FORAIl consigliere Andrea Fora (Patto civico) chiede alla presidente della Giunta, Donatella Tesei che la “nuova ordinanza regionale consenta la ripresa delle attività delle associazioni secondo le modalità previste e consentite dal dpcm nazionale, nulla di più, nulla di meno”. Per Fora “non si può più far finta che non serve ne la scuola, ne l’oratorio”.

 

(UNWEB) Perugia,  – “In vista della nuova ordinanza regionale rivolgo un forte appello alla presidente della Giunta regionale, Donatella Tesei affinchè nell’odierna ordinanza consenta la ripresa delle attività delle associazioni secondo le modalità previste e consentite dal dpcm nazionale, nulla di più, nulla di meno. Auspico che questo ennesimo appello non cada nel vuoto. Non si può più far finta che non serve ne la scuola, ne l’oratorio”.  è quanto dichiara il consigliere regionale Andrea Fora (Patto civico per l’Umbria).

“Il disagio sociale dei più giovani – spiega Fora - sta superando i livelli di guardia. Occorre consentire l'accesso ai bambini e ai ragazzi a luoghi destinati allo svolgimento di attività ludiche, ricreative ed educative con l’ausilio di operatori, all’interno di specifici protocolli di sicurezza. Pur comprendendo i timori che un allentamento delle misure restrittive in questo campo possa essere mal interpretato dai cittadini, ritengo che con le regole ferree e con i controlli stabiliti si debba consentire per le associazioni tutto ciò che è già previsto come fattibile dal dpcm”.

“Associazioni, oratori, scout, realtà educative, oltre 25mila giovani e le loro famiglie – prosegue Fora - ci chiedono di poter ripartire, ricostruire relazioni di socialità contro la depressione, la solitudine, l’abbandono. Non si può vivere tutta la vita nei social media a distanza. Occorre che in Umbria si torni a poter fare ciò che le altre regioni consentono da mesi”.

“Presidente Tesei – chiede Fora - i ragazzi hanno bisogno di poter tornare a guardarsi negli occhi senza la mediazione di un display, hanno bisogno di relazionarsi, rispettando tutte le norme, ma hanno bisogno di tornare a vivere. È nella relazione con l’altro che si accresce il senso della vita e della bellezza del vivere. Abbiamo – conclude - già negato troppo questi diritti ai nostri ragazzi, non si può indugiare oltre”.