesso dimenticati o poco considerati, ci sono proprio quelli che una volta venivano chiamati fattorini e che oggi sono definiti riders o lavoratori digitali, perché il loro destino professionale dipende da una piattaforma informatica. Recentemente il direttore de Il Foglio, Claudio Cerasa, li ha definiti ‘infermieri del benessere, che tra un pacco, un pranzo, una cena, una spesa, una consegna, un regalo, un pensiero portato di fronte alla tua porta, ti permettono di non sentire troppa nostalgia della vita fuori casa’”.