BoriIl capogruppo del Partito democratico a Palazzo Cesaroni, Tommaso Bori, torna a sollecitare misure dell’Esecutivo regionale a sostegno di settori dello spettacolo e della cultura. Bori sollecita inoltre la presidente della Terza commissione a convocare le audizioni da lui richieste con gli operatori del settore, che “sta vivendo una situazione difficile” ed ha bisogno di “un segnale di attenzione serio”.

 

(UNWEB) Perugia, - “La Regione, attraverso l’assessore Agabiti e la Commissione competente dell’Assemblea legislativa, si faccia carico in maniera responsabile della difficile situazione del mondo della cultura e dello spettacolo. Serve un segnale di attenzione serio, per questo torniamo a rinnovare, alla presidente della Terza commissione, Eleonora Pace, la richiesta di audizione degli operatori del settore a partire dal coordinamento Attrici – attori – danzatrici – danzatori – umbri (Aaddu), Uniti e l’associazione ‘Mestieri del cinema umbro’”. Così il capogruppo del Partito democratico, Tommaso Bori, che nei giorni scorsi ha “incontrato gli operatori del settore insieme al senatore Roberto Rampi, per raccogliere ulteriormente istanze e proposte di un settore strategico per il rilancio dell’Umbria”. 

“Si avvii una seria discussione sul futuro della cultura – spiega Bori – anche attraverso la mozione relativa al programma di Umbria Sounds, rinviata in commissione e all’atto che ho presentato qualche giorno fa, che vuole impegnare la Giunta regionale a prevedere un incremento delle risorse per il sostegno alla cultura, alle attività di spettacolo e al settore dell'intrattenimento. Diverse sono le problematiche del comparto che chiediamo di risolvere. Gli operatori che lavorano nel territorio umbro hanno bisogno di superare lo stanziamento annuale e con i soli residui di bilancio, attraverso piani triennali e risorse certe che consentano la programmazione strutturata. Necessario, inoltre, un tavolo di confronto aperto a tutti gli operatori locali del settore”.

“Il mondo della cultura e dello spettacolo dal vivo – prosegue Tommaso Bori – è un microcosmo che, anche in relazione alla crisi economica, va messo in condizioni di superare questa fase. Senza sostegno rischia di non sopravvivere. L’intervento pubblico determina quindi la quantità e la qualità dell’offerta di spettacoli. In questo quadro si inseriscono normative spesso complesse, irrazionali, antiquate e inadeguate alle esigenze degli operatori. Su questa premessa si innesta la crisi sanitaria che ha posto il divieto a qualsiasi tipo di assembramento, assestando un duro colpo a questo mondo e la necessità che la Regione fornisca agli operatori del territorio gli strumenti per creare le condizioni di rinascita e di sviluppo. Da qui l’idea di ripensare, in maniera strutturata e duratura, l’approccio dell’Ente nei confronti del settore, ridisegnando e attualizzando le modalità di sostegno”.

“Fronte di criticità è anche lo stanziamento annuale delle risorse – conclude il consigliere Pd – che viene elargito alla fine dell’anno in cui le manifestazioni si svolgono. Per migliorare questa situazione sarebbe opportuno ripartire con opportunità di programmazione e progettazione, impossibile con i piani annuali. Sarebbe anche importante cercare uniformità con quanto previsto da ‘Europa Creativa’, il programma europeo di sostegno per settori culturali e creativi, che oltre a sostenere le realtà e le attività organizzatrici di eventi, si preoccupa di incentivare anche i soggetti che producono creatività”.


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