Bori BetarelliI consiglieri regionali del Partito democratico Tommaso Bori e Michele Bettarelli tornano sulla vicenda dei test pungidito acquistati dalla Regione Umbria e sollevano dubbi sui costi e sulle procedure seguite. Secondo Bettarelli e Bori la Lega torna sul caso dei test sierologici “cercando ancora di confondere le acque con dichiarazioni che, in una vicenda ancora dai contorni troppo opachi, non contribuiscono certo a fare chiarezza, anzi”.

 

(UNWEB) Perugia,  - “Mentre i consiglieri regionali della Lega continuano, dopo averlo minacciato, a far 'saltare il Comitato di Controllo' e a intralciare un percorso istituzionale di chiarezza e trasparenza intrapreso rispetto ai test sierologici e all'ospedale da campo, l'assessore della Lega, Coletto, si spinge a dichiarare: 'Non è vero che i test sono costati 16 euro perché abbiamo fatto fare una verifica all’Anac e sarà quest’ultima a definire il prezzo giusto. Quello sarà il prezzo vero che saranno pagati'”. Così i consiglieri regionali del PD Michele Bettarelli e Tommaso Bori (capogruppo) secondo i quali “dopo i fatti gravi avvenuti durante l’ultima seduta del comitato di Controllo sarebbe più dignitoso un rigoroso silenzio. Anche alla luce delle notizie di stampa, confermate dal personale sanitario, del flop di questi test e sul paradossale spreco di tamponi, tempo e risorse che stanno causando. Ma la Lega - aggiungono - torna sul caso dei test sierologici, cercando ancora di confondere le acque con dichiarazioni che, in una vicenda ancora dai contorni troppo opachi, non contribuiscono certo a fare chiarezza, anzi”.

“E’ sufficiente leggere il titolo della determinazione dirigenziale del 25 marzo 2020 – proseguono - relativa all’affidamento della fornitura dei test rapidi alla ditta V.I.M. spa per vedere che, in un contesto emergenziale la 'Regione Umbria procede all’acquisto di un determinato e specifico prodotto: 15mila test rapidi sierologici da pungidito screen test Covid 19'. Si decide di scegliere uno specifica ditta e un preciso prodotto in maniera discrezionale. Se in prima battuta, a seguito di una 'contrattazione informale sul prezzo' l’azienda conferma la possibilità di fornire immediatamente i test 'al costo di euro 27 cadauno', di gran lunga più alto del prezzo di mercato e di quello sostenuto dalle altre Regioni. Poi il prezzo crolla magicamente in poche ore e leggiamo che 'con nota del prot. Reg.le n. 56194 del 23/03/2020, la ditta V.I.M. Spa ha proposto 15mila test al prezzo di euro 16 cadauno'. Così si determina 'di affidare alla ditta V.I.M. spa la fornitura di 15mila test rapido sierologico da pungidito screen-test covid 19 per l’importo di euro 16 a test, per complessivi euro 240mila, oltre Iva al 22 per cento' per un totale, dunque, di quasi 300mila euro di soldi pubblici”.

“E arriviamo, infine, all’intervista di ieri, l’ennesima, in cui l’assessore Coletto afferma che non è ancora certo che il prezzo indicato sia effettivo, sebbene (come si legge all’interno della stessa determina) sia già stato pagato per la metà dell’importo alla consegna dei test. Gentile assessore – concludono Bettarelli e Bori -, condividiamo appieno solo una frase della sua intervista: 'i numeri sono questi, le altre sono chiacchiere'”.


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