Bettarellil consigliere regionale Michele Bettarelli (Pd) torna sul suo question time di questa mattina sull’accordo tra Regione e laboratori privati sostenendo che “l’assessore Coletto non risponde”. Secondo Bettarelli “in Umbria i cittadini che torneranno al lavoro se vorranno essere sottoposti a tamponi o test dovranno pagare o a farlo dovranno essere le aziende”.

(UNWEB) Perugia,   “In Umbria finalmente il 18 maggio riapriranno bar, ristoranti e parrucchieri. Tanti cittadini torneranno a lavoro ma se vorranno essere sottoposti a tamponi o test, lavoratori e aziende dovranno pagare”. È quanto dichiara il consigliere regionale del Partito democratico Michele Bettarelli, commentando la seduta di question time di questa mattina dell’Assemblea legislativa dell’Umbria.

“Nessuna strategia, - spiega Bettarelli - nessuno screening è stato effettuato ai lavoratori dei servizi essenziali, compresi gli operatori sanitari. Mesi di annunci su accordi con la sanità privata. È giusto spingere per la riapertura, lo si deve ai tanti cittadini che stanno soffrendo una grave crisi economica. Ma è inaccettabile che nella nostra Regione ad oggi non esista alcun accordo con la sanità privata sul settore della diagnostica. Durante la seduta odierna dell’Assemblea legislativa, ho chiesto all’assessore Coletto se, come in altre regioni, in Umbria  i lavoratori e le imprese potranno essere tutelati da protocolli che permettano loro di aver accesso a test gratuiti o quasi, grazie ad accordi con il comparto della sanità privata. La risposta è stata la sterile lettura del comunicato stampa del 5 maggio relativo alle disposizioni per i test nei laboratori privati: per fare un test serve la prescrizione del medico e devi pagare”.

“La Regione – prosegue Bettarelli - nei primi giorni di aprile manda i Nas nei laboratori privati che fanno test a pagamento e poi non è in grado di fare politica e sottoscrivere un accordo che tuteli tutti i cittadini. Per uno Stato che vanta un servizio sanitario pubblico questo è assolutamente inaccettabile. Nell’Umbria che riparte – conclude - la salute dei cittadini è esclusivamente a carico di lavoratori e imprese”.


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