Zmail(UNWEB) Il Popolo della Famiglia Umbria con grande stupore viene a conoscenza del fatto che l’abrogazione della pillola abortiva RU486 (interruzione di gravidanza farmacologica) altro non è che un intreccio di delibere che non fanno capo al 2018, ma correggono quanto la stessa Giunta regionale aveva approvato il 13 maggio 2020.


Chiediamo alle forze politiche, soprattutto quando sono chiamate ad esprimersi su temi delicati e complessi come quello dell’aborto, il massimo della prudenza e della chiarezza, coordinando sia le azioni che le dichiarazioni. Per questi motivi chiediamo di convocare un tavolo di confronto e collaborazione fra tutti coloro che hanno a cuore la piena applicazione della Legge 194/78. In particolare chiediamo di:
- riesaminare lo spirito originario della L.194/78;
- individuare spazi di lavoro per e con le associazioni più che operano in Umbria in linea favore della maternità e della tutela della vita umana;
- la riapertura immediata dei consultori come centri di assistenza alla donna in stato di gravidanza;
- individuare aiuti economici immediati e concreti per tutte le donne che decidono di non seguire la strada dell’IVG.
Nella nostra regione, come in quasi tutto il territorio nazionale, quando si affronta questo argomento, non emerge il vero contenuto e l’autentico scopo della Legge e quanto è scritto nei suoi primi e fondamentali articoli, ma si lascia spazio ad azioni ideologiche che trascurano sia la vita del nascituro, sia lo stato psicofisico della donna. E’ urgente coordinare un’azione che dia priorità e spazio a queste due esigenze e che non è giusto mettere in contrapposizione.