Bori Paparelli Coletto(UNWEB) Perugia. Nella seduta odierna dell’Assemblea legislativa dedicata al que-stion time i consiglieri regionali Tommaso Bori e Fabio Paparelli (PD) con la loro interrogazione hanno chiesto alla Giunta di conoscere “lo stato delle liste d’attesa per le prestazioni sanitarie, l’intenzione dell’Esecutivo regionale in merito all’applicazione del piano straordinario già deliberato e l’eventualità della nomina di un commissario straordinario”.

Il consigliere Paparelli nell’illustrazione dei contenuti dell’atto ispettivo ha spiegato che “tutti i servizi sanitari vanno riattivati da subito, ma nei fatti e non solo a parole. Il blocco delle prestazioni in emergenza Covid e la ripresa delle prenotazioni a partire da oggi rischia di far esplodere il problema delle liste d’attesa che, se non adeguatamente gestito, provocherebbe un grave danno ai cittadini, i quali vedrebbero violato il proprio diritto alla salute. La Giunta deve muoversi con azioni mirate e concrete, attuando il Piano di smaltimento già deliberato nella precedente legislatura, aumentando risorse economiche e personale disponibili, anche con la regia di un commissario specifico. Nelle Linee di indirizzo per le attività sanitarie nella Fase tre non si prevedono azioni straordinarie per l’abbattimento delle liste d’attesa e non si tiene conto delle grandi novità introdotte dalla precedente Giunta sui ‘tempi massimi di attesa’, l’apertura prolungata per l’utilizzo ottimale delle apparecchiature e l’impiego di personale dedicato. È necessario predisporre azioni concrete, per evitare ulteriori disagi ai cittadini e riorganizzare la rete ospedaliera basata sulla territorializzazione tra presidi e strutture dedicate al Covid e non, in modo tale da garantire la normale attività delle strutture di eccellenza. Quello sullo smaltimento delle liste d’attesa ci sembra un buon piano che andrebbe attuato, ma che in realtà non è sospeso e non gli si sta dando attuazione. Nel frattempo con l’emergenza Covid le liste di attesa sono cresciute in maniera esponenziale. E questo per colpa della direzione regionale che non ha ben definito la differenza tra ospedali Covid e non per garantire normale attività delle nostre strutture. Quindi chiediamo in che modo la Giunta intende riprendere l’attuazione del piano per lo smaltimento e lo stato attuale delle liste di attesa, anche per evitare di trovarci in una situazione ancora più difficile a ottobre qualora si ripresentasse una nuova pandemia, che dovrà essere affrontata in maniera diversa facendo sì che i nostri ospedali possono erogare regolarmente le loro prestazioni di eccellenza”.

L’assessore Luca Coletto nella sua risposta ha detto che “ad oggi le liste d'attesa sono state esaudite al 37 per cento. Quindi stiamo lavorando bene, con l'obiettivo di accelerare e fare ancora meglio. Nel periodo di emergenza Covid l’attività procrastinabile è stata sospesa in Umbria al pari delle altre regioni, come da indicazioni fornite dal Ministero. Alcune attività non sono mai state sospese: per le prestazioni chirurgiche, i ricoveri oncologici e quelli non oncologici gravi; per la specialistica ambulatoriale sono sempre state garantite sia la prenotazione che l’erogazione delle prestazioni con classe di priorità a 72 ore e a 10 giorni. Oltre che le prestazioni oncoematologiche, radioterapiche, chemioterapiche e i controlli post operatori e le prestazioni riabilitative post chirurgiche, le prestazioni dialitiche. Già nella Fase 2 è stato stabilito di riavviare le attività per il recupero delle prestazioni sospese dal 18 maggio per prestazioni chirurgiche e interventi ambulatoriali, e in fase 3 ripresa attività con i tempi per il recupero dell’attività sospesa per l’attività chirurgica entro mese luglio interventi a 60 e 120 giorni entro novembre interventi con priorità a 12 mesi; per le prestazioni di specialistica ambulatoriale entro luglio 30 giorni per le visite e 60 per prestazioni diagnostiche, entro novembre per gli acesi con priorità a 120 giorni. La Giunta ha già iniziato a dare attuazione al piano per lo smaltimento delle liste d’attesa: tutti i medici hanno obbligo di prescrivere i primi accessi con indicazioni delle classi di priorità. La prenotazione avviene nel rispetto tempi indicati nella prescrizione. Se non c’è posto il paziente viene inserito nel percorso tutela e richiamato. Ciascuna azienda ha nominato un manager referente sanitario per ciascun distretto per individuare le modalità più opportune per la gestione degli utenti inseriti nei percorsi di tutela. Inoltre nelle delibere per la Fase 2 e 3 sono state stabilite alcune azioni previste nel Piano regionale come l’estensione dei giorni di apertura degli ambulatori (6 giorni e mezzo su 7) e degli orari dalle 8 alle 20 (e se necessario con due aperture serali), oltre che la valutazione dell’appropriatezza delle prescrizioni e la presa in carico dei pazienti con patologie rilevanti garantendo la continuità terapeutica e la sicurezza. La presa in carico, una volta che il medico di medicina generale la invia allo specialista, vien fatta e seguita dallo specialista”.

Nella replica Bori ha detto che “in Umbria abbiamo tra le 40 e 120mila prestazioni arretrate, a cui si aggiungono tutte quelle non prescritte perché in questa fase i pazienti avevano timore ad accedere in ospedale. I dati mostrano un calo enorme delle diagnosi, e non è che la popolazione è guarita ma non c’è diagnosi perché non c’è accesso alla diagnosi. Un problema drammatico. Non basta fare le cose su carta ma trasferirle in realtà. La situazione ci preoccupa e va affrontata seriamente”.


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