151892171 2935262346710784 7185592871311007174 o(UNWEB) Sono state presentate quattro mozioni promosse dalla minoranza per impegnare la Giunta regionale rispetto a: proposte “salva Umbria” legate all’emergenza sanitaria, ristori per famiglie e imprese, piano vaccinazioni e aiuti finanziari tramite emissione di mini-bond delle piccole imprese.

Dopo l’illustrazione delle mozioni e gli interventi dei consiglieri, della presidente Tesei, degli assessori Coletto e Fioroni, il presidente dell’Assemblea legislativa Marco Squarta ha sospeso i lavori, che riprenderanno nel pomeriggio per verificare la possibilità di giungere a una proposta di risoluzione unitaria.

MOZIONE 1 - L’atto, sottoscritto da tutti i consiglieri di opposizione, Bori, Bettarelli, Meloni, Paparelli, Porzi (Pd), De Luca (M5S), Fora (Patto civico Umbria), Bianconi (Misto) mira ad impegnare la Giunta regionale a: DARE PIENA E RAPIDA ATTUAZIONE di quanto disposto e approvato nella precedente seduta consiliare (9 febbraio) nella Risoluzione concernente: ‘Comunicazioni della Presidente della Giunta Regionale-Ulteriori misure conseguenti all'emergenza epidemiologica da Covid-19"; RECUPERARE TUTTE LE PRESTAZIONI SANITARIE ad oggi sospese e ripristinare le strutture sanitarie e sociali pre-covid attraverso il varo di un piano straordinario di abbattimento delle liste di attesa, ripristinando i servizi sanitari e le prestazioni pre-emergenziali per la diagnosi, terapia, assistenza e riabilitazione; PROCEDERE CON L'ASSUNZIONE DEL PERSONALE SANITARIO necessario, attraverso rapide assunzioni a tempo determinato, con contratti che diano adeguata dignità e stabilità, pubblicando contestualmente il bando assunzioni dei posti a tempo indeterminato, al fine di evitare che per tantissimi giovani medici ed infermieri sia più interessante ed economicamente vantaggioso indirizzare il loro lavoro presso altre regioni. Attivare inoltre convenzioni con le associazioni socio - assistenziali per il potenziamento dei numeri verdi e dei triage e dei trasporti sanitari e a prevedere il richiamo in servizio, se disponibili, di infermieri e medici in pensione anche da fuori regione, ad attingere a tutte le graduatorie disponibili per le assunzioni; DARE PIENA ATTUAZIONE di quanto deliberato nella seduta d’Aula del 9 febbraio in merito alla liquidazione del Bonus Covid arretrato a tutti i medici in formazione; AUTORIZZARE LE FARMACIE convenzionate ad eseguire la vaccinazione anti Covid-19 alla popolazione previa individuazione di spazi idonei a garantire la privacy e con il supporto di personale medico o infermieristico o personale sanitario adeguatamente formato, cosa prevista dalla Legge di Bilancio dello Stato; RIPRISTINARE UN EFFICACE TRACCIAMENTO dei contatti, l'isolamento immediato dei casi positivi e il monitoraggio dei pazienti, anche tramite patti di collaborazione tra gli enti. A provvedere altresì al potenziamento dei dipartimenti di prevenzione, dei laboratori per la capacità di testare i contatti e la sanità territoriale per il trattamento dei pazienti, a partire da un ruolo chiave delle Usca (Unità speciali continuità assistenziale) e l'integrazione con la medicina generale e le Aft (Aggregazioni funzionali territoriali). A creare una rete di collegamento tra le Usca e i reparti Covid che si sono distinti per intensità di cura ed efficienza, al fine di garantire adeguato scambio di informazioni e definire protocolli di gestione, così da creare percorsi di continuità assistenziale che portino il paziente al ricovero solo quando e se necessario. A fornire ai sanitari delle Usca strumenti di monitoraggio adeguati (emogasanalizzatore Poct, farmaci per il primo intervento) e tutte le tipologie di dispositivi di sicurezza necessari a garantire la propria e l'altrui incolumità; METTERE IN CAMPO UN PROGETTO DI ASSUNZIONE di soggetti under 30 disoccupati a supporto del personale sanitario per la gestione amministrativa del tracing definendo sinergie con il Terzo settore e la forte e robusta rete dell'associazionismo umbro per il potenziamento del Dipartimento di prevenzione così da monitorare in maniera informatizzata e capillare tutta la popolazione umbra al fine di individuare tempestivamente aree a rischio e focolai e permettere la messa in atto di azioni mirate a limitare la diffusione della pandemia; SOSTENERE E PROMUOVERE PATTI DI COLLABORAZIONE con Comuni ed Enti locali della regione che vorranno aderirvi, al fine di attivare ulteriori risorse necessarie al supporto, da parte delle aziende sanitarie preposte, delle attività connesse al tracciamento di soggetti identificati come contatti di persone positive al Sars-Cov2 attivando altresì dei 'contact tracing' all'interno di ogni Centro operativo comunale (Coc), aperti 7 giorni su 7 e a orario continuato, cercando le sinergie tra AsI, Comuni e Associazioni di volontariato; DEFINIRE ACCORDI CON ASL E COMUNI affinché tutti i servizi convenzionati non erogabili in fase Covid possano essere rimodulati, senza interruzione delle prestazioni, anche individuando con gli Enti gestori prestazioni funzionali ai bisogni legati all'emergenza. Ad integrare le misure del Governo con interventi regionali sulla povertà, tramite il sostegno economico ai Comuni per rafforzamento assistenza domiciliare, buoni pasto, coinvolgimento Terzo settore per reti di sostegno sociale; APRIRE UN TAVOLO TECNICO con professionisti ed esperti in materia per correggere la gestione dell'emergenza sanitaria e ad attivare protocolli di telemedicina e a predisporre linee guida per l'assistenza domiciliare dei pazienti, dotandoli di dispositivi, farmaci, saturimetri per limitare i ricoveri; EFFICIENTARE LE STRUTTURE esistenti anche tramite la progressiva dismissione di quelle provvisorie come l'ospedale militare che si è dimostrato strumento poco funzionale alla gestione di una patologia respiratoria come il covid 19”.

Nell’illustrazione dell’atto, Tommaso BORI ha sottolineato che “i dati peggiorano, siamo unica zona rossa che verrà riconfermata, servono ristori, congedi parentali, bonus di sostegno alle famiglie, quello per babysitter magari non fino ai 12 anni ma fino ai 14, come da legge nazionale. Non è solo emergenza sanitaria ma anche educativa. Siamo stati propositivi, collaborativi sui temi, ma questo segnale non è stato colto. Oggi torniamo a fare proposte per salvare l’Umbria che ad oggi è il malato d’Italia. La situazione è fuori controllo per i ritardi e le mancanze, i reparti sono pieni, le terapie intensive sono sature, la sanità è al collasso, lavorano 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, sono stremati, ci sono focolai in tutte le strutture. Il tentativo di dire che è colpa della sfortuna non è accettabile, le varianti non possono essere un alibi, ci sono dappertutto. Ma qui hanno proliferato senza controllo. Il tracciamento, l’isolamento dei positivi, i contatti, tutto saltato. E vediamo solo la punta dell’iceberg, c’è un enorme sommerso. La sospensione del tampone agli asintomatici è stato un grave errore. Non sono state separate strutture covid e covid-free, non ci sono percorsi distinti, tutto questo ha portato alla sospensione delle prestazioni sanitarie, ma le altre patologie non sono in sciopero, con 40mila prestazioni sospese, liste d’attesa lunghissime, serve un piano di abbattimento straordinario. Più personale, ambulatori aperti nel weekend e fino a tarda sera. Assunzioni: siamo costretti a chiedere sanitari in prestito a causa delle mancate assunzioni. Anche questa settimana diversi operatori si sono licenziati per andare altrove o nel privato. Grida vendetta il tema dei provvedimenti disciplinari, a decine, nei confronti degli operatori sanitari, che non possono essere oggetto di procedimenti se raccontano la realtà delle cose. Vaccini: in Italia 4 milioni di dosi e 3 milioni e 200mila somministrate, l’80 per cento. In Umbria 47mila dosi, somministrate 35mila, sotto la media italiana. Bisogna rendere efficace il piano vaccinale. Over 80 male, non si inizia dai più giovani perché sono mobili. Carenza dei team. Studenti di area medico sanitaria da includere nelle priorità di vaccinazione, anche psicologi, informatori scientifici. Ieri avete chiesto di poter utilizzare i medici specializzandi a cui da mesi avete promesso il bonus covid mai stanziato. Appare ad oggi totalmente disatteso il Piano di Salvaguardia approvato lo scorso mese di novembre. Secondo i dati dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali risulterebbero ancora oggi disponibili 130 posti di terapia intensiva in Umbria mentre nelle previsioni sarebbero dovuti essere attivati ulteriori posti portando la dotazione dai 127 raggiunti con il piano di contenimento fino a 159. Dobbiamo affrontare l’emergenza ora, basta parlare al futuro. Dovete governare l’emergenza, noi faremo la nostra parte”.

MOZIONE 2 (a firma Tommaso Bori, Fabio Paparelli, Simona Meloni, Michele Bettarelli, Donatella Porzi (Pd), Thomas De Luca (M5S), Andrea Fora (Patto civico) e Vincenzo Bianconi (misto): chiede all’Esecutivo regionale di “predisporre con la massima urgenza misure a sostegno delle famiglie, nei casi di astensione obbligatoria da lavoro a causa della DaD imposta dall'Ordinanza regionale e per i soggetti fragili a cui è venuta meno l'assistenza”.

L’atto di indirizzo, illustrato in Aula da SIMONA MELONI (Pd), impegna la Giunta di Palazzo Donini a “prorogare la scadenza fissata al 24 febbraio 2021 del ‘Bando pubblico per la concessione di borse di studio a studenti della scuola primaria e secondaria’; prevedere nuove misure e rifinanziare quelle già messe in atto a favore delle imprese e delle partite IVA, soprattutto per le categorie oggi escluse dai ristori regionali (es. ristorazione senza somministrazione con preparazione di cibi da asporto, commercio all'ingrosso, agenti e rappresentanti, commercio al dettaglio di calzature e abbigliamento, spettacoli dal vivo, audiovisivo etc..); interventi ed incentivi economici per investimenti, innovazione, trasferimento tecnologico e digitalizzazione a favore delle MPMI, dove II Bando Bridge to Digital è risultato insufficiente a fronte delle domande delle linee di finanziamenti a fondo perduto rivolti alle PMI per l'innovazione e per lo sviluppo di investimenti a fini occupazionali; rivedere e potenziare il ruolo di Sviluppumbria e Gepafin affinché svolgano la propria mission societaria quale volano di sviluppo del territorio e delle attività produttive in Umbria: valutare in prospettiva, d'intesa con il Governo, la possibilità di concedere contributi non solo adattando la logica dei codici attività, ma anche della filiera in cui le attività stesse sono inserite. Sostegno alle famiglia per l’astensione obbligatoria dal lavoro e per i soggetti fragili: il bonus baby sitter potrebbe non essere sufficiente a supportare tutte le famiglie. Serve un decisivo cambio di passo, è la sfida più importante dopo la questione sanitaria, le famiglie dovranno affrontare molte difficoltà e tante sono senza risorse”.

MOZIONE 3: promossa da tutti i gruppi di minoranza, prevede di “impegnare la Giunta regionale all’aumento delle dosi e alla formulazione dei vaccini, oltre al potenziamento dei team e delle sedute vaccinali della Regione Umbria”.

L’atto, sottoscritto da tutti i consiglieri di opposizione (Tommaso Bori, Michele Bettarelli, Simona Meloni, Fabio Paparelli, Donatella Porzi-Pd, Thomas De Luca-M5S, Andrea Fora -Patto civico Umbria, Vincenzo Bianconi-Misto) illustrato dal capogruppo del M5s THOMAS DE LUCA, mira ad impegnare la Giunta regionale a “dare piena e rapida attuazione alla risoluzione approvata nell’ultima seduta di quest’Aula dopo le comunicazioni della Presidente della Giunta per ‘ulteriori misure conseguenti all'emergenza epidemiologica da Covid-19’; a velocizzare il piano vaccinale e richiedere l'accesso a tutte le formulazioni del vaccino validate da Aifa ed Ema; a potenziare i team vaccinali e a prevedere la somministrazione anche nei week end, nei giorni festivi ed in orario serale; a somministrare in maniera prioritaria il vaccino a tutti i professionisti sanitari, come stabilito da quest’Aula, quali farmacisti; informatori scientifici del farmaco, psicologi, odontoiatri e i loro assistenti, ed al personale di segreteria alle dipendenze dirette o mediante cooperative. In aggiunta, anche agli studenti e i dottorandi di area medico sanitaria che per svolgere le attività di tirocinio formativo e di ricerca clinica si trovano quotidianamente a stretto contatto con tutta la popolazione ospedaliera insieme al personale sanitario, esponendo sé stessi e i pazienti a un costante rischio di contagio. Ma si chiede all’Esecutivo anche di rendere noto quante vaccinazioni sono state somministrate, il cronoprogramma aggiornato delle fasi che verrà seguito per le prossime vaccinazioni, il calendario vaccinale con scadenze chiare e definite, come è organizzata la logistica, se sono stati coinvolti i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, se è stato potenziato il personale sanitario per implementare i team vaccinali e se è prevista una campagna di comunicazione e informazione sull'adesione al vaccino. Inoltre si suggerisce alla Giunta di valutare anche in Umbria di sperimentare per il 2021, la somministrazione dei vaccini nelle farmacie idonee e aperte al pubblico sotto la supervisione di medici assistiti, se necessario, da infermieri o da personale sanitario prontamente formato come previsto della legge di bilancio 2021, e a fornire un quadro chiaro delle categorie che avranno priorità vaccinale in fase 2 e in fase 3”.

MOZIONE 4: promossa dai consiglieri Vincenzo BIANCONI (Misto), Thomas DE LUCA (M5S), Simona MELONI e Donatella PORZI (Pd) prevede un “Sostegno di Gepafin per l’emissione di mini-bond e altri strumenti di credito obbligazionario da parte di imprese umbre come mezzo per superare la crisi di liquidità post covid-19”.

VINCENZO BIANCONI (misto): “Questa mozione invita la Giunta a istituire dei Bond per intervenire sulla crisi delle piccole e medie imprese umbre ed offrire alle aziende la liquidità necessaria per gestire in tempi brevi la crisi. Una crisi che porta le banche a contrarre ulteriormente il credito alle imprese considerate più a rischio, le più piccole. Una soluzione efficace, già applicata in alcune Regioni, sarebbe l’emissione di un ‘prestito obbligazionario’ per finanziare imprese umbre che erano, fino a prima della crisi innescata dal Covid-19, sane e profittevoli. La proposta è di semplice gestione poiché esiste tutto l’occorrente per poterla attuare. Gepafin ha i mezzi e le competenze per assistere le imprese umbre, prevedendo l’emissione di uno o più mini-bond che racchiudano al loro interno prestiti a medio termine a piccole e medie imprese sane. Ci sono settori della nostra economia che in Umbria rappresentano una eccellenza riconosciuta in tutto il mondo. Settori che potrebbero essere traghettati nel post-crisi salvaguardando il personale, gli investimenti e quell’inestimabile patrimonio immateriale costituito da tradizioni e know-how secolari. Si tratta di uno strumento mirato e intelligente che potrebbe essere costruito su misura in base alle esigenze della singola azienda. Anche mettendo insieme settori diversi ma complementari. Ad esempio per la transizione ecologica. Un prestito obbligazionario che potrebbe essere sottoscritto dagli stessi cittadini umbri, che investono sul loro futuro. Gepafin ha tutto per farlo, serve un chiaro indirizzo politico. Anche l’opera di Sviluppumbria svolge un ruolo importante per un approccio culturale verso una nuova cultura di impresa”.

INTERVENTI

MARCO SQUARTA (FDI): “Oggi l’Umbria sta pagando più di tutti la crisi sanitaria dal punto di vista economico. La situazione è quasi insostenibile per il nostro mondo produttivo. La regione i soldi li ha messi ma con le nostre risorse non si arriva a coprire tutto. GIORGIA MELONI SI È DICHIARATA ‘PRONTA A SOSTENERE FIN DA DOMANI IN PARLAMENTO AZIONI CHE PREVEDANO RISTORI NAZIONALI IMMEDIATI E SOSTANZIOSI PER LA NOSTRA REGIONE. Mi rivolgo anche agli altri partiti, presenti nella maggioranza di governo: se non c’è aiuto immediato dal governo, dalla settimana prossima potrebbero cominciare a saltare per aria molte attività commerciali. Mi auguro che già entro fine settimana possano arrivare aiuti concreti per la nostra regione”.

Michele FIORONI (assessore regionale): “Stiamo lavorando su un doppio binario: accompagnare una visione prospettica del futuro con misure di sostegno a chi è stato più colpito dalla crisi e dalla zona rossa. Si tratta di un equilibrio difficile, dare ristori a chi ne ha bisogno e garantire una ripresa in prospettiva all’Umbria. Per questo abbiamo lavorato molto sulla riprogrammazione delle risorse. Ad esempio con il re-start, siamo la regione con la forma di intervento più rilevante per rapporto tra la popolazione e il numero delle imprese. Abbiamo dovuto inventarci azioni, come quelle che vanno incontro alle difficoltà del commercio, delle palestre, dei servizi alla persona. Si tratta di categorie mortificate dalla zona rossa, per le quali forniamo uno strumento di ristoro veloce e con una forte componente a fondo perduto. La prima cosa che abbiamo fatto è stata quella di chiedere al Governo che le risorse stanziate per il decreto ristori potessero avere un incremento per le zone rosse. Questo lavoro di tenuta e prospettiva lo stiamo facendo puntando molto sulla digitalizzazione. Ma con interventi non generici, cercheremo di orientare le risorse dove servono. È importante analizzare le criticità del tessuto economico, anche grazie a consulenze con le partecipate. Investiremo in ricerca e sviluppo cercando di alzare l’asticella, orientando le imprese su prodotti immediatamente immissibili sul mercato. Il bond è nel nostro mirino, la sfida sulla patrimonializzazione delle imprese è una sfida chiarissima. La finanza innovativa è una delle chiavi di sviluppo del nostro sistema. Altre misure importanti sono a sostegno delle imprese di trasporto e agli ncc. Ma anche misure dedicate alla filiera dello spettacolo e del wedding. Sono interventi che non possono risolvere la situazione, ma sono un segnale per far capire che la Regione è vicina. Le risorse sono disponibili grazie alla riprogrammazione dei fondi che abbiamo fatto: non a caso siamo la prima regione ad aver raggiunto i target di spesa 2021. Evidentemente vuol dire che alle risorse riprogrammate stiamo dando un’attuazione veloce. Sulle partecipate, ieri abbiamo presentato una task force di supporto alle crisi di impresa, dove abbiamo dato un ruolo diverso alle partecipate. Oggi le imprese muoiono di cassa. Stiamo cercando con Gepafin di mettere in piedi una sorta di centrale diagnostica per attivare sistemi di attenzione che consentano di intervenire prima. Sulla scuola abbiamo messo misure di supporto alle famiglie, con rette educative, 3,9 milioni per borse di studio, incentivi per la connettività. Noi abbiamo fatto tutto quello che la regione poteva con un bilancio bloccato con risorse che attingono ai fondi comunitari che hanno vincoli di utilizzo. Vogliamo garantire la tenuta sociale del tessuto economico da cui dipende la domanda, la fiducia, che sono la chiave dei consumi. La Regione ha bisogno di investimenti. Per questo noi metteremo sul piatto 25 milioni di euro per gli investimenti, non in un unico bando. Domani uscirà il bando upgrade con 3 milioni di euro per favorire sostegno a competenze digitale, perché la formazione è la chiave. Per la ricerca e l’internazionalizzazione, che sono la chiave della tenuta della nostra economia, noi abbiamo messo più risorse rispetto a quanto messo in precedenza, perché il modo migliore per garantire il benessere è investire sui settori difficili del territorio. I 10 milioni sul recommerce vanno in questa direzione. Come i 4 milioni per le borse di studio. E questo è possibile grazie al modo virtuoso di usare la finanza pubblica che stiamo facendo”.

Donatella TESEI (Presidente Giunta regionale): “Dopo aver ascoltato alcuni interventi sono doverose alcune precisazioni, importanti per il momento che stiamo vivendo. Rispetto alla campagna vaccinale, dai dati ufficiali del Governo risulta che siamo tra le prime cinque Regioni italiane per capacità vaccinale. Il calcolo viene fatto in base ai vaccini che riceviamo. Oggi abbiamo una capacità vaccinale, in base ai vaccini che vengono dati, di circa 1.800 somministrazioni al giorno che possono essere implementate, ma se non arrivano i vaccini questa capacità non è possibile espletarla. L’ordinanza del 6 febbraio, che ha istituito il regime di zona rossa, è sta fatta di concerto con il ministro Speranza. Lo stesso Ministro, che ci ha fatto visita nei giorni scorsi, ha definito prezioso il lavoro svolto dall’Umbria anche per l’intero Paese, ed ha condiviso le ordinanze che ho adottato. Al Ministro ho chiesto una dose aggiuntiva per l’Umbria di ulteriori 50mila vaccini perché abbiamo la possibilità di poterli somministrare, di poterlo fare in modo coerente e veloce e in questo momento potrebbe essere importantissimo averli. Abbiamo anche chiesto di essere inseriti immediatamente nella sperimentazione delle cure con anticorpi monoclonali. Per quanto concerne i ristori, al momento dell’adozione dell’ordinanza ho interloquito e poi scritto al Ministro e al Commissario Arcuri perché la nostra zona rossa, condivisa sulle indicazione dell’Istituto Superiore di Sanità, dovesse essere inserita, a livello di provvedimenti governativi, nei ristori nazionali. Tuttavia, ed in contemporanea, oltre a queste richieste specifiche, la Regione Umbria prontamente ha lavorato per mettere in campo ristori per le famiglie, rispetto alla problematica relativa alla sospensione dell’attività didattica in presenza, compresi il nido e scuola materna, prevedendo 3 milioni di euro. Abbiamo dovuto adottare un provvedimento doloroso per arginare il dilagare velocissimo del virus, velocità accertata dalla presenza in contemporanea di due varianti che l’Umbria per prima ha dovuto affrontare. In questo momento ci sono altre Regioni, alle prese con l’innalzamento della curva dei contagi in alcuni settori e parti del territorio ed alcuni Presidenti mi chiamano per chiedermi gli interventi da noi adottati. Questo significa che il nostro provvedimento è stato doloroso, ma necessario. Ci siamo subito preoccupati di coprirlo con le risorse che abbiamo trovato che hanno previsto ulteriori 10 milioni di euro da risorse regionali. Tutto quanto ci viene chiesto di fare lo abbiamo già fatto e previsto sin dall’adozione della delibera. Ho già predisposto alcune lettere per il nuovo Governo dove rinnovo la richiesta sia per le dosi aggiuntive di vaccini, sia per i ristori necessari, perché assolutamente coerenti con quei principi di massima sicurezza richiesti e previsti in certe situazioni che purtroppo vedono la chiusura di attività economiche e mettono in difficoltà le famiglie. Situazioni su cui come Regione siamo comunque già intervenuti. Su questo il nuovo Governo, sono convinta ci risponderà. Questa situazione che sta oggi interessando l’Umbria, purtroppo sta interessando e interesserà altre regioni, queste variazioni del virus avvengono con molta rapidità. Tutti noi, amministratori regionali stiamo facendo uno sforzo immane, ma a volte questo virus è molto più insidioso di quanto possiamo pensare e ci porta a dover gestire situazioni nel giro di pochissimo tempo, molto diverse da quelle della settimana precedente. Questo compito che oggi è toccato a noi auspico possa essere di aiuto per evitare che queste varianti e questo virus così diffusivo potesse andare oltre i nostri confini. Se riusciamo a fare attività di contenimento a vantaggio di altri è sempre una buona cosa. Purtroppo arrivano varianti nuove. Siamo in mano alla scienza e dobbiamo necessariamente seguirla, ma dobbiamo accompagnare il tutto con sostegni economici, con iniziative atte a lenire il più possibile queste dolorose e necessarie misure e questo continueremo a fare. Vorrei tranquillizzare l’Aula rimarcando che le mie richieste al Governo sono state puntuali e immediate. Mi auguro che le richieste dell’Umbria siano supportate, condivise e portare avanti, con forza, da tutti. Stiamo vivendo una stagione particolare, dove tutti siamo chiamati ad una grande senso di responsabilità. È nato un Governo che vede forze diverse collaborare nell’interesse generale del Paese. Questo è il momento, per tutti, di farlo anche noi, nel nostro piccolo”.

LUCA COLETTO (assessore regionale sanità): “Fornisco i dati sui vaccini: Pfizer ne sono arrivati 42 vassoi, utilizzati in prima dose 19. Ogni vassoio contiene 1170 iniezioni, altri 12 sono stati usati per la seconda dose, in totale 31. Ne residuano 11 per la prossime settimane. Vaccino Moderna: 43 scatole, 10 prima sono state utilizzate per la prima dose, 10 per la seconda. Ne restano 20. Vaccino Astra zeneca 80 scatole previsto utilizzo per il personale scolastico”.

FABIO PAPARELLI (Pd-portavoce opposizioni): “Siamo alla terza ondata pandemica e non abbiamo recuperato i ritardi nella programmazione. Siamo opposizione, evidenziamo criticità e facciamo proposte per superare le criticità. Non va tutto bene, non si è fatto tutto, prendiamone atto. Fare proposte è importante, mi aspetto che ci si misuri sulle proposte necessarie ad un cambio di passo auspicato anche da parte della stessa maggioranza. Non servono speculazioni ma chiedere agli altri, al governo, non è sufficiente, come superiamo le difficoltà, con quali aggiustamenti di percorso? Basta con l’autoreferenzialità e le chiusure, fino ad oggi non ha aiutato. E non è colpa delle varianti. E non si risolve mettendo bavaglio a qualche primario che denuncia la situazione. Interveniamo su tracciamenti da recuperare, separazione dei percorsi, monitoraggio delle Rsa, piano vaccinale, ristori, edilizia sanitaria. I ricoveri aumentano e le terapie intensive sono piene. Siamo disponibili a dare una mano. La presidente ha dichiarato di voler assumere su di sé il piano vaccini, quindi non c’è fiducia nell’assessore. Sono state chieste assunzioni che sono arrivate, si poteva fare prima. Vogliamo misurarci nel merito delle proposte. Abbiamo bisogno di un’organizzazione più diffusa per i vaccini, manca una linea guida, non si può aggiungere una categoria la giorno fra quelle dimenticate, è sbagliato vaccinare prima gli 80enni e poi i 90enni, diciamolo che non ci sono i team vaccinali già pronti per andare a domicilio. Occorre incrementare i punti vaccinali. Evitiamo di strumentalizzare le visite dei ministri. Liberare presidi e spazi nella sanità pubblica per tornare a offrire prestazioni ospedaliere. Tutto il personale va impegnato nei tracciamenti. Ex Milizia: avremmo avuto un luogo accanto all’ospedale di Terni perfettamente idoneo e di grande aiuto, mentre i tendoni sono ancora inutilizzabili. Siamo arancione rinforzato, poi rosso a chiazze, se servono due settimane di lockdown, facciamolo. Andavano fatte tre cose: ristori, dobbiamo guardare alle categorie che le misure del governo non coprono, cultura, sport associazionismo, interveniamo per pagare gli affitti, servono almeno 10 milioni sulle piccole aziende per percorsi di innovazione, consulenze, ma Sviluppumbria è stata lottizzata e dovete ancora nominare il direttore. Investire sulla ricerca, come ha detto Draghi. Potenziare le politiche attive del lavoro, non privatizzare l’Arpa e i centri per l’impiego. Serve l’ssegno di ricollocazione. Se agiamo in modo coraggioso, deciso e rapido ce la faremo, fino ad oggi queste qualità sono mancate”.

ANDREA FORA (Patto civico per l’Umbria): “I numeri dicono che al 1° giugno, dopo i primi tre mesi di pandemia, c’erano 76 morti e 1400 casi, a settembre 2500 e 88 morti, quindi 29mila casi e 625 morti. A febbraio 40mila casi e 904 morti: se in Italia l’andamento fosse stato come in Umbria, avremmo oggi oltre 300mila morti. Le varianti hanno aggravato la situazione ma non sono i soli motivi dell’aggravamento. Occorre potenziare la struttura organizzativa del sistema sanitario, non basta attingere da fuori regione, servono professionalità e competenze che conoscano il territorio e il nostro sistema sanitario. Questa Giunta ha ereditato un sistema sanitario eccellente, pur con tutti i problemi che nessuno nega. Durante la guerra serve chi sa guidare la macchina, conosce vizi e virtù. Per il bene degli umbri, valorizzate le competenze e le professionalità che conoscono bene il sistema sanitario umbro. Così si evitano errori come la logistica del Piano vaccini, o le problematiche relative agli ingressi all’ospedale. Vaccini: ne servono di più, ma possiamo intervenire adeguando il nostro piano vaccinazioni, perché si è rivelato inadeguato. Inserire psicologi, informatori farmaceutici, personale addetto a distribuire farmaci, il Terzo settore, che fa registrare i primi morti anche fra le cooperative sociali. Usate lo strumento ACG della Hopkins University, che fornisce l’elenco dei pazienti più fragili, suddivisi per ciascun medico di famiglia e che si fonda sulla reale, conosciuta fragilità. Questo sarebbe affidarsi alla scienza, no a teatrini imbarazzanti su chi vaccinare prima e chi dopo. Logistica e tracciamenti: altre regioni si sono dotati di una rete, lo stesso presidente del Consiglio Draghi dice di fare le vaccinazioni in tutte le strutture disponibili. In Umbria ci sono migliaia di volontari che in altre emergenze sono state insostituibili per i contatti con le famiglie, occorre coinvolgere la cooperazione sociale, con migliaia di operatori che stanno a casa in cassa integrazione mentre potrebbero dare una mano, conoscendo personalmente le persone fragili. Sul personale: sta andando in burn out, non neghiamolo, le cose possono essere gestire meglio, compresi turni e riposi, e la formazione è saltata. Credo nell’unità della politica, nella responsabilità che la politica nazionale sta dimostrando, dimostrate di essere all’altezza di esercitare una responsabilità istituzionale. Si potenzi l’organizzazione del sistema sanitario regionale che con la gestione veneta si è rivelata del tutto inefficace”.

Donatella PORZI (Pd): “Abbiamo avanzato molte proposte che sono state ignorate da Giunta e maggioranza. Oggi discutiamo quattro atti per avanzare ulteriori suggerimenti per un'azione troppo attendista che non è stata adeguata a fronteggiare le ondate del Covid. Servono decisioni importanti per migliorare l’organizzazione sanitaria, che ha fatto acqua da tutte le parti. Sui tamponi rapidi a scuola, da me proposto ad ottobre, c’è stato un ritardo evidente di cui non sappiamo valutare gli effetti. Nei vostri toni trovo oggi una riflessioni in più. Spero che sia una ripartenza sotto il segno della responsabilità”.

Thomas DE LUCA (M5S): “Responsabilità per me significa chiedere conto della spesa per le strumentazioni da campo sia stata smontata e portata dentro il Silvestrini. Significa chiedere perché sul sito dell’Agenzia per i servizi sanitari regionali risultino ancora 141 posti di terapia intensiva (2 attivabili) e 83 posti occupati. Pretendo di capire perché il Piano di salvaguardia approvato dalla Giunta a novembre 2020 non è stato attuato, dato che dovrebbero esserci 169 posti di terapia intensiva. Bisogna chiedere conto di questi numeri. La discrasia di migliaia di vaccini, che Coletto spiega essere l’accantonamento per la seconda dose, andrebbe spiegata. Il Piano di vaccinazione prevedeva la vaccinazione del personale in prima linea all’interno degli ospedali e io voglio capire perché le aziende sanitarie hanno fatto scelte diverse con la conseguenza che ci sono persone che lavorano nel reparto Covid di Spoleto che non sono state vaccinate. Vorrei sapere perché l’offerta dell’Ater di utilizzo gratuito dell’Ex Millizia di Terni non è stata accettata, pur trattandosi di una struttura nuova e idonea, dotata di agibilità come edificio sanitario”.

Michele BETTARELLI (Pd): “L’assessore sostiene che l’Umbria è tra le prime Regioni per capacità vaccinale, un dato che però è basato sulle valutazioni sbagliate della Giunta. Ci siamo dovuti avvalere della Protezione civile nazionale mentre altre Regioni hanno assunto medici, infermieri e Oss. Abbiamo dovuto aspettare che venisse il ministro Speranza a dirci che possiamo contare sulla Protezione civile. Molte cose non hanno funzionato, come gli ospedali da campo. Oggi tre umbri su quattro sono in lockdown. I sindaci chiedono di essere coinvolti, senza ordinanze dell’ultimo minuto. SI chiede ai partiti, alla Lega e a Fratelli d’Italia di valutare le proposte, senza coinvolgere le comunità. Spero che il Piano vaccinale, che si muove così lentamente, trovi presto un seguito dando risposte alle categorie più esposte, come le Forze dell’ordine, gli insegnanti, i disabili”.

Paola FIORONI (Lega): “Avremo 157 posti di terapia intensiva, ma siamo partiti da 59 posti. L’obiettivo datoci dal Governo era di 127 posti. Altri 44 posti verranno creati con i moduli del Commissario Arcuri. Abbiamo allestito 700 posti letto Covid. La Regione non ha deciso di trattenere il 50 percento delle dosi dei vaccini per una sua scelta ma per seguire le indicazioni di Arcuri legate ai ritardi nella fornitura. La diffusione delle varianti, subito identificate dai nostri professionisti, hanno richiesto modifiche nelle procedure prima seguite. Quando noi abbiamo iniziato a pianificare le vaccinazioni per gli over 80 c’erano altre 7 Regioni che non lo avevano ancora fatto. Anche la Toscana, la prima ad aver coinvolto i medici di famiglia nelle vaccinazioni, ha dovuto affrontare molti problemi per attivare questa procedura”.

Vincenzo BIANCONI (Misto): “Siamo una delle prime Regioni ad avere le varianti del Covid ma le difficoltà di oggi sono figlie delle scelte non fatte nei mesi precedenti. Quando vedete gli atti della minoranza per le sedute d’Aula provate ad osservarli con attenzione, a sottoporli alle categorie e a bocciarli se essi non perseguono il bene dell’Umbria e non solo perché li abbiamo proposti noi”.

Luca COLETTO (Assessore Sanità): “Con i 4 moduli prefabbricati arriveremo a 200 terapie intensive. La dotazione dell’Umbria era di 59 posti di terapia intensiva e questo spiega perché manca il personale. Mancano i rianimatori perché l’Umbria era deficitaria già un anno fa. A Pantalla, nell’ospedale nuovo, non c’era la terapia intensiva. Gli ospedali in Umbria sono Terni, Perugia, più altri 7. Difficile dunque sfruttare i 2500 posti per acuti in modo ottimale. La rete ospedaliera non è funzionale e la sua programmazione è del 2011. Le osservazioni che fate dovete farle a voi stessi. Avete creato bisogno senza dare risposte. Abbiamo affrontato difficoltà enormi dovendo fare fronte alle vostre carenze. Ci siamo riusciti per il grande lavoro fatto dai sanitari umbri. Il benefit per gli specializzandi è stato sempre bocciato dal precedente Governo ed è un peccato che non si sia capito il ruolo importante che svolgono. Gli uffici non hanno ritenuto l’Ex Milizia una struttura congrua per le esigenze della sanità”.