foto thomas de luca(UNWEB) Perugia. L'Ospedale di Narni-Amelia ed il nuovo Ospedale di Terni non sono opposti alternativi, ma progetti complementari che devono essere entrambi realizzati in questo momento storico irripetibile di investimenti e risorse dedicate dall'Unione Europea.

Le affermazioni dell'assessore Coletto sono semplicemente la prosecuzione del saccheggio politico in atto da decenni nei confronti dell'Umbria meridionale. Qualcuno si è mai azzardato, all'epoca, di mettere in contrapposizione la costruzione del Silvestrini con la realizzazione di Branca o Pantalla? Ce l'hanno chiamato dal Veneto per venire a fare il padrone a casa nostra, ma è chiaro che è stato mandato avanti ignaro delle conseguenze. Un intervento dettato da chi non ha il coraggio di assumersi responsabilità politiche nel ternano. I due ospedali devono essere fatti, punto. Una discussione sterile creata ad arte, in realtà, per nascondere l'idea scellerata di integrare verticalmente la sanità umbra. Un'unica USL ed un'unica Azienda ospedaliera, mascherate da Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, IRCCS, con l'ingresso di privati nel capitale sociale, come plastica dimostrazione di non aver compreso un tubo dalla lezione che ci ha impartito la pandemia che stiamo vivendo. Mentre nel mondo tutti hanno capito che c'è la necessità di riequilibrare la distribuzione dei presidi e delle funzioni sanitarie diffuse nel territorio, qui si pensa ad accentrare. L'unica integrazione plausibile è quella che vede una valorizzazione degli ospedali di comunità sia per quanto riguarda i servizi che per la capillare distribuzione dell'emergenza-urgenza, un'integrazione orizzontale tra le aziende ospedaliere e le USL di riferimento. Cosa vuol dire l'assessore Coletto quando parla di "turnover dell'alta specialità"? Invece di parlare di complementarietà o differenziazione funzionale tra Terni e Perugia, parla di "avvicendamento", "sostituzione". Sarà forse anche questo un lapsus? L'assessore Coletto dica chiaramente che progetto ha in testa per la sanità del nostro territorio. E' ora di scoprire le carte. Altrimenti, se volete, possiamo anche emigrare.