121623237 2835082093395477 3915239313909898368 oIn Seconda Commissione si è parlato di ricostruzione post sisma 2016. Dello stato dell’arte attuale, degli strumenti messi in campo e delle azioni previste per mettere a regime gli interventi necessari per il recupero edilizio strutturale pubblico e privato. È stato il commissario straordinario alla ricostruzione dei territori colpiti dal sisma del 2016, Giovanni Legnini a tracciare una panoramica generale della situazione. Tra i passaggi più significativi quello di aver rivisto le regole burocratiche meno funzionanti, la necessità di conoscere quanto prima l’intera domanda di ricostruzione e quindi del fabbisogno finanziario. La possibilità di prevedere fondi del Recovery fund per lo sviluppo economico dell’area e per il sostegno alle imprese.

 

(UNWEB) Perugia,   – In Seconda Commissione, presieduta da Valerio Mancini, si è parlato di ricostruzione post sisma 2016. Dello stato dell’arte attuale, degli strumenti messi in campo e delle azioni previste per mettere a regime gli interventi necessari per il recupero edilizio strutturale pubblico e privato. È stato il commissario straordinario alla ricostruzione dei territori colpiti dal sisma del 2016, Giovanni Legnini a tracciare una panoramica generale della situazione.

Tra i passaggi più significativi, emersi nel corso dell’audizione, quello di una rivisitazione delle regole burocratiche meno funzionanti, tra le quali la procedura di accesso al contributo con un tempo molto ridotto rispetto alla definizione delle pratiche. Necessario individuare i tempi entro i quali conoscere l’intera domanda di ricostruzione e quindi del fabbisogno finanziario. Per lo sviluppo economico dell’area e per sostenere le imprese del cratere auspicabile l’utilizzo di parte dei fondi del Recovery fund. Legnini ha rimarcato come questo modello di governance assegna alle Regioni poteri importanti. Tuttavia ha auspicato che progressivamente la ricostruzione si possa regionalizzare. Alla riunione ha preso parte Stefano Nodessi (direttore regionale Governo del territorio).

GIOVANNI LEGNINI ha detto che la pandemia è stato e rappresenta un fattore di rallentamento. “Sin dall’inizio – ha sottolineato - siamo intervenuti sulle regole che non funzionavano. Le ragioni della lentezza del processo ricostruttivo sono molteplici, alcune oggettive poiché il cratere è caratterizzato da una grande differenziazione tra centri distrutti o gravemente danneggiati ed altri che lo sono in misura inferiore, con una divaricazione particolarmente accentuata. La priorità è stata quella di rinnovare la procedura di accesso al contributo, oggi stiamo registrando un crescente numero di domande e soprattutto un tempo molto ridotto di definizione delle pratiche. SEMPLIFICAZIONE PROCEDURE. Sono circa 900 le pratiche presentate rispetto all’ordinanza 100 con i decreti che vengono emanati in poco più di 60 giorni. Anche in futuro dunque la stima di 60-100 giorni dovrebbe essere ampiamente confermata dalla prassi applicativa. Questa mattina (16 ottobre) è stata emanata un’ordinanza (n. 108) che attribuisce la facoltà ai tecnici progettisti di aderire alla procedura semplificata, veloce, anche per le pratiche giacenti che in tutto il cratere sono circa 8mila. Se il progettista intende cambiare il progetto, integrandolo anche alla luce della possibilità di integrare il contributo per la ricostruzione con i super bonus fiscali (sisma bonus ed eco bonus) deve ripresentare la stessa con i tempi ridotti previsti. Entro il prossimo 31 gennaio crediamo di poter chiudere il capitolo relativo ai danni lievi. Nei prossimi mesi avremo 4 filoni che impegneranno molto gli Uffici speciali per la ricostruzione ed i Comuni e dal cui andamento dipenderà il decollo della ricostruzione, vale a dire l’ordinanza ‘100’ che va a regime; l’adesione alla domanda semplificata senza integrazioni; l’eventuale ripresentazione delle domande (ordinanza 100); le vecchie pratiche residue che dovranno avere un esito. Abbiamo profondamente mutato anche l’aspetto, in certi casi paralizzante, del profilo urbanistico, vale a dire l’obbligo dei piani attuativi nei centri perimetrati: è stata fatta la scelta di dichiarare i piani attuativi come facoltativi. PROGRAMMA STRAORDINARIO RICOSTRUZIONE. Abbiamo poi disegnato il programma straordinario di ricostruzione, strumento agile dal quale ci attendiamo molto poiché non è un piano urbanistico, con procedura molto rapida poiché può essere approvato dal Presidente della Regione, dopo aver acquisito il parere della conferenza permanente. Bene il Comune di Norcia che ha già adottato diversi piani attuativi e sta predisponendo il programma straordinario di ricostruzione, questo porterà ad un concreto decollo della ricostruzione. Altri Comuni stanno allo stesso modo lavorando. La scommessa che abbiamo di fronte e che affronteremo a breve in modo deciso riguarda l’utilizzo dei poteri speciali o in deroga che di recente sono stati attribuiti al Commissario per opere ben individuate, urgenti, connotate da particolare criticità o ricomprese nei centri storici distrutti. Stiamo predisponendo strumenti ed organizzazione per partire con questa ulteriore, particolare attività. Tutto questo per mettere a disposizione dei Comuni e della Regione, su base consensuale, i poteri speciali in deroga, strutture consulenziali, capacità operative. In Umbria si sta pensando, ad esempio, di intervenire sul complesso conventuale di Sant’Eutizio a Preci, sulla Basilica di San Benedetto a Norcia a seguito dell’annunciato contributo di Eni che si aggiunge a quello pubblico. Stiamo anche pensando ad un possibile intervento a Castelluccio ed in altri luoghi che Regione e Comuni eventualmente provvederanno ad indicarci”.

Il Commissario ha poi risposto ad alcune domande dei consiglieri presenti alla riunione.

Vincenzo BIANCONI (Gruppo misto) ha chiesto se viene ipotizzata una dead line per la presentazione dei progetti relativi alla ricostruzione pesante privata. LEGNINI ha risposto che “la legge prevede il termine del prossimo 31 dicembre 2020, comunque da prorogare. Le domande per danni gravi – ha detto – sono state presentate già in numero significativo e molte già decretate. Tra qualche settimana si rifletterà su uno scadenzario programmato. Dobbiamo fare in modo che gradualmente possano essere individuati i tempi entro i quali bisogna conoscere l’intera domanda di ricostruzione anche ai fini del fabbisogno finanziario”.

Daniele CARISSIMI (Lega) ha chiesto chiarimenti in ordine alla gestione dei rifiuti sottolineando “le difficoltà in ordine alla loro rimozione. Per i cittadini che hanno subito già i nefasti effetti del terremoto è pesante dover assumere spese rilevanti per la rimozione. Chiedo se c’è la possibilità di andare incontro a questi soggetti per risolvere il problema”. LEGNINI ha risposto che “fino ad oggi la struttura commissariale non si è occupata della materia poiché la legge attribuisce la responsabilità della gestione della programmazione dei rifiuti delle macerie alla Regione che deve predisporre i piani, programmare l’attività, fare gli affidamenti. La rimozione delle macerie è comunque ricompresa nel calcolo del contributo riconosciuto al privato. Sulle macerie pubbliche, invece il cui stato di smaltimento è molto avanzato (70-80 percento) il Dipartimento di Protezione civile stanziò, per tutte le aree del cratere delle regioni interessate, 100 milioni di euro, utilizzati per intero dalle Regioni. Con la prossima ordinanza riguardante i lavori pubblici verrà istituito un nuovo fondo di circa 60 milioni di euro per garantire la conclusione di queste attività sulla base dei fabbisogni che le stesse Regioni hanno già indicato. Inizierà auspicabilmente poi, in parallelo al decollo della ricostruzione privata il tema dello smaltimento delle macerie private. Su questo abbiamo avviato una riflessione che riguarda la possibilità di costruire un minimo di struttura professionale poiché si tratta di un tema particolarmente impegnativo che riguarda l’intero ciclo della raccolta, stoccaggio, destinazione, riuso dei materiali che richiede sforzo anche innovativo”.

Valerio MANCINI (Lega) ha chiesto delucidazioni rispetto al sostegno delle imprese danneggiate dagli eventi sismici. LEGNINI ha risposto relativamente ai contributi per il recupero, la ricostruzione degli immobili, per le attrezzature, beni strumentali. Le imprese seguono la procedura prevista dalle ordinanze. Seppure con una specificità propria, sono all’interno del percorso della ricostruzione. Ripetto al tema del sostegno alle imprese nel cratere ci sono molte questioni aperte. Gli incentivi fiscali sono stati prorogati per tutto il 2021-’22 con il riutilizzo delle somme non spese e stanziamento di altre somme. Stiamo sollecitando il Governo a varare misure più stabili e strutturali di sostegno alle imprese del cratere (investimenti, conto esercizio, ecc.). L’auspicio è che venga previsto l’utilizzo di una parte dei fondi del Recovery fund”.

NODESSI ha portato a conoscenza del Commissario la proposta di legge promossa dai consiglieri Pastorelli, Fioroni e Mancini (Lega), in discussione in Seconda Commissione, riguardante la possibilità di lasciare nella disponibilità delle aziende agricole le stalle realizzate in emergenza, ovviamente se rientranti nei parametri edilizi e paesaggistico-ambientali previsti dai Comuni. “Il costo della rimozione – ha specificato Nodessi – sarebbe maggiore rispetto a lasciarle all’allevatore. Questo riguarda comunque anche altre attività produttive che hanno ricevuto fondi dalla Prociv per realizzare strutture provvisorie”. LEGNINI ha risposto che, rispetto alle strutture provvisorie, “siamo di fronte a tre categorie di situazioni alle quali dare una soluzione: Ricoveri provvisori per animali, le Sae, strutture per altre realtà produttive e di servizio. Per trovare soluzioni concrete occorre un intervento legislativo da parte del Governo, poiché la proprietà è statale. Non si può avere il contributo per ricostruire ed avere anche una struttura gratuita in proprietà. Ci sono anche problemi riguardanti profili autorizzatori, urbanistici, geologici, di destinazione d’uso. Per il settore agricolo e zootecnico è un tema più risolvibile, si è consentito agli assegnatari delle strutture provvisorie di renderle stabili, fermo restando presupposti urbanistici, titolarità azienda, con un contributo forfettario di 300euro al mq. Come struttura promuoveremo un censimento della situazione ed insieme ai Comuni e alla Regione siamo disponibili a proporre una soluzione al legislatore. Fermi alcuni principi di rango normativo-statale, sulla destinazione, sui profili autorizzatori servirebbe un sano principio di federalismo”.

Rispondendo ad altri brevi quesiti, LEGNINI ha sottolineato, tra l’altro, l’importanza di risorse provenienti dal Recovery fund per lo sviluppo economico delle aree del cratere come pure per il sostegno agli investimenti delle imprese.

LEGNINI ha rimarcato infine l’importanza di aver potenziato l’Ufficio speciale per la ricostruzione con la proroga dei contratti a tempo determinato e di aver avviato la stabilizzazione del personale con i requisiti previsti nella Legge ‘Madia’. “Senza i professionisti della ricostruzione – ha osservato - non si possono dare soluzioni idonee. Questo modello di governarnce colloca le Regioni con un poteri importanti. Tuttavia – ha concluso - auspico che progressivamente la ricostruzione si regionalizzi”.