Bori(UNWEB) “Servono azioni di potenziamento e riorganizzazione dei servizi consultoriali e ginecologici della Regione, al fine di evitare che le donne debbano rivolgersi agli ospedali, strutture in sofferenza, soprattutto in questo momento di pandemia”. Così il capogruppo del Partito democratico, Tommaso Bori, che ha presentato una interrogazione per chiedere “quali azioni la Giunta regionale intenda intraprendere nell’immediato e quali provvedimenti sono previsti”.

“I servizi consultoriali e ginecologici della Regione Umbria – spiega Bori - svolgono funzioni di sostegno integrato e gratuito alla donna occupandosi della sua salute, alla coppia ed alla famiglia, portando avanti attività di prevenzione e controllo delle patologie, fornendo, tra l’altro, percorsi assistenziali alla gravidanza, al puerperio e all'allattamento, oltre a gestire programmi coordinati di educazione alla sessualità e alla procreazione responsabile. Viene svolto un servizio unico ed indispensabile per la tutela della salute della donna, del bambino, degli adolescenti e del benessere familiare, un’insostituibile funzione di informazione a sostegno della prevenzione e della promozione della salute della donna, assumendo un ruolo strategico per la prevenzione e la promozione della salute. Si tratta di presidi territoriali che le cui basi normative si trovano sia nella legislazione nazionale, con la legge 54/75 e la legge 194/78, sia in quella regionale, in particolare il PSR del 1999 che ne stabilisce le funzioni. I consultori attualmente attivi nel territorio umbro (in base ai dati del ministero della Salute aggiornati al 27 novembre 2019) trovano spazio generalmente all'interno dei Centri di salute e sono un totale di 49 (37 nella Provincia di Perugia e 12 nella Provincia di Temi), di cui 23 di competenza dell'USL Umbria 1 e 26 dell'USL Umbria 2. Sono troppo pochi rispetto ai bisogni reali della popolazione”.

“I consultori – prosegue Tommaso Bori – sono presidi sanitari e sociali fondamentali in quanto svolgono funzioni di prevenzione, tutela della salute e integrazione con i reparti di Ostetricia e Ginecologia delle Usl e delle aziende ospedaliere. Un insieme di servizi e prestazioni importanti, quali gli screening per prevenzione del carcinoma del collo dell'utero (Pap test/HPV test), la contraccezione e consulenza contraccettiva per la donna e la coppia, colloqui per la certificazione per la interruzione volontaria di gravidanza e controllo post IVG, educazione all’affettività e alla sessualità, disagio relazionale, prevenzione e terapia delle infezioni sessualmente trasmesse, screening oncologici e menopausa e postmenopausa, interventi di promozione alla salute, salute preconcezionale e percorso nascita, corsi di accompagnamento alla nascita (CAN), assistenza domiciliare in puerperio, sostegno all'allattamento, interventi di mediazione culturale, servizi di prevenzione e trattamento disfunzioni del pavimento pelvico, attività nelle scuole sui temi dell’educazione affettiva e sessuale, stili di vita, bullismo e cyberbullismo. Queste strutture hanno subito nel tempo un progressivo impoverimento dei presidi consultoriali, in primis per la carenza di personale, dovuta principalmente ad uno squilibrio tra pensionamenti e nuove assunzioni, per tutte le professioni, ma in particolare per le/i ginecologi, le cui assunzioni spesso avvengono con contratti di 3 mesi in 3 mesi per i neo specializzati”.

“Servono azioni concrete – aggiunge il capogruppo regionale Pd - per il rilancio, perché svuotare questi presidi significa far sì che le donne si rivolgano agli ospedali già sovraccarichi. Servono azioni specifiche, attraverso un programma mirato di rafforzamento del personale e di formazione degli operatori, vanno garantiti servizi consultoriali adeguati in termini di strutture e di professionisti, il tutto al fine di coprire adeguatamente il territorio che deve essere in grado di rispondere ai bisogni della comunità umbra, sia in termini di competenze e tecniche, sia in termini di orari di apertura dei servizi. Occorre predisporre una mappatura regionale che elenchi e descriva tutti i distretti ed i consultori esistenti ed operanti nel territorio, specificando, inoltre, quali offrono anche i servizi relativi alla IVG. Bisogna realizzare, in collaborazione con l'Università degli Studi di Perugia, percorsi di formazione ed insegnamento destinati ai nuovi medici ed ai medici in formazione specialistica, le tecniche per l’effettuazione delle interruzioni volontarie di gravidanza sia mediche sia chirurgiche, IVG Medica e IVG chirurgica, nonché le tecniche di inserimento degli strumenti contraccettivi (spirale, diaframma ecc..). E’ fondamentale – conclude - l’introduzione e la relativa organizzazione della distribuzione gratuita nei consultori di dispositivi anticoncezionali, in particolare contraccettivi ormonali di fascia C come pillole a basso dosaggio, cerotto transdermico, anello vaginale, nonché preservativi e contraccettivi di nuova generazione”.


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