ManciniColetto(UNWEB) Perugia,  – Nella sessione dedicata al Question time della seduta odierna dell’Assemblea legislativa, il consigliere Valerio Mancini (Lega) ha chiesto all’assessore alla Sanità, Luca Coletto di poter conoscere le "motivazioni che hanno portato la USL Umbria n. 1 a negare l'esistenza di un accordo tra l'Azienda stessa e il Sindacato FSl-USAE, sottoscritto in data 5 febbraio 2020, in merito alla vestizione/svestizione per 32 operatori sanitari".

Nell’illustrazione dell’atto, Valerio Mancini ha evidenziato che “lo scorso 23 febbraio, il Segretario del Sindacato FSI-USAE, nonché conciliatore, dopo essersi accertato tramite l'USL Umbria 1 del deposito dell'accordo presso l'Ispettorato del Lavoro, ha comunicato a mezzo stampa il raggiungimento del medesimo sulla vestizione/svestizione per 32 operatori sanitari, tra l’Azienda e il sindacato FSI-USAE, per il valore complessivo di 121mila 440 euro. L'accordo è stato raggiunto dopo mesi di trattative e sottoscritto da entrambe le parti in data 5 febbraio 2020. Il 26 febbraio la USL Umbria 1, tramite il portale web aziendale, ha comunicato che, in merito alle notizie diffuse a mezzo stampa sulla questione relativa alla monetizzazione del tempo impiegato dal personale sanitario nella vestizione, nessun accordo sindacale o transattivo è stato sottoscritto con la FSl-USAE”. Mancini ha rimarcato il fatto che “il Segretario regionale del Sindacato FSl-USAE, nonché conciliatore, ha provveduto, lo scorso 2 marzo , a smentire le dichiarazioni dell'Azienda USL, pubblicando a mezzo stampa una copia dell'accordo sottoscritto il 5 febbraio”.

L’assessore Luca Coletto ha risposto che “La questione trae origine da una richiesta di conciliazione avanzata dall’ufficio vertenze del sindacato FSl-USAE nel novembre 2019 ed assegnata all’avvocatura aziendale. Di tutti i passaggi successivi il sindacato è sempre stato aggiornato e per risolvere la questione era stato concordato e fissato un appuntamento per il 24 febbraio, unilateralmente vanificato di sindacato in Direzione aziendale. Le parti, il 5 febbraio, hanno sottoscritto un’ipotesi di linee guida e nessun accordo vincolante. Nella formulazione istruttoria del documento di lavoro si precisa che l’ipotesi di eventuale accordo doveva essere inoltrata alla Regione prima della sottoscrizione definitiva. Nel dicembre 2019 era stata resa nota la generale volontà aziendale di definire la fattispecie giuridica in questione senza contenziosi, ma con un necessario passaggio regionale e con una imprescindibile valutazione dei costi. Essendo il termine del 12 febbraio 2020 posto nelle linee guida a carico della Usl 1, trascorso senza adempimenti effettivi riferiti alla effettuazione istruttoria della trasmissione dei dati è evidente che tale circostanza comporti oggettivamente o la conclusione negativa per improcedibilità della trattativa in atto o la sua continuazione, ma in modo assoluto la sua non conclusione, rimanendo il tutto nella fase embrionale di bozza. Tutte le ragioni giuridiche sono tate notificate formalmente al sindacato. Le dichiarazioni a mezzo stampa del sindacato sono state pubblicamente smentita dell’Azienda in maniera dettagliata. Risulta che l’ufficio vertenze del sindacato FSI-USAE ha rivendicato del tutto erroneamente o arbitrariamente la natura di un accordo che era in realtà solo un’ipotesi conciliativa”.

Nella replica, Mancini ha definito la risposta dell’assessore “puntuale ed analitica”. Ha ricordato anche le “la situazione ha origine nel 2018 con una Giunta regionale diversa” e che “l’attuale Giunta sta cercando di risolvere quanto prima un problema datato”.