pdf(UNWEB) “L’aborto nelle strutture ospedaliere, anche tramite la terapia farmacologica, deve essere sempre l’estrema ratio e mai la prassi quotidiana. Chiunque voglia somministrare la RU468 come se stesse distribuendo le caramelle al bar non ha a cuore né il corpo della donna, né la stessa dignità della donna. Le polemiche di questi giorni sono la chiara evidenza che non interessa a nessuno risolvere o discutere seriamente sulle cause che portano all’IVG, ma si ritiene conveniente solo la battaglia politica”, ha dichiarato Saimir Zmali Coordinatore regionale del PdF Umbra.


“Come Popolo della Famiglia Umbra, da sempre in prima linea nella difesa della vita fin dal concepimento, chiediamo di incentivare l’uso dei consultori, rendendoli più fruibili ed accessibili, consapevoli che all’orizzonte c’è un atto duro come l’interruzione di gravidanza che deve essere evitato”, ha continuato Zmali.
“L’articolo 2 della Legge 194, recita: i consultori familiari, istituti dalla L.405/75, fermo restando dalla stessa quanto stabilito dalla stessa legge, assistono la donna in stato di gravidanza. Lo stesso articolo, al punto d), continua: contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza. I consultori sulla base di appositi regolamenti o convenzioni possono avvalersi, per i fini previsti dalla legge, della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita”, ha concluso Saimir Zmali ricordando che fra le pieghe di una Legge (che il Popolo della Famiglia continua a ritenere sbagliata perché di fatto non indirizza a fare la scelta più naturale) ci sono opportunità operative che possono garantire umana solidarietà alle donne ed al nascituro.