BoriIl capogruppo del Pd, Tommaso Bori, ha inviato una lettera alla presidente Tesei e all’assessore Coletto in cui chiede di “colmare i ritardi in merito alle azioni da mettere in campo per potenziare i servizi di assistenza psicologica e di salute mentale sul territorio”. Per Bori si tratta di “un'emergenza sottovalutata in pandemia, bisogna invertire la rotta”.

 

(UNWEB) Perugia,  “L’Umbria colmi i ritardi in merito alle azioni da mettere in campo per potenziare i servizi di assistenza psicologica e di salute mentale sul territorio”. È la richiesta avanzata dal capogruppo regionale del Partito democratico, Tommaso Bori, attraverso una lettera inviata alla presidente della Regione Donatella Tesei, all’assessore regionale alla Salute Luca Coletto, al direttore Claudio Dario e ai quattro commissari di Usl e aziende ospedaliere. 

“La salute mentale – dice Bori – è un fattore fondamentale per il benessere, come ha affermato l’Organizzazione mondiale della sanità. Gli organismi sovranazionali si sono anche mossi prevedendo azioni globali da attuare, con nel caso del ‘Policy Brief’ del segretario generale delle Nazioni unite. Contributi sul tema sono arrivati anche dalle società scientifiche di psichiatria, dagli ordini professionali degli psicologi e dagli altri profili professionali presenti all’interno della rete dei servizi di salute mentale. Obiettivi importanti, che non possono essere sottovalutati dall’istituzione regionale. Secondo gli ultimi dati del ministero della Salute, riferiti al 2018, le persone assistite dai servizi sono 850mila in Italia, 15mila in Umbria. Numeri che potrebbero anche essere aggravati dalla pandemia e dagli effetti delle limitazioni”. 

“In questo contesto – prosegue Tommaso Bori – il Governo nazionale, molte Regioni, le società scientifiche di psichiatria e l’ordine nazionale degli psicologi stanno cercando di attuare tutte le misure necessarie per la prevenzione e la cura della salute mentale, attraverso l’attivazione di canali dedicati e la collaborazione con associazioni e sindacati di categoria, con l’erogazione di servizi anche in collaborazione con i soggetti locali, arrivando anche elaborare un vademecum per i singoli cittadini. L’Umbria è in ritardo e ha provveduto ad attivare solo il numero Umbria Sanità. Manca la collaborazione tra istituzioni locali e regionali e gli ordini di categoria, nonché con il mondo del volontariato”. 

“Per superare questa situazione – prosegue il consigliere regionale – pongo all’attenzione una serie di proposte che potranno essere prese in considerazione per riprogrammare il futuro delle attività legate alla salute mentale. Serve un tavolo di lavoro come cabina di regia. Servono risorse finanziarie aggiuntive per supportare l’importante attività svolta dai Centri di salute mentale per puntare ad un loro potenziamento che passi anche attraverso un potenziamento dell’organico. Servono servizi h24 e nuovi canali di comunicazione, così come nuove collaborazioni e canali di supporto anche per i genitori nei casi in cui le restrizioni domestiche abbiano aggravato o creato problemi nel rapporto con i figli”.

"Il problema è sotto gli occhi di tutti gli operatori - conclude Bori - e va affrontato, non negato”