PaceEleonoraSulla chiusura del viadotto Montoro la capogruppo di FDI Eleonora Pace sostiene che il Governo debba intervenire “con azioni concrete e con gli strumenti a sua disposizione secondo criteri di urgenza, attuando modelli di efficienza e snellezza come avvenuto in situazioni purtroppo più gravi registrate in Italia” e che “occorre pensare a un grande piano di opere infrastrutturali legate ai collegamenti stradali in grado di recuperare il deficit di futuro accumulato in troppi decenni”.

 

(UNWEB) Perugia,  - “Non servono commissari con poteri straordinari ma un governo che intervenga con azioni concrete e con gli strumenti a sua disposizione secondo criteri di urgenza, attuando modelli di efficienza e snellezza come avvenuto in situazioni purtroppo più gravi registrate in Italia”: è un passaggio della nota di Eleonora Pace, capogruppo FDI, in riferimento alla chiusura del viadotto Montoro.
“In questi primi giorni di ripresa degli spostamenti e di piena riapertura di tante attività produttive, economiche e sociali – afferma - si è spesso fatto riferimento a situazioni simili a quelle che si registrano nei periodi postbellici e, tanto per rendere tutto più coerente, ponti e strade della nostra regione si manifestano in tutta la loro inadeguatezza, come se fossero stati oggetto di bombardamenti, creando un corto circuito della viabilità che da nord a sud spacca la nostra regione esponendola a situazioni di straordinaria difficoltà. L'interruzione della E45 è un'emergenza che va al di là dei confini regionali, interessando le comunicazioni da e verso il Centro Italia e le preoccupazioni che da più parti sono state espresse non solo sono condivisibili ma chiamano tutti i livelli istituzionali a fare la loro parte responsabilmente, per chiedere che si faccia bene e in fretta il lavoro necessario per il ripristino di questo vitale collegamento”.

“L’Anas – continua - sta procedendo ad una verifica su tutti i viadotti di propria competenza, registrando purtroppo diverse criticità in alcune infrastrutture e in questo quadro, caratterizzato da grandi disagi, credo vada dato il giusto riconoscimento alla presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, e all’assessore Enrico Melasecche di avere, fin dall’inizio del loro mandato, dato grande attenzione alla sicurezza delle nostre infrastrutture stradali chiedendo e sollecitando i vertici regionali e nazionali dell’Anas ad effettuare accurati monitoraggi che hanno purtroppo in molti casi portato alla chiusura del traffico per interventi urgenti. Questa purtroppo è la situazione di molte infrastrutture dell’Umbria. La verità è che oggi anche in Umbria vengono al pettine i nodi di decenni di incuria, di mancata vigilanza e di progressivo degrado delle infrastrutture viarie della nostra regione, alle quali si aggiungono insufficienze strutturali per investimenti mai realizzati, soprattutto nella zona sud della regione. Una situazione resa ancora più critica da mancanza di alternative alla viabilità interrotta”.

“Se oggi la situazione è questa – prosegue la capogruppo FDI - ci sia consentito senza polemica di non esserne stupiti. Sono decenni, e lo dico da cittadina di Narni, che per ragioni diverse che vanno da lavori di manutenzione a incidenti stradali di varia natura, la situazione nell’abitato di Narni scalo lungo la via Tuderte, dove viene deviato il traffico in situazioni di emergenza quale quella che ora si ripropone, è pazzesca e sentire oggi invocare la realizzazione della bretella sempre annunciata e mai realizzata francamente ci lascia l’amaro in bocca. Così come le vicende della strada Flaminia da Terni verso Spoleto e Foligno, diventata oramai impercorribile per chiusure e deviazioni, mettono in risalto la totale mancanza progettuale degli anni passati, dove tra dispute a favore della 'Tre valli' o sul raddoppio della Flaminia, tutto il lavoro da fare è rimasto fermo o incompiuto”.

“Oggi – conclude - occorre rimboccarsi le maniche e fare presto, garantendo sicurezza e sbloccando l’Umbria al transito in un momento fondamentale per la ripartenza di tutta l’economia regionale, ma soprattutto occorre pensare a un grande piano di opere infrastrutturali legate ai collegamenti stradali in grado di recuperare il deficit di futuro accumulato in troppi decenni”.


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