BoriIl capogruppo regionale del PD Tommaso Bori, in una nota condivisa anche dal capogruppo al Consiglio comunale di Perugia, Sarah Bistocchi, interviene sulla vicenda del Fondo Umbria-Comparto Monteluce “a rischio di liquidazione con un danno enorme per lavoratori e aziende, in cui l'inerzia della Giunta Tesei in Regione e Romizi in Comune è inaccettabile: il fattore tempo gioca un ruolo fondamentale per evitare il fallimento, come abbiamo già denunciato da mesi”. Nella nota si sottolinea che “non si può pensare che l’unica soluzione ad oggi immaginata dalla Giunta regionale, con la complicità di quella comunale, sia la liquidazione del Fondo, con conseguente fallimento delle Aziende che hanno costruito il comparto. Questa soluzione porterebbe solo alla svendita e all’abbandono di un importante e storico quartiere di Perugia come quello di Monteluce."

 

(UNWEB) Perugia,  – “Il Fondo Umbria – Comparto Monteluce è a rischio di liquidazione, con un danno enorme per lavoratori ed aziende. L'inerzia della Giunta Tesei in Regione e Romizi in Comune è inaccettabile: il fattore tempo gioca un ruolo fondamentale per evitare il fallimento, come abbiamo già denunciato da mesi. Non possiamo permetterci di aspettare oltre, nell'immobilismo di chi dovrebbe governare i processi." Così il capogruppo regionale del PD Tommaso Bori, in una nota condivisa anche dal capogruppo al Consiglio comunale di Perugia, Sarah Bistocchi.

Bori spiega che "Già a febbraio era stato chiesto al Presidente della Giunta regionale e al Sindaco di Perugia di affrontare e risolvere le problematiche, scongiurando i rischi di un salto nel vuoto che lascerebbe senza un futuro e un minimo di prospettiva i lavoratori, le imprese e il territorio interessato. Dopo le arrembanti campagne elettorali, costituite tutte da denunce e criminalizzazioni – sottolinea -, è arrivato il momento della prova dei fatti e di dimostrare finalmente la capacità gestionale tanto declamata. Se così non fosse, i perugini e gli umbri tutti si ritroverebbero con una grana territoriale e un danno sociale enorme”.

Il capogruppo del PD ritiene che quello attuale “è il momento dei fatti, delle scelte e delle responsabilità che non possono che ricadere in capo a chi, oggi, detiene posizioni di governo nelle nostre istituzioni locali. La Regione avrebbe dovuto portare a termine il percorso della Casa della Salute e, nonostante le rassicurazioni dell’assessore regionale Coletto, ancora non si vede nulla e il tempo scorre. La Casa della Salute – aggiunge -, progetto fortemente voluto dalla Usl Umbria 1, avrebbe sicuramente dato ossigeno al Fondo, offerto spazi idonei ai servizi sanitari ora confinati nello stabile fatiscente in via XIV Settembre e contribuito a rianimare il quartiere, creando affluenza e indotto”.

"Nella vicenda Monteluce – prosegue Bori - l’assessore Fioroni, in Giunta comunale prima e regionale poi, appare essere il principale oppositore del progetto di rilancio della Nuova Monteluce. Sembra aver trasferito in Regione le inerti politiche del Comune, adottate negli ultimi anni: ha affrontato il tema del rilancio del vecchio ospedale come un semplice comprimario, limitandosi ad essere parte in causa solo per gli immobili di propria competenza. Non è questo invece il ruolo del Comune, che si sarebbe dovuto muovere per rilanciare un’area strategica per lo sviluppo della città. In cinque anni di governo – rileva il capogruppo PD -, l’assessore Fioroni si è limitato a gestire l’ordinario e nemmeno troppo bene. L’immobile ancora occupato dagli uffici del Comune di Perugia si sarebbe dovuto liberare da tempo, per permettere una importante operazione che avrebbe visto l’ingresso di Umbria Digitale all’interno del comparto, dando ossigeno al Fondo, trasformandolo in un luogo attrattivo anche per l’alta tecnologia. Niente di tutto questo è stato fatto e l’unica attività che ha consentito all’area di sopravvivere è quella messa in campo da Adisu con lo studentato."

"Di fronte a ciò – conclude Bori – non si può pensare che l’unica soluzione ad oggi immaginata dalla Giunta regionale, con la complicità di quella comunale, sia la liquidazione del Fondo, con conseguente fallimento delle Aziende che hanno costruito il comparto. Questa soluzione porterebbe solo alla svendita e all’abbandono di un importante e storico quartiere di Perugia come quello di Monteluce."


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