Bianconi Coletto(UNWEB) Perugia,   Nella sessione riservata al question time, della seduta di oggi dell’Aula di Palazzo Cesaroni, il consigliere Vincenzo Bianconi (Gruppo misto) ha chiesto all’assessore Coletto gli intendimenti della Giunta rispetto alla “tutela degli ospiti anziani della co-housing di Nocera Umbra e di questo modello virtuoso di assistenza autogestita”.

Bianconi ha chiesto, nello specifico, “le ragioni per le quali l’azienda Usl 2 insisterebbe a richiedere la liberazione dell’immobile concesso in comodato d’uso a tali anziani nonostante l’offerta di pagamento di canone di locazione, specificando infine quali iniziative intende porre in essere a tutela degli anziani ospiti di tale co-housing alla luce della loro età molto avanzata e del pregiudizio di salute che potrebbe loro derivare da un trasferimento forzato in altre strutture site in comuni distanti. Hanno pagato tutto da soli – ha detto in Aula – assistenze, spese di cucina e per il personale, anche per la pulizia, sgravando Comune e Asl2 di 300mila euro di costi, gestendo il luogo e garantendo la manutenzione ordinaria. Hanno persino speso 30mila euro di manutenzione da soli, tenendo la struttura in condizioni perfette, come ho potuto constatare di persona ieri, visitandola. Le norme sono rispettate, il luogo è agibile, non gravano vincoli di destinazione sul terreno, l'unico limite è che il cambio di destinazione fatto era a tempo ed è scaduto. Occorre che la Asl faccia un bando per l'affidamento del bene, quindi che il Comune faccia il definitivo cambio di destinazione. Non ci sono irregolarità ma un modello virtuoso di cui quegli anziani sono orgogliosi e che andrebbe replicato anche altrove”.

Nella sua risposta, l’assessore Coletto ha ripercorso i fatti occorsi alla struttura fin dal dopo-sisma, rammentando la soluzione proposta di una nuova struttura in altra sede in quanto attualmente non vi sarebbe conformità con le tipologie previste dal sistema sanitario regionale e sottolineando che gli anziani ospiti della struttura sono non autosufficienti e che mancherebbe l'abitabilità, come risulta dagli esiti di un controllo effettuato dal Nas, da cui emergerebbe la necessità di ricollocarli nelle proprie case o in residenza protetta. Lo stabile è di proprietà aziendale e la destinazione comunità terapeutica non è congruente con i requisiti strutturali per la residenza protetta, che richiedono precise attività di riabilitazione, bagni assistiti e procedure specifiche. I pazienti sono comunque stati monitorati e assistiti dietro prescrizione dei medici curanti e con prestazioni infermieristiche che prevedono l'impiego di presidi e materiale sanitario. È stata attivata la sorveglianza sanitaria prevista a seguito del diffondersi dell'epidemia Covid, ma la situazione rimane non a norma.

Nella replica, Bianconi ha definito “imprecise” le cose riferite dall'assessore: “io ho constatato personalmente, e invito tutti voi a fare altrettanto, l'agibilità della struttura. Bisogna cambiare qualche regola, non deve essere Rsa per il cambio di destinazione a residenza. Quegli anziani che tanto si sono prodigati con il comitato costituitosi vogliono stare lì, partecipando a una gara che consenta di non mandare in malora l'immobile. Dove peraltro ci sono anche magazzini, locali della scuola, della pro loco, mentre solo gli anziani sono stati sfrattati, per logiche che non hanno niente a che vedere con la situazione reale. Servono nuove regole”.


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