tommaso bori Il capogruppo regionale del Partito Democratico, Tommaso Bori interviene in merito all’indice che valuta gli incrementi percentuali assicurando che “il PD è pronto a fare la propria parte per difendere l’Umbria”. Per Bori “serve spiegare che, con il passaggio da R con zero a R con t non è aumentato in alcun modo il rischio contagio. Chi ha un ruolo istituzionale – afferma - lotti perché sia fatta chiarezza e anche noi siamo pronti a fare la nostra parte, per primi anche se in minoranza, senza rincorrere gli interessi di parte o il consenso di partito, ma per il bene della nostra regione e il benessere degli umbri”.

 

(UNWEB) Perugia,  – “Serve spiegare che, con il passaggio da R con zero a R con t non è aumentato in alcun modo il rischio contagio. Chi ha un ruolo istituzionale lotti perché sia fatta chiarezza e anche noi siamo pronti a fare la nostra parte, per primi anche se in minoranza, senza rincorrere gli interessi di parte o il consenso di partito, ma per il bene dell’Umbria e il benessere degli umbri”. Così il capogruppo del Pd, Tommaso Bori, in merito ai nuovi parametri che definiscono l’Umbria regione ‘sotto osservazione’.

“Noi difendiamo l'Umbria – dice Bori - a prescindere da chi governa: una terra abituata a lamentarsi poco e lavorare molto, a ricostruire dopo i danni e rinascere più bella di prima. Gli umbri sono un popolo laborioso e generoso, che si è risollevato dalla miseria del passato rimboccandosi le maniche e mettendocela tutta. In questi giorni ci siamo trovati su tutte le prime pagine dei giornali nazionali e sui titoli di apertura dei telegiornali tra i territori ‘sorvegliati speciali’. Se noi fossimo stati al governo della Regione la Lega si sarebbe sfregata le mani e avrebbe attaccato a testa bassa e in maniera strumentale. Noi no, noi siamo diversi da loro: a noi non interessa fare campagna elettorale sulla pelle dei nostri concittadini. Qualche assessore quindi stia sereno: quando e se questa Giunta farà o proporrà qualcosa di buono per l’Umbria e gli umbri, noi saremo i primi a riconoscerlo e a sostenere i singoli provvedimenti”.

“Noi – rimarca il capogruppo Dem - vogliamo tutelare i lavoratori, le imprese, le attività commerciali, gli operatori del turismo e tutte le realtà che con fatica si stanno attrezzando per ripartire. E, tanto meno, vogliamo spargere veleno e paura nella nostra comunità regionale. Cosa è cambiato in Umbria dal giorno alla notte? Niente, in numeri assoluti: oggi (ieri ndr) si registrano solo due nuovi casi, mentre i positivi sono scesi sotto il centinaio per la prima volta dall'inizio dell'emergenza sanitaria. I ricoveri in ospedale sono in tutto 27, mentre in terapia intensiva ormai soltanto due. Per questi risultati bisogna ringraziare tutti gli operatori della sanità pubblica e dell'università pubblica. È l'Umbria la regione più sicura non solo in Italia, ma anche in Europa, in cui vivere, investire, studiare o visitare per turismo”.

“Il cambiamento – spiega Bori - ha riguardato l’indice R con zero, diventato un indice che valuta gli incrementi percentuali. Questo può essere adatto con un campione adeguato, non con realtà poco popolose come la nostra, e con un numero di casi più alto, mentre in Umbria le variazioni sono ormai su numeri molto piccoli. Insomma il dato non è attendibile. Ora è urgente, anzi forse è già tardi, spiegare tutto questo e tranquillizzare chi guarda all'Umbria come ad un luogo sicuro. Seppur è vero che la nuova fase, con la riapertura delle attività e la circolazione delle persone, comporta un aumento del rischio è altrettanto vero che è uguale a quello del resto delle regioni. Anzi – continua - abbiamo dimostrato che sia per la conformazione geografica del nostro territorio, sia per il nostro senso di responsabilità nel rispettare le regole e le restrizioni in maniera seria, il rischio è più basso che da altre parti”.

“Non possiamo permetterci che passi un messaggio sbagliato – conclude Bori -, che rischia di sedimentarsi nell'opinione pubblica. Chiunque abbia un ruolo istituzionale ha il compito di lottare perché sia fatta chiarezza. Noi siamo pronti a fare la nostra parte”.


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