salvini1(ASI) Circa 300 persone hanno sfidato la cappa afosa e l'orario proibitivo per assistere al comizio di Matteo Salvini a Perugia in Piazza del Bacio, nel cuore del quartiere della Stazione centrale di Fontivegge, da molti anni simbolo del degrado urbano del capoluogo della regione.

Dopo le tensioni del giorno precedente a Senigallia (AN) e della mattina a Marsciano (PG), l'allerta della Questura era massima. Come annunciato, il comitato #MaiConSalvini, già presente dalle 16.00 con un proprio presidio nell'area limitrofa di Via del Macello, si è diretto in prossimità del raduno leghista con circa 150 unità, raggiungendo il piazzale antistante l'ingresso principale della Stazione proprio a pochi minuti dalle 18.30, orario fissato per l'inizio del discorso del leader leghista. Notevole il dispiegamento di Forze dell'Ordine, che hanno presidiato l'area circostante ricorrendo a cordoni e manovre di contenimento per tutta la durata dell'incontro tra Salvini e i suoi elettori, ed in particolare dopo la fine del comizio, quando alcuni facinorosi hanno tentato con la forza di oltrepassare le transenne per raggiungere Salvini e i militanti leghisti, tuttavia senza conseguenze di rilievo.
Il candidato presidente del centro-destra alla Regione Umbria, Claudio Ricci, ha riassunto i temi centrali della sua campagna elettorale, fondata su "progetti concreti" di innovazione, sviluppo e internazionalizzazione, come la diminuzione della pressione fiscale di competenza locale, la sicurezza, il completamento delle reti stradali, la promozione del territorio all'estero, l'agevolazione per le piccole e medie imprese, il potenziamento dell'aeroporto regionale di Sant'Egidio con l'ingresso di "partner privati al 40%", e l'ammodernamento della rete ferroviaria, contestando a Catiuscia Marini il progetto Medioetruria, che "favorirebbe soltanto la Toscana, penalizzando l'Umbria".
Poco dopo è comparso Matteo Salvini direttamente dall'interno dell'edificio ormai abbandonato della vecchia Upim, suscitando l'entusiasmo dei suoi simpatizzanti. Il "capitano" - così lo hanno ribattezzato i militanti leghisti - ha parlato per circa mezz'ora, toccando tutti i punti-chiave del suo programma. "Zero" è il numero di nuovi clandestini che, secondo Salvini, Perugia può accogliere in una regione "da quarantacinque anni in mano ad una sinistra" che "usa come un bancomat" il territorio per piazzare nel pubblico impiego "gli amici degli amici". Le parole più dure, però, Salvini le riserva per i contestatori, ai quali ricorda che "qualche partigiano si rivolterebbe nella tomba", vedendoli interpretare in questo modo quella libertà e quella democrazia per le quali si è battuto durante la guerra.
A loro, il numero uno del partito di Via Bellerio contrappone "l'Umbria vera, quella dei pescatori del Lago Trasimeno, degli agricoltori massacrati dall'IMU agricola del governo Renzi-Marini, di decine di lavoratori della Mercatone Uno che da giugno rischiano di restare a casa". Tutti temi che, secondo Salvini, sarebbero ignorati da coloro che lo contestano perché "non sono rivoluzionari", ma soltanto "disadattati figli di avvocati, notai e magistrati".
"Io e Claudio Ricci siamo diversi - dice Salvini - ma abbiamo trovato un terreno comune", fatto di ricette finalizzate ad eliminare il clientelismo, il degrado, l'immigrazione clandestina e quelle cooperative sleali "che sfruttano i lavoratori a 4 euro all'ora". Ha respinto le accuse di razzismo, annunciando il suo prossimo viaggio in Nigeria a giugno, dove andrà per parlare con le istituzioni del vasto Paese africano e valutare spazi di cooperazione e investimento in loco perché, come ha ribadito, "quei poveri bambini africani devono essere aiutati a vivere una vita dignitosa nel proprio Paese, non nelle stazioni delle nostre città nelle condizioni che conosciamo tutti".
La Lega Nord e la coalizione di centro-destra gongolano di fronte agli ultimi sondaggi che danno Claudio Ricci in forte recupero sulla presidente uscente Catiuscia Marini, ma la situazione è ancora incerta. Il 31 maggio ne sapremo di più.

Redazione Agenzia Stampa Italia

 

contestazioni