andrea fora patto civico 1“Ancora una volta a rimetterci saranno famiglie, studenti e insegnanti precari”. È quanto dichiara il consigliere regionale Andrea Fora (Patto civico per l'Umbria) in una nota sulla scuola dove sottolinea diverse criticità, fra cui “50mila cattedre scoperte fino a novembre, due concorsi che avrebbero dovuto assumere 32mila insegnanti che ancora non si sono svolti e docenti precari da anni che rischiano di non rientrare in servizio fra una settimana”. Fora auspica piena collaborazione tra Regione e Ufficio scolastico: “se collaboriamo tutti insieme si può provare a correggere eventuali errori”.

 

(UNWEN) Perugia, 11 settembre 2020 - “E ancora una volta a rimetterci saranno famiglie, studenti e insegnanti precari”: lo antepone a tutto il resto della sua nota odierna sulla scuola il consigliere regionale Andrea Fora (Patto civico per l'Umbria).

“Si potrebbe davvero scrivere tanto – afferma il consigliere -, cedere alla facile critica sulla mancanza di programmazione della ripartenza delle attività didattiche, sui fantomatici gruppi di esperti che da mesi avrebbero dovuto elaborare linee guida e protocolli su come riaprire le scuole e più in generale sull’assenza clamorosa dal dibattito nazionale di consapevolezza da parte della politica sull’importanza della scuola come leva strategica per gestire lo sviluppo e il futuro del nostro Paese. Sulla incapacità dei Governi di pensare e costruire politiche di lungo termine per i nostri giovani e per rimettere al centro la cultura, l’educazione e la formazione”. 

“In sei mesi dall’avvento del Covid – continua - a tre giorni dall’apertura delle scuole in Umbria, ancora oggi le famiglie non sanno con certezza come saranno organizzati i trasporti scolastici, i docenti non sono stati messi in grado di fare attività formative sulla didattica a distanza, non si hanno notizie chiare sulla somministrazione dei test sierologici. Ancora oggi in Umbria si stanno cercando immobili per far fronte alla richiesta di spazi che le scuole non riescono a mettere a disposizione. Nel frattempo sono stati spesi milioni di euro per acquistare banchi e rotelle, senza che sia stato fatto un investimento serio per i docenti e la loro formazione, investimenti seri per ridurre il digital divide per tante famiglie anche umbre (viste le problematiche riscontrate durante la dad, lo scorso anno scolastico) e soprattutto investimenti in edilizia. Ma soprattutto c’è una scuola che riparte fra tre giorni con 50mila cattedre scoperte fino a ottobre o piuttosto a novembre, due concorsi (ordinario e straordinario) che avrebbero dovuto assumere 32mila insegnanti che ancora non si sono svolti e docenti precari da diversi anni che rischiano addirittura di non rientrare in servizio fra una settimana”. 

“Oltre il danno – prosegue Fora - la beffa, come si suol dire. Perché a fronte della mancanza strutturale di insegnanti, dopo mesi che si sapeva del problema, è stata introdotta un’altra categoria di precari, i precarissimi: organici aggiuntivi di docenti e personale Ata reperiti tramite una 'call veloce' dagli uffici scolastici territoriali che, in caso di nuovi lockdown, sarebbero licenziati per giusta causa e senza possibilità di ottenere indennizzo o ammortizzatori sociali. Come se non bastasse, ad aggiungere benzina sul fuoco c’è che le graduatorie provvisorie che l’ufficio scolastico ha reso pubbliche in queste ore parrebbero escludere centinaia di docenti precari con numerosi anni di servizio a favore di docenti senza esperienza o al primo inserimento”. 

“Ho denunciato tutto questo anche in Aula – ricorda il consigliere regionale - nel corso dell’ultima seduta dell'Assemblea, intervenendo come relatore di minoranza sulla legge che proroga la scadenza entro la quale debbono essere adeguati gli immobili dedicati ai servizi educativi della prima infanzia. Oggi è l’11 settembre. Mancano 72 ore alla prima campanella dell’anno scolastico. Non ci consoli lo sguardo verso altri Paesi europei che, se possibile, stanno facendo anche peggio sulla scuola. È in ballo il futuro nei nostri figli, il futuro del nostro Paese. E come si può pretendere di far funzionare aule, banchi e rotelle senza insegnanti e senza valorizzare il corpo docente? Ad oggi mancano all’appello quasi 1500 insegnanti di cui ancora oggi non sappiano nulla. Sappiamo solo che a fronte di questa grande mancanza, al posto di centinaia di docenti precari che hanno lavorato in questi anni con contratti a termine, potrebbero entrare docenti senza esperienze pregresse”. 

“Ho già sollecitato per le vie brevi l’assessore regionale all’Istruzione Paola Agabiti - conclude il consigliere Fora - per verificare con gli Uffici scolastici provinciali le modalità con cui si stanno in queste ore organizzando le call pubbliche e le graduatorie degli inserimenti. La Regione in questo ambito non ha evidentemente una competenza diretta però se collaboriamo tutti insieme si può provare a correggere eventuali errori e, se del caso, di mettere la 'toppa' a un piano di interventi e, più complessivamente a un progetto di ripartenza delle scuole che, sinceramente, fa acqua da tutte le parti. Da qualsiasi punto (Europa, Stato, Regione, territorio) e da qualsiasi colore politico lo si voglia guardare. Si può e si deve fare molto di più per i nostri figli, per il nostro Paese”.