Paparelli190320 Il consigliere regionale Fabio Paparelli (PD) ritiene “necessario riorganizzare la macchina dell’emergenza, non sufficientemente pronta rispetto ai bisogni reali”. Paparelli auspica che la presidente Tesei possa valutare al più presto interventi concordati insieme ai sindaci per valutare ordinanze necessarie in ragione delle peculiarità umbre, ascoltando anche la voce dei sindacati e delle parti sociali”.

(UNWEB) Perugia - “Senza voler in questa fase esprimere giudizi politici di merito, ritengo che in ambito sanitario, emerga da più parti la necessità di riorganizzare la macchina dell’emergenza considerata, a tutt’oggi, non  sufficientemente pronta rispetto ai bisogni reali”. Così il consigliere regionale Fabio Paparelli (PD) rivolgendosi alla presidente Tesei “affinché possa comprendere ancor meglio le difficoltà e le problematiche da affrontare, tenendo conto anche del punto di vista prezioso di chi sta ormai da settimane combattendo in trincea questa dura battaglia: dubbi e disagi che mi sono giunti da una parte del personale medico sanitario impegnato in prima linea”.

Paparelli spiega che “il sistema umbro si mostra ancora in ritardo rispetto alle necessità incombenti. A differenza di quanto fatto in altre regioni, in Umbria, sono stati individuati inizialmente come ospedali Covid le 2 aziende ospedaliere (Perugia e Terni), giungendo oggi, di fatto, a bloccare qualsiasi attività che non sia legata all’emergenza.  Non si è pianificato – aggiunge - il numero di posti necessari per il ricovero sia a reparto che in terapia sub-intensiva e rianimazione, e ancora non è noto, agli operatori sanitari che lo lamentano, il numero di posti letto disponibili messi a disposizione a tale scopo. Solo a emergenza iniziata sono stati individuati, Pantalla e Città di Castello i quali per mancanza di dotazione di personale e strumentazioni, non sono in grado di ottemperare a tutte le fasi dell’emergenza, tanto che, da Città  di Castello vengono continuamente trasferiti pazienti a Perugia e Terni”.

Il consigliere Paparelli rileva poi che “L’ospedale regionale di Perugia, non ha ancora incrementato i posti di terapia intensiva, tanto che vengono trasferiti pazienti intubati a Terni. E i 6 posti letto di terapia intensiva dell’ospedale di Orvieto, sono inutilizzati allo scopo Covid19 e i pazienti trasferiti anch’essi a Terni. Cominciano intanto a segnalarsi casi positivi tra gli operatori sanitari e mi è stato riferito che fino al 18 marzo era addirittura consigliato di non utilizzare alcun presidio di sicurezza (DPI) ma solo un attento lavaggio delle mani. Alto potrebbe quindi essere il potenziale contagio sia tra i sanitari che verso i pazienti con rischio per i servizi essenziali”.

“Presumendo che l’emergenza durerà alcuni mesi – aggiunge Paparelli – non è stata definita l’organizzazione ospedaliera: manca personale infermieristico che in parte si è diretto in regioni vicine dove è stato assunto a tempo indeterminato. Come pure non è stato approntato il piano di monitoraggio degli operatori. Fino a pochi giorni fa il tampone veniva effettuato  solo all’istituto di microbiologia dell’ospedale di Perugia, ora anche a Terni, ma l’esame diagnostico viene svolto solo a Perugia, e non sono stati attivati i laboratori  privati, come da più parti richiesto. Fino a venerdì scorso – sottolinea -, tutti gli ambulatori privati hanno continuato a svolgere la propria attività senza alcun contributo al sistema pubblico, anzi gravando su di esso, e le case di cura private e/o convenzionate non sono state coinvolte nell’emergenza, mentre avrebbero potuto incrementare i posti letto disponibili”.

“Sulla base di queste problematiche e mettendomi dalla parte dei sanitari – avverte Paparelli -, mi sento di esprimere forte preoccupazione per quanto sta accadendo e senza voler alimentare polemiche e rimpalli di responsabilità, invito la Regione prendere le adeguate iniziative  affinché si possa provvedere quanto prima a colmare queste evidenti lacune. Auspico infine – conclude Paparelli - che la presidente Tesei possa valutare al più presto interventi concordati insieme ai sindaci per valutare ordinanze necessarie in ragione delle peculiarità umbre, ascoltando anche la voce dei sindacati e delle parti sociali”.