Bianconi260220Il consigliere regionale Vincenzo Bianconi (Gruppo misto) annuncia la presentazione di una mozione in tema di disabilità chiedendo alla Giunta regionale di “assicurare a tutte le persone non autosufficienti un progetto personalizzato e partecipato che riguardi non solo gli interventi diretti, ma anche azioni di sostegno economico alle famiglie”. L’atto annunciato, come spiega lo stesso Bianconi, nasce dal “confronto con le principali associazioni che si occupano dell’assistenza ai soggetti più fragili”.

 

(UNWEB) Perugia,   - “Assicurare a tutte le persone non autosufficienti, senza discriminazioni in termini di disabilità, grave o gravissima, patologie, condizioni ed età, un progetto personalizzato e partecipato che riguardi non solo gli interventi diretti, ma anche azioni di sostegno economico alle famiglie”. È parte del contenuto della mozione presentata dal consigliere e presidente del Gruppo misto Vincenzo Bianconi, nata dal “confronto con le principali associazioni che si occupano di assistenza ai soggetti più fragili nel corso di un webinar trasmesso sulla pagina Facebook”.

“L’assunto di base – spiega Bianconi - è che, attualmente, le misure di assistenza e sollievo sarebbero differenti a seconda del luogo di residenza del beneficiario, la sua età e la causa che determina la sua disabilità fisica o psichica. Tutto ciò determina, di fatto, ingiuste discriminazioni nel contributo o supporto ricevuto da persone che hanno la stessa situazione fisica o mentale di non autosufficienza, se originata da differenti patologie o cause. Tutto ciò è in pieno contrasto con il principio di uguaglianza sostanziale stabilito dalla nostra Costituzione e lede anche il diritto alla salute e all’assistenza”.

Bianconi chiede dunque alla Giunta regionale di “impegnarsi a sostenere, a fianco di percorsi di assistenza presso strutture residenziali, anche la possibilità di autonoma risoluzione da parte delle persone non autosufficienti e delle famiglie, garantendo la libertà di destinazione delle risorse tra forme di assistenza diretta o indiretta quali assegni di cura e sollievo, assegni vita indipendente, assegni domiciliarità per supportare l'impegno del familiare caregiver, i costi relativi agli assistenti personali (badanti, educatori ecc.) e altre eventuali figure professionali utili per portare avanti il progetto personalizzato, la permanenza a domicilio e l'assistenza personale autogestita, strutturando forme di rendicontazione degli stessi interventi. Questi devono comunque essere inseriti all'interno di un progetto di vita individuale, costruito con esperti della patologia, Asl e soggetto beneficiario e famigliari”.

Per Bianconi è “molto importante la riflessione espressa dalla Corte dei Conti, nella sua relazione sul Fondo per le non autosufficienze, secondo cui ‘una maggiore spesa nel settore sociale dovrebbe corrispondere un minore numero di ricoveri ospedalieri e un risparmio di spesa sanitaria’, costituendo non soltanto un giusto intervento a tutela della dignità e del benessere dei cittadini, ma anche un ‘investimento’ economico”.

“Già nel mio programma elettorale – ricorda l’esponente dell’opposizione - avevo chiaramente scritto di voler promuovere la presa in carico globale delle persone non autosufficienti come nuovo paradigma socio-assistenziale. Ritengo che al centro dell’attenzione pubblica devono essere il disabile e la sua famiglia e che debba esserci vera libertà di scelta tra strutture residenziali, assistenza diretta e assistenza indiretta, superando le misure specifiche di intervento in ambito socio-sanitario e socio-assistenziale”.

Come ho già ricordato in passato - aggiunge - non sono contro nessuna di queste soluzioni, che anzi dovrebbero funzionare in modo organico, in base alle esigenze e alle scelte dell’assistito. Ribadisco che quello che ritengo fondamentale è allargare le opzioni di scelta nell'esclusivo interesse della persona portatrice di disabilità ed, in seconda battuta, della sua famiglia”.

“L’attuale trend demografico di invecchiamento della popolazione – continua Bianconi - richiederà sempre maggiore domanda di assistenza, proprio in un periodo di progressiva riduzione della spesa pubblica. Serve pertanto ripensare l’attuale modello – conclude -, favorendo tutte quelle soluzioni autogestite come assistenza indiretta e co-housing, qualora siano la scelta del soggetto più fragile, lasciando le soluzioni di residenziali e di assistenza domiciliare nei casi più difficili dove le esigenze e le scelte della persona con in suoi familiari le richiedono”.


 AVIS

80x190