125275584 2862013297369023 1465639077689383792 oI consiglieri regionali del Partito democratico, Tommaso Bori (capogruppo), Donatella Porzi, Simona Meloni, Michele Bettarelli e Fabio Paparelli sollecitano la Giunta regionale ad adeguarsi alle linee guida del Ministero della Salute in materia di Interruzione volontaria della gravidanza. Secondo i consiglieri PD il tema dell’interruzione di gravidanza è “tanto più d’attualità oggi, alla luce di una nuova situazione di ondata pandemica che sta mettendo sotto sforzo tutto il sistema sanitario regionale e nazionale”.

 

(UNWEB) Perugia, “La stessa velocità che ci fu nella deliberazione che limitava l’interruzione volontaria di gravidanza farmacologica non si riscontra nell’adottare le nuove linee guida emanate, esattamente tre mesi fa, dal Ministero della Salute e dal Consiglio superiore della Sanità”. Così i consiglieri regionali del Partito democratico, Tommaso Bori (capogruppo), Donatella Porzi, Simona Meloni, Michele Bettarelli e Fabio Paparelli che tornano a sottolineare come, “soprattutto in emergenza sanitaria serva una tempestiva applicazione dei nuovi protocolli e il cambio della delibera mai modificata, nonostante le promesse e le rassicurazioni dell’assessore Coletto pronunciate lo scorso giugno in Aula”.

“Quello che chiediamo – spiegano i consiglieri PD – è un veloce adeguamento delle disposizioni della Giunta regionale alle linee guida emanate, affinché l’Umbria torni ad essere quella regione civile e all’avanguardia che il provvedimento, schiacciato sulle linee più oscurantiste di una parte della Lega, voleva far tornare al medioevo. Una scelta liberticida, che ha fatto scattare anche una profonda reazione da tutto il tessuto sociale umbro e dal movimento che si è attivato spontaneamente, sia a livello locale che nazionale”.

“Il tema dell’interruzione di gravidanza – aggiungono – è tanto più d’attualità oggi, alla luce di una nuova situazione di ondata pandemica che sta mettendo sotto sforzo tutto il sistema sanitario regionale e nazionale. Occorre quindi uno sforzo, affinché possano essere ridotte le difficoltà di accesso alle strutture consultoriali, essendo ormai in presenza di una situazione in cui il Covid ha costretto alla sospensione delle prestazioni differibili e l’Ivg, viene considerata come tale, andando a ledere i diritti civili delle donne”


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